Quattro milioni per il trasporto pubblico, ma all’appello ne mancano altrettanti

Per la Bergamasca. I 125 milioni ministeriali ripartiti tra le sei Agenzie del trasporto pubblico locale e Trenord.Terzi: «Così garantiamo l’equilibrio finanziario per il 2021». Grassi: «Le risorse non bastano. E c’è l’incognita 2022».

Quasi all’alba del 2023, martedì 6 dicembre è arrivata un’altra tranche dei ristori per i mancati ricavi del 2021. Per il trasporto pubblico locale della Lombardia si sbloccano 125 milioni di euro, di cui 4 in Bergamasca. È una piccola boccata d’ossigeno per il settore, che resta però in difficoltà. Difficoltà non da poco: perché il «buco» del 2021 non è stato ancora del tutto colmato, perché sul 2022 ci sono poche certezze e perché anche sul 2023 peseranno le difficoltà. In sintesi: qualcosa sul piatto è stato messo, ma senza ulteriori interventi il rischio è un «ripensamento» dei servizi. E con qualche rimodulazione o «taglio» alle corse, anche se l’ipotesi al momento è solo tale, in attesa di capire quanto ancora arriverà in termini di contributi. Il punto di partenza, intanto, è appunto in questa nuova fetta di risorse. Ieri la giunta regionale ha infatti approvato la delibera che destina 125,1 milioni di euro di risorse ministeriali per le aziende del Tpl lombardo, per la compensazione della «riduzione dei ricavi da tariffa» 2021 (cioè per le minori entrate dovute al minor numero di biglietti e abbonamenti venduti) a seguito delle restrizioni dettate dall’emergenza pandemica.

Nel dettaglio, ieri, Palazzo Lombardia ha delineato la suddivisione di 104,6 milioni di euro tra le sei Agenzie del Tpl e Trenord, mentre gli altri 20,5 milioni di euro saranno riconosciuti – questa la formulazione tecnica – «solo a seguito della conclusione, da parte degli enti affidanti, delle verifiche di non sovracompensazione previste dalla normativa di settore». All’Agenzia per il trasporto pubblico di Bergamo andranno circa 4 milioni (4.070.091 euro, per la precisione); nelle «quote» ci sono anche i 35,6 milioni di euro destinati a Trenord e i 251.708 euro per l’Autorità di bacino lacuale dei laghi d’Iseo, Endine e Moro. Poi, il resto della «torta»: quasi 5,8 milioni all’Agenzia per il Tpl di Brescia, oltre 5,2 milioni all’Agenzia di Como-Lecco-Varese, più di 51,2 milioni di euro per l’Agenzia di Milano-Monza-Lodi-Pavia, 2 milioni per l’Agenzia di Cremona-Mantova e 321mila euro per quella di Sondrio.

«Un aiuto alle aziende del Tpl»

Per Claudia Terzi, assessore alle Infrastrutture e trasporti di Regione Lombardia che ha proposto la delibera, «si tratta di risorse necessarie per ristorare le aziende del trasporto pubblico locale che hanno subito gravi perdite durante l’emergenza Covid. Le compensazioni dei mancati ricavi sono utili a garantire un equilibrio finanziario alle imprese del settore, che erogano un servizio pubblico imprescindibile». Per i mancati ricavi del 2021 erano già stati destinati alla Lombardia (e ripartiti alle aziende) altri 80 milioni di euro circa, tramite precedenti provvedimenti statali; con il totale delle risorse assegnate alla Lombardia per il 2021 sale dunque a 205 milioni di euro.

«Mancano» altri 4 milioni

Ma bastano, queste risorse? Per il sistema-Bergamo, no: il «segno meno» registrato a consuntivo dello scorso è stato infatti ben più consistente. «Nel 2021 – spiega Emilio Grassi, direttore dell’Agenzia per il Tpl di Bergamo – le aziende bergamasche hanno registrato un “buco” di 14 milioni di euro. Nei mesi scorsi erano già arrivati circa 6 milioni di euro, aggiungendo questi nuovi 4 milioni si arriva a 10 milioni: c’è ancora una certa differenza, e finora le risorse non sono sufficienti per coprire il 2021».

Il presente, tra l’altro, non è certo dei più rosei: «Per il “buco” del 2022 ancora non ci sono notizie di interventi. Il sistema è ancora a livelli del 15-16% inferiori rispetto al 2019, vuol dire ancora 5-6 milioni di mancati ricavi annui – ragiona Grassi -. Senza parlare dei costi in aumento. Così, anche il 2023 sarà un anno di difficoltà: facciamo i conti con un’inflazione vicina alle due cifre, a fronte di un aumento dei contributi del 2%. Se la prospettiva è questa, si aprirà una stagione di ripensamento per le corse. È prematuro dire quali iniziative potrebbero essere messe in campo, ma una preoccupazione c’è».

Servirebbe un intervento forte, per dare il giusto ossigeno al trasporto pubblico e garantire il giusto servizio agli utenti: «I ristori non coprono tutto, e anche gli incrementi del Fondo nazionale dei trasporti non sono coerenti con l’aumento dell’inflazione – sintetizza Grassi -. Occorre un intervento forte sia ministeriale sia regionale, che porti risorse vere su un settore in sofferenza. Non dimentichiamoci che il trasporto pubblico locale è uno dei servizi essenziali. Serve la giusta strategia».

I comitati

Intanto anche il Coorcoge, il Coordinamento comitati e associazioni scuole superiori della provincia di Bergamo, e il comitato «Vado a scuola sicuro Bergamo e Brescia», si sono incontrati per fare il punto sulla situazione del Tpl nei rispettivi territori. «Desolatamente - scrivono Paola Pollini, Luciano Corlazzoli e Monica Ravasio -, abbiamo condiviso l’elenco dei disagi e delle criticità che si abbattono ormai da troppo tempo sugli utenti, in particolare sugli studenti». «Riscontriamo traffico privato sempre più intenso, numero di autobus e corse fortemente insufficienti nelle ore di punta, risorse inadeguate ai bisogni e alle richieste, costi aumentati e nessuna novità economica all’orizzonte su questo capitolo con una prospettiva per il 2023 che parla di nuovi tagli possibili».

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