Regionali, 891 mila bergamaschi alle urne. Ecco come si vota domenica 12 e lunedì 13 febbraio

La guida. L’elettore può scegliere il candidato presidente direttamente o tramite una lista che lo sostiene. O entrambi. Voto disgiunto ammesso a differenza delle Politiche. Possibile esprimere una preferenza o due, ma di sesso diverso.

Sono 890.991 (449.788 donne e 441.203 uomini) i bergamaschi che hanno diritto al voto per le elezioni Regionali in programma il 12 e 13 febbraio: si va dagli 87 elettori di Piazzolo ai 95.013 del capoluogo. A partire dalle 16 di sabato 11 febbraio, presidenti e scrutatori si sono insediati in 967 seggi ordinari del territorio provinciale, ai quali si aggiungono 8 seggi ospedalieri. Le porte per gli elettori saranno aperte dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì. Concluse le operazioni di voto, subito dopo partirà lo scrutinio delle schede (unica, di colore verde): prima il conteggio dei voti per i candidati presidente, poi quello delle liste collegate. In Prefettura la «cabina di regia», per intervenire in caso di problemi tecnici.

L’ultima chiamata alle urne è ancora fresca, il 25 settembre per le Politiche, ma il voto delle Regionali porta con sé alcune importanti differenze. Innanzitutto, come detto, si vota su due giorni: domenica 12 febbraio dalle 7 alle 23, lunedì 13 febbraio dalle 7 alle 15; come sempre, gli elettori dovranno presentarsi al seggio di riferimento muniti di tessera elettorale e di documento di identità valido. La vera differenza, però, è nelle modalità con cui si esprime il proprio voto.

Il voto «classico»

In cabina, l’elettore può fare scelte diverse. Può votare solo il candidato presidente, cioè tracciare una X sui nomi di Attilio Fontana, Pierfrancesco Majorino, Mara Ghidorzi o Letizia Moratti, senza necessariamente barrare anche una lista (cioè il simbolo di un partito); in questo caso il voto non si estende alle liste collegate. Oppure l’elettore può votare solo per una lista (la X solo sul simbolo del partito prescelto): in questo caso il voto si estende automaticamente al candidato presidente collegato a quel partito. Oppure ancora, l’elettore può mettere la X sul nome del candidato presidente e anche su una delle liste collegate a quel presidente (cioè un partito della coalizione che lo sostiene).

Il voto disgiunto

C’è poi un’ulteriore possibilità: il voto disgiunto. Un’opzione, questa, che non è possibile alle Politiche, ma che è ammessa nelle elezioni Comunali per le località al di sopra dei 15mila abitanti. Il 12 e il 13 febbraio l’elettore può appunto votare un candidato presidente e, contemporaneamente, tracciare la X anche sulla lista di un partito che sostiene un altro candidato presidente. A che cosa serve? In sostanza, serve nel caso un elettore gradisca un determinato candidato presidente (alle Regionali vince il presidente che prende un voto più degli altri) ma preferisca contemporaneamente votare il partito di un’altra coalizione (e il voto di lista influisce sulla ripartizione dei seggi tra i partiti).

Le preferenze

Analogamente alle Comunali, anche alle Regionali è in vigore il sistema delle preferenze. Nel momento in cui l’elettore mette la X su una specifica lista, può esprimere una o due preferenze, cioè può indicare il nome di uno o due candidati consiglieri. In caso di doppia preferenza, si devono indicare due candidati di sesso differente; in caso contrario (cioè se si indicano due uomini o due donne) la seconda preferenza è nulla e resta invece valida la prima.

Chi vince

Guiderà la Lombardia il candidato che ottiene più voti, senza ballottaggio: non è necessario avere il 50% + 1 dei voti, ma semplicemente un voto in più degli altri. Il nuovo Consiglio regionale sarà composto da 80 consiglieri (compreso il presidente e anche il secondo classificato tra i candidati presidenti); la circoscrizione di Bergamo esprimerà 9 consiglieri.

Segui a partire da lunedì 13 febbraio lo speciale elezioni sul sito de «L’Eco di Bergamo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA