Reddito di cittadinanza, il sindaco:
«Flop e caos, i cittadini disorientati»

Sulle card importi ben inferiori ai 780 euro, platea dimezzata rispetto al Rei: da 400 a 220 beneficiari. «Proteste in Comune, anche se è escluso dalla gestione del bonus».

«Ma come mai ho solo 40 euro caricati sulla card?»; «Cosa devo fare ora?». Sono le domande - spesso poste con toni piuttosto accesi - che i Servizi sociali del Comune si sentono rivolgere dai beneficiari (o dai richiedenti) del Reddito di cittadinanza. «C’è molto bisogno di informazioni e orientamento, le persone sono molto destabilizzate. E anche noi dobbiamo tenerci costantemente aggiornate per seguire l’evoluzione della situazione», confermano Gabriella Paganelli, responsabile dell’ufficio di piano dell’ambito di Bergamo, e Monica Locatelli, responsabile dello Sportello contributi e accesso ai servizi sociali.

La misura contro la povertà istituita dal governo gialloverde il marzo scorso, secondo il sindaco Giorgio Gori, oltre a essere un flop (la platea è dimezzata rispetto a chi percepiva il Reddito d’inclusione), «sta generando solo confusione e recriminazioni». Palafrizzoni non ha alcun ruolo nella gestione del contributo (se non nel verificare i requisiti anagrafici, cioé la residenza da 10 anni in Italia, in modo continuativo negli ultimi due, dopo che il bonus è stato concesso) in attesa dei decreti attutivi che lo coinvolgeranno in una seconda fase per la sottoscrizione del «Patto per l’inclusione sociale». Si trova però a dover gestire «tutta una serie di difficoltà e proteste dei cittadini, che si presentano delusi soprattutto per lo scarto tra le aspettative e le cifre realmente riconosciute, ben distanti dagli sbandierati 780 euro al mese».

I dati

Il sindaco presenta i dati. Erano 400 i beneficiari del Rei (la misura del precedente governo, interrotta dalla fine del febbraio scorso ma che continua per chi aveva i requisiti fino alla scadenza dei 18 mesi) di cui ne restano 167 seguiti dai Servizi sociali: in parte sono decaduti per il venir meno dei requisiti, in parte per aver chiesto il Reddito di cittadinanza (al momento della domanda, infatti, il Rei cessa automaticamente). Quasi la metà, invece, i destinatari del Reddito di cittadinanza, 220 in totale: 130 si sono presentati spontaneamente ai Centri per l’impiego (di cui 51 ex beneficiari Rei e 79 «nuovi») più 90 segnalati dall’Inps. Due l’ordine di problemi da affrontare: «Da una parte le persone seguite sono diminuite, dall’altra, essendo il Comune all’oscuro dei nominativi e degli importi di chi percepisce il Reddito di cittadinanza (perché la piattaforma ministeriale che dovrebbe incrociare i dati non è ancora accessibile), i beneficiari possono continuare a ricevere dei sussidi comunali, con una “sovrapposizione” dei contributi». E il «bello» deve ancora venire.

«Misura incompiuta»

A che punto è il provvedimento? Al momento i cittadini che hanno fatto domanda tramite Caaf, Poste e online, se ne hanno diritto stanno ricevendo gli sms di conferma. In questo caso vanno a ritirare la card alle Poste, caricate con gli importi mensili dovuti. «Con le detrazioni applicate (e col conteggio in molti casi del Rei) molti ricevono solo 40 euro, ben lontani dai 780 euro che quasi tutti si immaginavano». Per ora si è fermi qui. Mancano infatti i decreti attuativi per la «fase 2», quella del Patto per il lavoro (a carico dei Centri per l’impiego) e dei Patti per l’inclusione, che chiamerà in causa appunto il Comune. «Che è già pronto – fa presente l’assessore alle Politiche sociali Marcella Messina –, con una équipe multiprofessionale per accogliere e portare avanti i progetti di inclusione sociale». A livello provinciale si è già anche costituita una Cabina di regia per attivare un modello di gestione condivisa del Reddito di cittadinanza. Anche quello in stand by, in attesa di capire chi deve fare cosa. E la «portata» della misura.

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