![Una pattuglia della Polizia in via XX Settembre a Bergamo Una pattuglia della Polizia in via XX Settembre a Bergamo](https://storage.ecodibergamo.it/media/photologue/2025/2/10/photos/cache/ruba-scarpe-inseguito-da-una-commessa-21enne-arrestato-in-via-quarenghi_54563c16-e7ca-11ef-9032-03330b513a87_1920_1080_v3_large_libera.webp)
Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 10 Febbraio 2025
Ruba scarpe, inseguito da una commessa: 21enne arrestato in via Quarenghi
L’ARRESTO. Furto da Max Mara in via XX Settembre, bloccato da un giovane tunisino: 10 mesi. Fu rimpatriato dopo una condanna, è tornato in Italia.
Un tunisino di 21 anni, domiciliato a Cene in casa di amici, è stato arrestato domenica verso mezzogiorno in via Quarenghi dagli agenti della Volante. Il giovane stava scappando dopo aver rubato un paio di scarpe da 269 euro nel negozio Max Mara di via XX Settembre. La commessa se ne è accorta e lo ha inseguito urlando e attirando l’attenzione dei passanti. In via Quarenghi alta il ladro è stato bloccato da un giovane africano. Pochi istanti dopo è giunto un equipaggio della Volante della questura che ha arrestato il tunisino per furto aggravato.
Il giovane è pregiudicato
Dalla banca dati del Viminale è emerso che il 21enne ha quattro denunce e una condanna a un anno rimediata nel novembre 2023 e commutata in rimpatrio. Il 21enne era stato accompagnato in Tunisina, ma è poi clandestinamente rientrato in Italia. In più, è sottoposto a un foglio di via che gli impediva di entrare a Bergamo per tre anni, ma che ha già violato per tre volte.
La difesa dell’accusato: «Avevo bisogno di soldi»
«Avevo bisogno di soldi, ecco perché ho preso le scarpe», ha ammesso lunedì davanti al giudice Laura Garufi. Che, dopo aver convalidato l’arresto e disposto il divieto di dimora in Bergamasca, ha condannato I. L. a 10 mesi: 4 per il furto (generiche equivalenti all’aggravante e alla recidiva), 6 per la violazione del foglio di via. La Procura aveva invocato una condanna a un anno e mezzo, mentre il difensore aveva chiesto che non venisse riconosciuta l’aggravante perché la merce era sempre rimasta sotto il controllo della commessa.
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