Rogo di via Moroni, due dei tre indagati chiedono il giudizio abbreviato

L’INCENDIO NEL 2023. Davanti al giudice dell’udienza preliminare le istanze dell’artigiano e della proprietaria della mansarda. Nell’inchiesta anche il progettista. Parti civili, 12 richieste.

Era il 21 agosto 2023 quando un incendio divampò da una mansarda in fase di ristrutturazione in via Moroni 20, danneggiando anche alcuni immobili vicini. Il rogo rese momentaneamente inagibili tre palazzine (una cinquantina all’inizio furono gli sfollati). Nel registro degli indagati sono state iscritte tre persone: il 42enne titolare della ditta che stava eseguendo i lavori di ristrutturazione; la proprietaria della mansarda, 46 anni; e il progettista trentasettenne.

Gli avvocati del titolare della ditta e della proprietaria della mansarda hanno chiesto l’ammissione al giudizio abbreviato che, in caso di condanna, riduce la pena di un terzo

Venerdì 14 marzo, in sede di udienza preliminare, gli avvocati del titolare della ditta e della proprietaria della mansarda (rispettivamente Vanessa Bonaiti e Fernando Bolis) hanno chiesto l’ammissione al giudizio abbreviato che, in caso di condanna, riduce la pena di un terzo. Inoltre, tra le parti offese (sono ben 84 le notifiche inviate per comunicare la fissazione dell’udienza preliminare) sono state 12 le richieste di costituzione di parte civile, sia di privati che di amministratori delle aree comuni delle strutture colpite dall’incendio.

L’avvocato Bonaiti ha inoltre evidenziato che il suo assistito ha due società intestate, entrambe senza dipendenti: una srl (che figura nel capo di imputazione) indicata nella Cila (l’avviso di avvio dei lavori) e una ditta individuale. Chiedendo che sia inserita nel capo di imputazione anche la seconda (l’unica delle due che era stata quella oggetto dei controlli), coperta da assicurazione. Un passaggio per permettere alle parti civili, in caso di condanna, di trovare ristoro. La prossima udienza è stata fissata per il 21 maggio.

L’incendio in via Moroni

Il rogo, come detto, si sprigionò in una mansarda di via Moroni 20. Tre palazzine rimasero inagibili a causa delle fiamme, poi domate dai vigili del fuoco dopo un lungo intervento. Le contestazioni della procura (per incendio colposo) si basano sulla relazione dei vigili del fuoco del Niat (Nucleo investigativo antincendio) in cui si indicava un picco di consumi di energia elettrica nella mansarda, proprio quando si verificò l’incendio. Quindi, per i vigili del fuoco, è possibile che durante quei momenti qualcuno stesse utilizzando degli attrezzi per i quali serviva l’alimentazione elettrica. L’attenzione fu poi puntata su un flessibile. Si ipotizzò che le scintille che poi scatenarono il rogo furono causate dall’attrito tra questo e uno dei chiodi che fissavano alcuni pannelli di legno al tetto. Il titolare della ditta, in quel momento, non era presente.

Le perizie

Per far luce sulle esatte cause del rogo, lo scorso marzo il gip aveva affidato l’incarico di perito all’ingegner Paolo Panzeri. Consulente tecnico nominato dall’avvocato della difesa Vanessa Bonaiti è stato l’architetto Giuseppe Galbiati di Milano. Due professionisti sono stati incaricati dagli inquilini. Mentre il pm Antonio Pansa, ora sostituito dal collega Giancarlo Mancusi, non aveva indicato esperti. Ma neanche questi approfondimenti, le cui risultanze sono state presentate in incidente probatorio a luglio, avevano permesso di raggiungere certezze.

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