Rsa, è allarme sui conti: oltre 3mila in lista d’attesa

La case di riposo. Sono state 8.695 le domande di ingresso da inizio anno. Le associazioni: «Energia alle stelle, bilanci a rischio. Dimenticati dal Pnrr». Leggi l’approfondimento su «L’Eco di Bergamo» di sabato 26 novembre.

Sono un tassello insostituibile e imprescindibile delle nostre comunità, e non è solo un modo di dire. Basta scorrere i numeri per rendersene conto, in concreto: le 67 Rsa bergamasche accolgono quasi 6.500 anziani (sono 6.475 i posti letto autorizzati, praticamente tutti occupati) e con le attività territoriali (centri diurni, Adi, «Rsa aperta») intercettano altri 23mila utenti; nel 2021 occupavano 6.362 operatori (tra cui 424 medici, 1.112 infermieri, 4.165 tra Oss e Asa), che hanno erogato quasi 5,8 milioni di ore di assistenza socio-sanitaria. Un «mondo» praticamente equivalente a un grande comune della Bergamasca, e con richieste sempre in crescita: quest’anno sono state presentate 8.695 domande per entrare in Rsa, al 31 ottobre erano 3.135 le persone in liste d’attesa.

Ma è anche un mondo, quello delle Rsa, che necessita di sostegni per la sopravvivenza, dopo aver solcato le acque agitate del biennio pandemico e ora di fronte alla tempesta energetica. Ieri ad Astino l’Acrb – l’Associazione delle case di riposo bergamasche, che raggruppa una trentina di strutture d’ispirazione laica – ha messo attorno allo stesso tavolo tutti i protagonisti: le altre associazioni (dalla San Giuseppe all’Uneba in chiave locale, dall’Arlea all’Aris su scala regionale e nazionale), le istituzioni, i professionisti, le dirigenze sanitarie. «È un periodo complesso per il nostro mondo – riconosce in apertura di lavori Cesare Maffeis, presidente dell’Acrb - ma tra le associazioni c’è una visione unica, c’è una sinergia importante. Il nostro percorso vuole portare a delle proposte concrete, da consegnare ad Ats, Regione e governo per aprire una discussione».

La memoria della pandemia collega numeri, fatti e biografie: nella giornata di venerdì 25 novembre sono stati ricordati Bepi Pezzotta, già presidente della Rsa di Nembro e dell’Acrb, Piergiorgio Merletti, che guidò la Fondazione Sant’Andrea di Clusone, Giorgio Valoti, già presidente della Rsa di Cene (oltre che sindaco), tre figure storiche spente dal Covid durante la prima ondata: «Persone che hanno sempre lavorato gratuitamente per il nostro mondo, e che per le Rsa hanno dato letteralmente la vita», rimarca Maffeis.

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