Redditi in aumento, Bergamo a due velocità e il centro «doppia» la periferia

È una città a due velocità, e non è solo un modo di dire. Lo si coglie ad esempio guardando i redditi, perché i quartieri più «ricchi» doppiano quelli più «poveri». Non è una tendenza nuova, ma è un trend amplificatosi nel post-Covid, con una crescita maggiore dei guadagni già alti rispetto a quelli più bassi.

La conferma è nei dati che InTwig – società bergamasca di «data intelligence» – ha elaborato partendo dalla mole di cifre messe a disposizione dal ministero dell’Economia e delle Finanze, con la pubblicazione delle statistiche sui redditi del 2021 (condensati nei 730 presentati nel 2022). Per esempio, nello spicchio di città che ha come Cap il 24121, cioè la zona tra viale Papa Giovanni e via Pignolo, il reddito medio è stato pari a 44.466 euro, in aumento di ben 5.576 euro (+14,3%) rispetto al 2020; in coda c’è invece il Cap 24126, che comprende sostanzialmente Campagnola, Carnovali e Colognola, dove il reddito medio del 2021 si è attestato a 22.475 euro, pur in crescita di 784 euro rispetto all’anno precedente (ma è «solo» un +3,6%). E dunque: il quartiere più «ricco» ha un reddito medio appunto doppio rispetto al più «povero», e quel reddito già alto è cresciuto percentualmente quasi quattro volte rispetto all’incremento di cui hanno beneficiato i quartieri «fanalini».

La classifica

Dopo la flessione del 2020, col «contagio economico» innescato dallo scoppio violentissimo della pandemia, in generale nel 2021 i redditi sono tornati a salire. La media cittadina (e Bergamo è il terzo capoluogo in Italia, per reddito medio pro capite) è di 29.090 euro, in crescita del 6,8% (+1.848 euro) in dodici mesi. Detto dei rioni più «ricchi», la classifica non porge particolari scossoni. Città Alta e Longuelo (il Cap 24129) mantengono il terzo posto con 38.228 euro (+2.532 euro in un anno, cioè +7,1%), Loreto-Santa Lucia-San Paolo (il Cap 24128) in terza piazza a quota 34.401 euro (+2.169 euro, pari al +6,7%). A risaltare è in qualche maniera la «stagnazione» dell’area ovest del Centro, quella col Cap 24122 e che comprende grosso modo Sant’Alessandro: qui il reddito medio è di 31.350 euro, il quarto più alto tra gli spicchi della città, ma nel 2021 è cresciuto solo di 258 euro rispetto al 2021, cioè appena dello 0,8%.

Una buona performance è quella di Redona e Borgo Santa Caterina (il Cap 24124), l’unica area a scalare una posizione in classifica: qui si guadagna in media 28.437 euro, 1.820 in più del 2020 (+6,8%), e questa crescita ha permesso di superare l’area del Cap 24123 (Conca Fiorita, Monterosso, Valtesse-San Colombano, Valtesse Sant’Antonio), il cui reddito medio è di 28.277 euro (+1.034 euro in un anno, +3,8%), e che ha perso una posizione nel giro di un anno perché è cresciuto meno rispetto alla «concorrenza». In coda la situazione è immutata, e peraltro la crescita dei redditi è proporzionalmente più contenuta che altrove: il Cap 24127 (Grumello, Malpensata, San Tomaso, Villaggio degli Sposi) è a quota 23.311 euro (+846 euro, +5,4%), il Cap 24125 (Boccaleone, Borgo Palazzo, Celadina) si attesta a 23.150 euro (+1.195 euro, +5,4%), infine il Cap 24126 (Campagnola, Carnovali, Colognola) viaggia come detto a 22.475 euro (+784 euro, +3,6%).

Raffronto con Brescia e Milano

Ma cosa accade nelle altre città? A Brescia, ad esempio, la zona più ricca è quella col Cap 25121, il centro (piazza Vittoria, piazza della Loggia), con un reddito medio di 34.500 euro, mentre in coda c’è il Cap 25134, San Polo, con 19.674: la forbice tra quartieri è più stretta, ma i redditi sono mediamente più bassi. Le disuguaglianze si colgono ovviamente più plasticamente a Milano: chi vive nella zona del Cap 15146, tra Brera, Moscova e Caironi, guadagna in media 94.554 euro; chi sul proprio indirizzo ha il Cap 20162 e quindi vive a Quarto Oggiaro, ha un reddito di 17.986 euro in media (meno di un quinto del quartiere più ricco).