Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 20 Aprile 2022
Rsa, rette sempre più care: «Sono cresciuti i costi di gestione»
Lo studio della Cisl Secondo il sindacato fra il 2020 e il 2021 gli aumenti sono stati di due euro in più al giorno, comunque sotto la media regionale.
Circa 2 euro in più tra 2020 e 2021, e 6,5 euro in cinque anni. Si quantifica così, secondo l’Osservatorio della Cisl, l’aumento delle rette delle Rsa in Bergamasca. Ma i costi di gestione, ribattono le case di riposo, sono cresciuti molto di più rispetto a questo aumento delle rette.
La Fnp-Cisl lombarda ha diffuso i dati di un proprio studio: secondo il sindacato, le rette minime delle strutture bergamasche sono passate da una media di 58,71 euro al giorno del 2020 ai 61,33 euro del 2021; le massime, che nel 2020 si attestavano a 66,98 euro al giorno, sono ora a 69,0, cioè 2,05 euro in più. Se si guarda all’ultimo lustro (2016-2021), invece, le minime sono cresciute di 6,68 euro (+12,19%) e quelle massime di 5,88 al giorno (+9,31%). Valori comunque più bassi rispetto alla media regionale.
Il sindacato: «Conto sempre più salato»
«Conto sempre più salato – sottolinea la Cisl -. La domanda è sempre in crescita: per rispondervi, diverse Rsa hanno aumentato l’offerta di posti letto solventi, a totale carico dell’utente e della famiglia. In Lombardia le famiglie e i pazienti delle Rsa nel 2020 hanno speso il doppio di quanto abbia stanziato la Regione (un miliardo e 600 milioni di euro contro 860 milioni)». Il segretario generale Osvaldo Domaneschi: «Anche la Regione dovrà svolgere la propria parte. L’assessorato al Welfare dovrebbe garantire finalmente un sostegno economico per gli ospiti e le famiglie e sostenere i lavoratori sanitari e sociosanitari».
La replica delle strutture: «Un aumento c’è, ma molto più contenuto dell’incremento dei costi di gestione. E la politica non ci sostiene»
Sull’aumento delle rette, la posizione delle Rsa è chiara: «Un aumento c’è stato, ma sicuramente molto più contenuto di quello che è l’incremento dei costi di gestione. Non spremiamo le famiglie, ma per ora la politica non ci sta sostenendo adeguatamente. Il sindacato dovrebbe combattere per avere una maggiore partecipazione della Regione. I nostri bilanci sono decisamente in sofferenza, le lamentele sono da rivolgere altrove».
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