Referendum, pronta la «macchina elettorale». Un esercito di 520 scrutatori

La consultazione Domenica alle urne per i cinque quesiti sulla giustizia. A Bergamo reclutati tutti gli incaricati dello spoglio, mentre i presidenti di seggio sono 103.

La battaglia referendaria si gioca sul filo del quorum. E che lo slancio partecipativo sia piuttosto contenuto, lo indica il «dietro le quinte» delle urne: si è faticato a trovare i presidenti di sezione. I n prima battuta, hanno rinunciato 24 presidenti su 103. «Sono stati comunque nominati tutti i sostituti, la “macchina” del referendum è pronta», spiega Giacomo Angeloni, assessore all’Anagrafe. È andata meglio invece con gli scrutatori, un piccolo esercito di 520 persone: 5 per ognuno dei 103 segg i, più altre cinque figure per i seggi speciali. «Su questo fronte abbiamo ricevuto buone disponibili, anche oltre quello che era il numero necessario – aggiunge Angeloni –: l’appello online ha dato buoni frutti».

L’ufficio elettorale resterà aperto anche il giorno delle elezioni, come sempre, per ogni necessità. Sul sito del Comune (www.comune.bergamo.it) è disponibile un’apposita sezione con tutte le informazioni

Al voto solo domenica

Si voterà nella sola giornata di domenica 12 giugno, dalle 7 alle 23, e si dovrà porre la X su cinque quesiti. Sono 94.881 gli elettori chiamati alle urne in città. Il lavoro degli uffici di Palazzo Frizzoni si intensifica: «Stiamo finendo di distribuire le tessere elettorali e le schede a chi ha cambiato seggio recentemente, nella consegna ci stanno aiutando i City Angels e le associazioni d’arma – spiega Angeloni –. L’ufficio elettorale resterà aperto anche il giorno delle elezioni, come sempre, per ogni necessità. Sul sito del Comune (www.comune.bergamo.it) è disponibile un’apposita sezione con tutte le informazioni. Tra oggi e domani si completerà la formazione dei presidenti di seggio: «Abbiamo eliminato ufficialmente la carta per la trasmissione dei dati, si fa tutto tramite tablet», aggiunge l’assessore.

Con l’anno scolastico ormai al termine, i problemi sono quasi azzerati. «I nuovi seggi fuori dalle scuole avevano già debuttato in occasione del precedente referendum – ricorda Angeloni -: il 60% dei seggi è in locali diversi dalle scuole per garantire la continuità delle lezioni, al di là di questa tornata elettorale che non impatta sull’anno scolastico».

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