Ricerca scientifica, accordo tra l’Università di Bergamo e il Mario Negri

L’INTESA. Un progetto che coinvolge l’Università degli studi di Bergamo e l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, ora uniti da un accordo di durata triennale con possibilità di rinnovo, che mira a rafforzare la collaborazione tra le due istituzioni nell’ambito della didattica e della ricerca scientifica, con particolare riferimento all’ingegneria biomedica.

L’accordo, sottoscritto dal rettore dell’Università degli studi di Bergamo Sergio Cavalieri e dal direttore dell’Istituto Mario Negri Giuseppe Remuzzi, è stato presentato lunedì 3 marzo.

Che cosa riguarda l’accordo

La convenzione prevede la realizzazione di attività formative per gli studenti dell’Università di Bergamo, dai corsi di laurea triennale e magistrale fino ai dottorati di ricerca; lo sviluppo di progetti di ricerca congiunti in ambiti di interesse comune e l’istituzione di un laboratorio congiunto di meccanobiologia per la medicina, che consentirà lo svolgimento di studi avanzati nel settore, sfruttando le attrezzature e le competenze tecnico-scientifiche di entrambe le istituzioni e favorendo lo scambio di conoscenze e l’integrazione tra didattica e ricerca applicata.

Nuove attività di ricerca

L’Università degli studi di Bergamo metterà a disposizione le proprie attrezzature e competenze presso la sede di Dalmine, mentre l’Istituto Mario Negri ospiterà attività di ricerca presso la sede del Centro Anna Maria Astori di Bergamo e del Centro di Ricerche cliniche per le malattie rare “Aldo e Cele Daccò” di Ranica.

L’accordo si inserisce in una cornice di attività già avviate tra i due enti, legati anche dal partenariato del Centro di Ateneo per la Longevità in salute (Centre for Healthy Longevity - CHL), che prende origine dall’impegno nell’ambito Stili di vita, salute e benessere della persona espresso nel Piano Strategico di Ateneo 23-27, e dal corso di dottorato Health and Longevity PhD Program.

Focus sull’ingegneria biomedica

«I progressi della medicina sono sempre più basati sullo sviluppo di tecnologie che costituiscono oggi una parte preponderante delle attività di medici e infermieri – spiega il Sergio Cavalieri –. Lo sviluppo e l’utilizzo di questi sistemi richiede una sempre più stretta collaborazione tra medici e ingegneri. Anche nell’ambito dell’area ingegneristica dell’Università di Bergamo, si sono sviluppate nuove aree di ricerca nel settore dell’ingegneria biomedica: è proprio in base alla stretta collaborazione tra ingegneri, medici e biologi che si possono fare progressi nella ricerca e nella clinica. Presupposto di queste attività di ricerca sono le attività didattiche dell’Università degli studi di Bergamo nell’area della salute: circa dieci anni fa è stato infatti attivato un corso di Laurea Triennale in ‘Ingegneria delle Tecnologie per la Salute’, seguito dal corso di Laurea Magistrale in ‘Medical Engineering’. La collaborazione instaurata con l’Istituto Mario Negri rappresenta un ulteriore, fondamentale passo per rafforzare l’asse tra formazione e ricerca scientifica».

«Il rinnovo del contratto di collaborazione permetterà di incrementare la qualità delle attività didattiche e di ricerca favorendo la formazione e l’occupazione dei giovani, sia a livello della ricerca scientifica in ambito biomedico che della cura e dell’assistenza»

Soddisfazione espressa anche dal direttore dell’Istituto Mario Negri Giuseppe Remuzzi: «Da diversi anni i nostri due enti collaborano per svolgere in modo congiunto attività di ricerca scientifica in ambito biomedico e di supporto alla didattica, in particolare nell’ambito della bioingegneria, della biologia cellulare, dell’elaborazione delle immagini medicali, delle patologie vascolari e renali. Il rinnovo del contratto di collaborazione permetterà di incrementare la qualità delle attività didattiche e di ricerca favorendo la formazione e l’occupazione dei giovani, sia a livello della ricerca scientifica in ambito biomedico che della cura e dell’assistenza».

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