Rissa al Luna park: 15 giovani identificati. «Sì reprimere, ma dare anche alternative»

IL FENOMENO. Accertamenti dopo l’episodio di venerdì sera. Le zone sensibili presidiate da una decina di pattuglie. Gandi: «Il fenomeno c’è, ma riguarda una minoranza di ragazzi». I giostrai: «Costi ingenti per la vigilanza privata».

Sono una quindicina i giovani – alcuni minorenni – che la questura ha identificato venerdì sera dopo che le volanti sono dovute intervenire assieme a carabinieri e polizia locale al Luna park della Celadina quando il clima ha iniziato a surriscaldarsi e alcune decine di giovanissimi hanno cominciato a spintonarsi e a lanciare alcuni bidoni nei pressi di un autoscontro. Fino a sabato nei confronti degli identificati non erano scattati provvedimenti né denunce, ma le indagini delle volanti proseguiranno per ricostruire nei dettagli l’accaduto: da quanto emerge una rissa, ma non dell’entità delle precedenti avvenute in città.

Ci saranno «controlli a rotazione»

Dal canto loro le forze dell’ordine fanno intanto sapere di aver già potenziato i pattugliamenti attorno ai luoghi che potrebbero potenzialmente diventare teatro di questi scontri tra ragazzini: oltre al Luna park, alcune zone del centro a partire da Porta Nuova e Oriocenter. Dal venerdì alla domenica, dalle 19 alle 22, vengono dedicate a questi controlli una decina di pattuglie – tre della questura, tre dei carabinieri, due della polizia locale e due della Guardia di finanza – che, a rotazione, presidiano anche il Luna park: tant’è vero che venerdì sera l’intervento è stato molto tempestivo.

La posizione del Comune di Bergamo

Non solo. Appena arriveranno da Roma le indicazioni operative per i nuovi provvedimenti disposti dal governo, anche in città verranno prese, se necessario, le misure adeguate. «Rispetto ad altre situazioni che abbiamo vissuto in città nelle scorse settimane, quella di venerdì sera, da quanto ho potuto ricostruire, non è stata una vera e propria rissa – sottolinea l’assessore alla Sicurezza Sergio Gandi –, tanto che all’arrivo delle forze dell’ordine non stava succedendo nulla. Sul tema c’è un po’ di allarmismo, ma le cose vanno dette come sono: al Luna park il monitoraggio da parte di tutte le forze dell’ordine è continuo. Questo non elimina il problema, sia chiaro: non è mia intenzione sminuire alcuni fenomeni che esistono e per i quali è bene provvedere, tanto che anche in questo fine settimana siamo presenti come polizia locale, assieme ai carabinieri e alla questura, nella zona. È però opportuno comprendere le dinamiche di questi gruppi di ragazzi, che arrivano da tutta la provincia, ed è bene tenere sotto controllo il territorio intervenendo quando è necessario. Ma è anche importante, e va detto, creare delle alternative sane a questi ragazzi».

Prosegue Gandi: «Benché non d’accordo con tutto, non sono contrario al recente inasprimento delle sanzioni e all’utilizzo di strumenti più efficaci, ma credo che ciò, da solo, non sia sufficiente: nelle scuole e nelle agenzie educative si sta facendo tanto per i ragazzi ed è bene proseguire su questa strada. Noi ci stiamo occupando di una minoranza, di fatto, ed è bene che chi si comporta male venga messo in condizioni di non nuocere. Ma va detto che ci sono tanti ragazzi, anche figli di immigrati e dunque cosiddetti di seconda generazione, che si comportano molto bene. Guardiamo a loro come esempio per vedere la luce in fondo al tunnel». Ma il tema infiamma lo scontro politico: «È necessario rendere effettivo il presidio promesso in sede di comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico (che evidentemente non era presente l’altra sera) e aumentare gli agenti in strada nelle aree a rischio – rileva il consigliere comunale della Lega Alberto Ribolla –. Auspico che il Comune abbia proceduto a indire i bandi di concorso per aumentare gli agenti della polizia locale. Promessa finora mai mantenuta».

I giostrai chiedono sicurezza

L’intervento delle forze dell’ordine di venerdì sera ha riacceso l’attenzione su un tema, quello della sicurezza, che sta a cuore in primis ai giostrai: «Le forze dell’ordine passano ogni quarto d’ora, ma forse sarebbe opportuno valutare davvero l’eventualità di un presidio fisso come si era detto» dicono. «Non ci è chiaro perché questi ragazzi si scontrino tra loro – spiegano –: forse vogliono il dominio della zona rispetto ai gruppi rivali. Le nostre guardie li hanno allontanati e se la sono presa con loro, tornando poi anche dopo l’intervento delle forze dell’ordine e brandendo cocci di bottiglia. Con i nostri buttafuori sono quasi venuti alle mani, perché li hanno allontanati. È certo però che, quando vedono una pattuglia o una divisa, si danno rapidamente alla fuga, com’è accaduto anche venerdì. Da quanto abbiamo capito noi, erano in tre a guidare un po’ il gruppo di giovanissimi, alcuni minorenni».

I contatti tra i ragazzi avvengono sui social

I contatti tra loro avvengono via chat: viene definito un punto e un orario di ritrovo e poi arriva il momento del raduno, dove i giovanissimi arrivano con i treni o, sempre più spesso, con i monopattini. Dopodiché basta un niente per far scattare la scintilla che scatena liti anche violente. «Accade in tutta Italia, non solo qui – precisano i giostrai –, ed è un fenomeno che è degenerato quest’anno: in passato non si era mai verificato nulla di tutto questo. C’erano ogni tanto degli screzi, come in tanti luoghi di aggregazione, ma niente di che». Episodi che tengono lontane le famiglie e tanti ragazzi e ragazze che hanno paura. E a risentirne sono anche gli affari. «Dopo il 17 settembre – commentano i giostrai – molti di noi andranno a Vigevano e abbiamo già preso contatti perché anche lì ci sia un servizio di vigilanza che dovremo pagare noi, come sta avvenendo qui. Un costo non irrilevante, che si somma a quello già consistente dell’energia elettrica e agli altri costi tra cui l’occupazione del suolo pubblico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA