Rimborsi per i ritardi, l’Autorità avvia un procedimento verso Trenord

TRASPORTI. Le modalità di calcolo degli indennizzi nel mirino dell’Art. L’azienda: «Massima disponibilità all’interlocuzione». Il Pd all’attacco: «La Regione mai dalla parte dei pendolari».

Le modalità di rimborso di Trenord finiscono nel mirino dell’Art, l’Autorità di regolazione dei trasporti. L’Autorità ha infatti avviato un procedimento nei confronti della società che gestisce il servizio ferroviario lombardo, in particolare per far luce sui rimborsi degli abbonamenti integrati, cioè le offerte come «Ivol», «Io viaggio ovunque in Lombardia», tessera che permette di utilizzare tutti i mezzi del trasporto pubblico locale in regione.

Per calcolare i rimborsi (i ristori che periodicamente Trenord stabilisce sulla base della puntualità delle linee) bisognerebbe basarsi sulla linea che ciascun abbonato utilizza più spesso, mentre Trenord calcola i rimborsi sulla base della media totale delle linee (visto che si tratta di un abbonamento integrato)

Stando al documento che avvia il procedimento, «la modalità di elaborazione del valore dell’indennizzo degli abbonamenti integrati Ivol, così come calcolata da Trenord sulla base dell’andamento della totalità delle direttrici, non è conforme» ai paletti fissati dall’Art. La loro corretta interpretazione, specifica l’Autorità, «indica testualmente, quale parametro per il calcolo dell’indennizzo spettante al titolare di abbonamento integrato, l’andamento della direttrice che tale passeggero utilizza in maniera abituale». In altri termini: per calcolare i rimborsi (i ristori che periodicamente Trenord stabilisce sulla base della puntualità delle linee) bisognerebbe basarsi sulla linea che ciascun abbonato utilizza più spesso, mentre Trenord calcola i rimborsi sulla base della media totale delle linee (visto che si tratta di un abbonamento integrato). Per l’Art la violazione riguarda «il contenuto minimo degli specifici diritti, anche di natura risarcitoria, che gli utenti possono esigere nei confronti dei gestori dei servizi e delle infrastrutture di trasporto». Il procedimento potrebbe portare all’«eventuale adozione di un provvedimento sanzionatorio». Cifre non da poco, visto che – si legge nella delibera – «all’esito del procedimento, potrebbe essere irrogata nei confronti di Trenord una sanzione amministrativa pecuniaria fino ad un massimo del 10% del fatturato». Il fatturato di Trenord supera gli 800 milioni di euro annui. «Come sempre, Trenord – replica l’azienda in una nota – darà la massima disponibilità ad Art nell’interlocuzione finalizzata ad approfondire il tema relativo alle modalità di riconoscimento degli indennizzi ai titolari di abbonamenti integrati, approfondimento che costituisce l’oggetto del procedimento avviato dall’Autorità».

Il dibattito politico

Il tema accende anche il dibattito politico, già alimentato nei mesi scorsi dai nuovi criteri di erogazione del bonus (non più riconosciuto automaticamente, ma su richiesta dell’abbonato): «Ogni mese che passa viene a galla un nuovo sgarbo di Trenord ai danni dei pendolari – è l’affondo di Davide Casati e Jacopo Scandella, consiglieri regionali del Partito democratico –. Dopo l’arbitraria cancellazione del bonus, l’Art bacchetta l’azienda anche sugli indennizzi, che ingiustamente per oltre cinque anni non sono stati riconosciuti ai pendolari che percorrono le tratte più lunghe o che passano più tempo sui mezzi pubblici, quelli che hanno acquistato l’abbonamento che permette di viaggiare con ogni mezzo pubblico. La società si è fatta un altro sconto sui rimborsi che deve agli utenti per ripagarli dei disservizi subiti. È un tema che avevamo già sollevato e che sarà oggetto di un ordine del giorno del nostro gruppo, che andrà in Aula la prossima settimana. La domanda di fondo è sempre la stessa: perché Fontana e l’assessore Lucente non pretendono dalla dirigenza di Trenord il rispetto per i pendolari? Perché stanno sempre dalla parte della società e dei suoi conti, e mai da quella dei cittadini? Sulla cancellazione del bonus avevano detto di essere stati costretti dalle decisioni dell’Art, che poi li ha smentiti. Ora li sbugiarda anche sull’indennizzo. Per fortuna che a difendere i pendolari c’è l’Art».

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