Redona perde Alessandra, «un esempio di speranza»

IL LUTTO. Tre figli, viveva a Redona: si è spenta a 49 anni per malattia. Il marito Giuliano: «Un raggio di luce, ci ha insegnato i veri valori».

Il marito Giuliano lo ripete a tutti: Alessandra era un raggio di luce. «Un faro», dice la sorella Domenica, che splenderà oltre il tempo, «sine die», come aveva tatuato sul suo corpo. E tutti la ricordano così, per la sua luminosità accesa in un bellissimo sorriso. Alessandra Beretta si è spenta sabato, a 49 anni, a causa di un tumore, ma l’amore che ha trasmesso rimane come un dono e pervade ancora la casa di via Papa Leone XIII a Redona, dove viveva insieme al marito Giuliano Castoldi, ai tre figli Anna di 12 anni, Pierluigi di 10 e Pietro di 8, e ai loro due cagnolini.

Il marito: «Ha affrontato la malattia, una malattia violenta, sempre con il sorriso. È stata un esempio incredibile di forza e di resilienza, anche per i bambini. Ha trasmesso a tutti una grande serenità»

«Vietato piangere»

Il loro «nido» è un viavai continuo di familiari, parenti, amici e conoscenti che accorrono per salutarla un’ultima volta, anche da lontano, fin da Bologna e Lucca. Ma a tutti «è vietato piangere» ricorda Giuliano. Desidera che la sua Alessandra sia ricordata con la gioia con cui lei stessa ha vissuto. «Ha affrontato la malattia, una malattia violenta, sempre con il sorriso. È stata un esempio incredibile di forza e di resilienza, anche per i bambini. Ha trasmesso a tutti una grande serenità». Aveva compiuto 49 anni giovedì e aveva brindato, come voleva che si facesse anche dopo la sua morte.

«Il suo pregio migliore era di non giudicare mai nessuno. Era molto accogliente e di ogni persona prendeva il bello. Una leader silenziosa»

Alessandra era per tutti una delle «panettiere Beretta», lo storico panificio di Curno di proprietà della sua famiglia nel quale aveva lavorato fino alla cessione dell’attività, nel 2015. Dietro al bancone, insieme alle sorelle, accoglieva i clienti, che le erano affezionati. «Era impossibile non innamorarsi di una persona con un sorriso così. Era molto carismatica. Lascia un vuoto pazzesco» dice Domenica, una delle sue sorelle. Una famiglia grande e unita quella di Alessandra, che lascia appunto anche i cinque fratelli Laura, Emanuela, Domenica, Luigi e Francesco. Dopo la vendita del panificio si era trasferita con la famiglia in città, dove aveva iniziato a insegnare pilates al Centro Ananda di via Mai. «Era appassionata di sport - aggiunge Giuliano -. Un suo rammarico era di non potere più insegnare. Era richiesta per la sua bravura». Amava viaggiare e amava la vita, in quel modo profondo che, racconta il marito, le permetteva di godere fino in fondo anche della cosa più semplice, come un aperitivo in compagnia. Ma più di tutto, di Alessandra colpiva l’umanità: «Il suo pregio migliore era di non giudicare mai nessuno. Era molto accogliente e di ogni persona prendeva il bello. Una leader silenziosa».

«Mi ha dato tutti gli strumenti per andare avanti»

«Mi ha insegnato i valori della vita»

È stata capace di dare serenità anche negli ultimi giorni, quando non smetteva di guardare al futuro della sua famiglia. «Mi ha dato tutti gli strumenti per andare avanti. La sera ci mettevamo con il quaderno e mi diceva: “Prendi appunti”. Voleva che i bambini da gennaio iniziassero un corso di inglese e di sci. E dato che le feste si avvicinano mi diceva: “Ora arriva Natale, ti intristisci. Vai al caldo con i bambini”». Le vacanze le passeranno come voleva Alessandra. E non potrebbe essere altrimenti per i bambini e per Giuliano, che di lei portano dentro la speranza incrollabile. «Mi ha insegnato i valori della vita». I funerali mercoledì alle 14,30 nella chiesa parrocchiale di Redona.

© RIPRODUZIONE RISERVATA