Rete bergamasca contro la violenza di genere, il presidio: «Non smettete di autodeterminarvi» - Foto e video

VIOLENZA DI GENERE. Il primo presidio dell’anno si è svolto mercoledì 8 gennaio in largo Rezzara, a Bergamo. Per continuare a sostenere tutte le donne vittime di violenza.

«È il primo presidio dell’ anno e speravamo di non doverlo iniziare con un tentato e, speriamo, sventato femminicidio». Sara Modora, coordinatrice del Centro antiviolenza aiuto donna di Bergamo, durante il presidio contro la violenza di genere della serata dell’8 gennaio in Largo Rezzara, vuole mantenere un riserbo nei confronti di Daniela, la donna che nella mattinata del 6 gennaio è stata accoltellata fuori dal supermercato Lidl a Seriate dal marito.

A Bergamo 1250 richieste di aiuto

Ma il caso di Daniela non può che serpeggiare tra i presenti e tra le sagome che riportano un numero: 1250. Che sono le richieste di aiuto ai centri antiviolenza di Bergamo e provincia.

«Queste sagome hanno sempre riportato i nomi delle donne vittime di femminicidio in Italia», spiegano le rappresentanti della Rete bergamasca contro la violenza di genere, organizzatrici del presidio. «D’ora in poi sulle sagome vogliamo raccontare cosa viene fatto a livello locale e nazionale per contrastare la violenza di genere e raccontare le nostre proposte che portino a qualcosa di concreto».

«Purtroppo non ci aspettavamo un avvio d’anno diverso - continua Modora - quello che unisce tutti i casi di violenza è l’ incapacità di accettare che le donne vogliano determinarsi e possano dire no. Per questo continuiamo a dire alle donne di non smettere nel proprio progetto di autodeterminazione, rimanendo prudenti». Presenti al presidio anche la sindaca Elena Carnevali e l’assessore Marcella Messina (politiche sociali) e Marzia Marchesi (servizi educativi). «Il contrasto alla violenza di genere è un tema vicino all’ amministrazione», ha detto Carnevali ai margini.

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