Riscaldamento nelle scuole, «una task-force per interventi rapidi»

DOPO LE SEGNALAZIONI. I disservizi per ora contenute. Valois: «Ma lavoriamo a migliorare». Progetto pilota per allerte immediate e pompe di calore «portatili».

Per cantar vittoria è prestino: la stagione fredda è di fatto appena iniziata. Ma, almeno per ora, la situazione sembra sotto controllo. Dopo che negli scorsi anni non erano mancati disagi e proteste per malfunzionamenti del riscaldamento in alcune scuole superiori della provincia, l’autunno 2024 registra al momento un numero contenuto di episodi – l’ultimo nei giorni scorsi al «Turoldo» di Zogno – portati all’attenzione di Via Tasso: «Dall’inizio della stagione invernale abbiamo avuto segnalazioni di disservizi su 15-20 aule, a fronte di 2.500 spazi gestiti, e per una durata di un giorno al massimo – spiega il consigliere provinciale delegato all’Edilizia scolastica, Umberto Valois –. All’avvio degli impianti di riscaldamento sono diminuite in maniera significativa le problematiche di fermo impianto, grazie anche ai significativi investimenti degli ultimi anni. C’è grande attenzione della Provincia su questi aspetti: ringrazio il dirigente Marco Bergamini».

Sedi scolastiche ed emergenze

Resta uno scenario di fondo in cui molte sedi scolastiche risalgono a decenni fa, con possibili problematiche. Ma l’intenzione è studiare soluzioni per ridurre ulteriormente il rischio di disservizi: «Gli imprevisti purtroppo non sono controllabili, abbiamo visto che rotture di tubi possono verificarsi anche in edifici di recente realizzazione».

In partenza c’è un «progetto pilota – dice Valois – per attrezzare alcuni spazi, che ci sono stati segnalati come problematici, con sonde ambientali e una rete domotica, che ci permetta di avere degli “alert” immediati e di intervenire». In questa prima fase, con un investimento da 150mila euro, la nuova strumentazione verrà collocata agli istituti Maironi da Ponte di Presezzo, Turoldo di Zogno, nei laboratori del Vittorio Emanuele di Bergamo, al Celeri di Lovere e all’Archimede di Treviglio. «Abbiamo voluto una distribuzione nelle diverse aree del territorio», prosegue Valois. Si sta lavorando anche alla costituzione di uno staff di tecnici «da affiancare alle ditte manutentrici– aggiunge il consigliere –. Saranno dotati anche di termocamera a raggi infrarossi, che abbiamo acquistato, per individuare in modo più tempestivo eventuali perdite e rotture».

Resta uno scenario di fondo in cui molte sedi scolastiche risalgono a decenni fa, con possibili problematiche. Ma l’intenzione è studiare soluzioni per ridurre ulteriormente il rischio di disservizi: «Gli imprevisti purtroppo non sono controllabili, abbiamo visto che rotture di tubi possono verificarsi anche in edifici di recente realizzazione»

Servono pompe di calore mobili

L’altra mossa per far fronte a eventuali «emergenze freddo» è l’acquisto di pompe di calore mobili o altri apparecchi simili, per «dotare le scuole che ne hanno necessità di sistemi di ventilazione meccanica con aria calda, per evitare che in certi spazi si debba arrivare a sospendere le lezioni». Può succedere infatti che in uno stesso istituto alcune aule o laboratori registrino temperature confortevoli, e altri evidenzino criticità.

Le scuole dove sono previsti i lavori

A fronte di questi interventi per «tamponare» eventuali disservizi, la Provincia è al lavoro anche per progettare riqualificazioni energetiche: gli interventi in programma riguardano al momento gli istituti Caniana di Bergamo e Turoldo di Zogno, grazie anche a contributi Gse. Ma già si guarda avanti, con l’obiettivo di destinare oltre 7 milioni di euro all’efficientamento di altre due scuole, Majorana di Seriate e Mamoli di Bergamo. Sono in corso le valutazioni energetiche. È stata completata, infine, la posa di 19 impianti fotovoltaici sui tetti di 13 scuole superiori del territorio, con 2,4 milioni di euro.

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