Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 20 Agosto 2021
Rischio riciclaggio, Bergamo maglia nera con 1.043 transazioni sospette in sei mesi
Per Banca d’Italia l’incremento rispetto al 2020 è del 57,55% contro il 37,61% lombardo e il 35,2% nazionale. Oltre alla ripresa dell’economia post Covid, adesso a influire è anche il maggior rischio di infiltrazioni criminali.
Inizialmente somigliano a degli indizi. Transazioni con qualche sentore allarmante, movimenti finanziari o acquisti immobiliari dai contorni opachi. Ogni alert va approfondito e poi scremato, ma già questi primi numeri sono il segno che anche l’economia «grigia» è ripartita . Nel primo semestre del 2021 le segnalazioni di operazioni sospette («Sos» è l’acronimo piuttosto evocativo) in materia di antiriciclaggio sono decisamente aumentate anche in Bergamasca, con una crescita superiore alla tendenza nazionale e regionale. Rispetto alle 662 segnalazioni del primo semestre del 2020, certo segnato in maniera impattante dal sorgere dell’emergenza Covid, nei primi sei mesi di quest’anno si è balzati a 1.043 «Sos», con un incremento del 57,55% contro il +37,61% lombardo e il +35,2% nazionale. Ma il salto è rilevante anche se si prendono come parametro le 846 segnalazioni del primo semestre del 2019: il primo semestre del 2021 in Bergamasca evidenzia infatti una crescita del 23,29% rispetto al pre-Covid.
La fotografia è condensata in un report dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia, l’«intelligence» che mette insieme tutte le segnalazioni che gli operatori e gli intermediari economico-finanziari sono tenuti a fare di fronte a operazioni appunto sospette . Una platea ampia, quella dei «segnalatori», perché gli obblighi riguardano in primis banche, poste, assicurazioni, money transfer, commercialisti, notai, avvocati. «La crescita delle segnalazioni del primo semestre del 2021 è stata particolarmente rilevante nel confronto con i corrispondenti mesi del precedente anno, in parte condizionati dal primo lockdown e dalla successiva fase di incertezza – rileva l’Uif a commento dei nuovi dati nazionali –. L’incremento ha interessato sia le segnalazioni di riciclaggio sia quelle di finanziamento del terrorismo, che sono tornate ad aumentare. Prosegue la riduzione della componente relativa alla voluntary disclosure». La Lombardia, con 12.701 «Sos» inviate tra gennaio e giugno 2021, è sempre la prima regione d’Italia; Milano, a quota 6.690 Sos, si conferma la prima provincia italiana.
L’iter
Ovviamente, le «Sos» sono solo un primo indizio. Che viene però minuziosamente approfondito: una volta partita la segnalazione dell’intermediario finanziario, l’Uif di Bankitalia effettua una prima analisi, cui segue eventualmente la trasmissione delle «carte» al Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza competente territorialmente, oppure alla Direzione investigativa antimafia nel caso possa emergere un legame con i clan; per le «Sos» in cui si ipotizza un finanziamento al terrorismo, entrano invece in gioco gli esperti del Gruppo investigativo finanziamento terrorismo (Gift) delle Fiamme gialle. Numeri importanti sul fronte investigativo erano condensati nell’ultimo rapporto annuale sulle attività del comando provinciale della Guardia di finanza di Bergamo, presentato a fine giugno: 965 le segnalazioni di operazioni sospette analizzate nel 2020, inoltrate da intermediari finanziari e professionisti ai sensi della normativa antiriciclaggio.
L’effetto Covid
Ma cosa si può leggere, nel balzo dei primi sei mesi del 2021? Dietro quei numeri ci sono almeno tre fattori. Il primo è una questione numerica: nel primo semestre del 2020 le «Sos» erano fisiologicamente arretrate, perché più in generale l’economia - anche quella con risvolti potenzialmente illeciti - aveva fatto i conti con la brusca frenata indotta dalla pandemia; ripartita più o meno velocemente l’economia, in questo inizio 2021 dove il virus è stato meno violento, sono salite anche le segnalazioni. Il secondo fattore ha a che fare con la sensibilità di chi è tenuto a segnalare: negli anni la platea di chi è sottoposto agli obblighi anti-riciclaggio s’è ampliata notevolmente, e dunque anche le segnalazioni si sono intensificate. Lo «storico» è impressionante anche in Bergamasca, perché dalle 373 «Sos» del 2009 s’è arrivati alle 1.823 del 2019 e alle 1.537 dell’intero 2020, con un picco di 1.895 segnalazioni nel 2016 (un’impennata, quest’ultima, influenzata dalla voluntary disclosure lanciata in quel periodo per far rientrare in Italia capitali detenuti all’estero).
Il terzo fattore è strettamente d’attualità, ed è quello su cui si posano le attenzioni investigative : l’intreccio tra le fragilità dell’economia (col conseguente rischio usura, per esempio) e i capitali freschi in arrivo per l’economia (col tentativo d’infiltrazione della criminalità, anche quella in odore di clan) può delineare una congiuntura favorevole agli illeciti, e dunque l’incremento delle operazioni finalizzate al riciclaggio può essere concreto. Non a caso, ricorda Bankitalia, proprio in quest’ultimo semestre l’Uif «ha emanato una nuova Comunicazione sulla prevenzione della criminalità finanziaria nell’emergenza da Covid-19. Sono stati portati all’attenzione dei soggetti obbligati nuovi fattori di rischio ed elementi di attenzione, anche sintomatici di operatività illecite emerse nella pandemia».
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