Rogo di via Moroni: resta l’incognita dei risarcimenti, abitanti rientrati quasi tutti

UN ANNO DOPO. Tanti i lavori ultimati. I fondi per le ristrutturazioni, 740mila euro, anticipati dagli inquilini. «Ci sono persone in grande difficoltà».

L’incubo è quasi finito, anche se il ricordo di quel giorno è difficile da cancellare. A un anno di distanza dall’incendio che ha colpito via Moroni , i condomini possono tirare qualche sospiro di sollievo. Le palazzine andate a fuoco nel rogo del 21 agosto 2023 tornano man mano alla normalità.

Lavori di restauro quasi ultimati

I più colpiti furono i residenti del condominio al civico 20, quello da cui si originò l’incendio, e lo stabile al numero 28. Un totale di 33 appartamenti (18 nel primo condominio e 15 nel secondo). La situazione migliore è quella del civico 28, dove le parti comuni, ovvero tetto e

«Da questa vicenda abbiamo imparato tutti una lezione le case vecchie sono fragili»

scale, sono state sistemate. «I lavori sono pressoché finiti, mancano solo alcune finiture e gli allacci del metano – spiega l’ingegner Silvio Calvi, progettista e direttore dei lavori di ripristino del condominio –. Gli inquilini di 7 appartamenti sono rientrati quasi subito, dopo circa due mesi, perché l’incendio non li aveva danneggiati in modo particolare. I lavori degli ultimi 8 sono terminati un mese fa. Restano poi alcuni interventi richiesti dai condomini nei loro appartamenti». Una storia senza vittime e feriti gravi per fortuna, ma che lascia senz’altro qualche insegnamento. «Da questa vicenda abbiamo imparato tutti una lezione – chiosa Calvi –: le case vecchie sono fragili».

La strada è in discesa anche per buona parte dei residenti del civico 20. È da qui che partirono le fiamme, da una mansarda nella quale erano al lavoro gli operai di un’impresa di ristrutturazione, il cui titolare è stato indagato per incendio colposo.

Ancora sei alloggi inagibili

Anche al numero 20 gli inquilini di cinque appartamenti poterono rientrare in casa già lo scorso autunno. Altri sette appartamenti, danneggiati ma non distrutti, sono stati dichiarati agibili da questo mese: i proprietari hanno in corso lavori di finiture e alcuni traslochi.

Gli ultimi a rientrare saranno invece i residenti dei sei alloggi bruciati, posti sotto il tetto, le cui tempistiche dipenderanno dal risarcimento dei danni da parte dell’assicurazione o dalla disponibilità economica degli stessi proprietari.

Il difficile capitolo delle spese

Tra chi non è ancora rientrato ma lo farà a breve ci sono Franco e Luisa; per loro l’odissea è vicina alla fine. La loro casa, al secondo piano del civico 20, non ha subito danni gravi a causa delle fiamme ma è rimasta comunque inagibile fino allo scorso mese. «Forse riusciremo ad entrare a metà settembre perché ormai il tetto e le parti comuni sono stati completati e le forniture quasi tutte ripristinate. Siamo in contatto con Unareti per fare ripartire la fornitura del gas, mentre l’energia elettrica c’è e anche l’acqua è stata riattivata». Al momento dell’incendio la coppia si trovava in vacanza in Grecia ed era stata avvertita del disastro da un vicino. Rientrati nei giorni seguenti, erano ritornati in casa, accompagnati dai vigili del fuoco, per recuperare alcune cose. Da quel momento per loro, come per molti altri, è iniziata la condizione di «sfollati». Per un anno hanno vissuto in Borgo Palazzo, in affitto. Un capitolo, quello delle spese, non semplice da affrontare. «Fortunatamente avevamo un’assicurazione nostra e quindi avevamo la copertura per fare i lavori di sistemazione interna – racconta Franco –, ma ci sono persone in grande difficoltà».

Fondi anticipati dagli inquilini

Ad anticipare i fondi per i lavori di ristrutturazione delle parti comuni (tetto e scale su tutti) sono stati gli stessi inquilini, per entrambi i condomini. Al civico 28 l’appalto complessivo per i lavori di ristrutturazione ammonta a oltre 200mila euro, in parte già restituiti dall’assicurazione ad aprile. Ma prima ancora dell’inizio dei lavori gli inquilini avevano speso altri 60mila euro di tasca propria per liberare lo stabile dalle macerie. Totale della spesa: 260mila euro circa.

«Sono contento perché hanno creduto nel progetto condiviso con tanti sacrifici, anche economici, per rifarsi il tetto e ritornare a casa»

Situazione simile al numero 20. Per i lavori di ristrutturazione sono serviti intorno ai 450mila euro - a cui l’assicurazione aveva contribuito con un anticipo immediato di 50mila euro - più 80mila euro per la preliminare messa in sicurezza dell’edificio con lo sgombero delle macerie. Il bilancio dell’anticipo dei condomini del 20 di fatto è di 480mila euro. Ad oggi risulta in arrivo un altro anticipo di circa 200mila euro. All’appello mancano altri 200mila euro, a cui si aggiunge il costo - al momento non ancora stimato - per il rifacimento degli appartamenti distrutti all’ultimo piano, così come quello per i danni agli interni, non coperti dall’assicurazione. Complessivamente si parla di un anticipo di circa 740mila euro. Ma il lieto fine è ormai vicino, «Ho dedicato un anno di lavoro molto impegnativo sia per la parte tecnica sia per il coordinamento generale – racconta l’architetto Gianluigi Cortinovis –. La più grande soddisfazione è di aver conosciuto tante persone con voglia di fare per superare questa triste esperienza. Sono contento perché hanno creduto nel progetto condiviso con tanti sacrifici, anche economici, per rifarsi il tetto e ritornare a casa.

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