Quarantene, ora il pressing delle Regioni con il governo: «Vanno riviste le regole»

La richiesta I riflessi sull’operatività delle aziende si stano facendo sentire: oltre 166mila i lombardi in isolamento. In arrivo la circolare per ridurre i tempi. Approfondisci su L’Eco di Bergamo del 20 luglio.

La richiesta è stata avanzata, ma difficilmente sarà accolta in toto. Le Regioni hanno presentato al ministero della Salute la proposta di accorciare la durata dell’isolamento per i positivi al virus: in particolare, l’idea degli assessori regionali alla Salute è quella di passare a un meccanismo che possa anticipare il tampone «liberatorio».

A oggi, a prescindere dalla sintomatologia, l’isolamento dura un minimo 7 giorni (se il primo tampone di controllo è negativo); la bozza delle Regioni cambierebbe così le regole: se non si hanno sintomi da 48 ore, ci si potrà già sottoporre al tampone di controllo anche senza aspettare appunto il settimo giorno; e se il tampone è positivo, si conclude immediatamente l’isolamento. Il confronto tra Regioni e ministero è avvenuto venerdì, la circolare che taglia l’isolamento domiciliare dei postivi negati al tampone è già scritta e verrà promulgata la prossima settimana, se non prima. «Sappiamo che il ministero sta lavorando sull’argomento delle quarantene. Quando avrà completato le sue valutazioni, valuteremo a nostra volta» ha detto martedì 19 luglio, a margine degli Stati generali della Long-term care, di Italia Longeva, il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, in merito alle riflessioni in corso sulla richiesta da parte delle Regioni di provvedimenti sulle quarantene light.

Oltre 166mila lombardi in isolamento

Al 16 luglio in Lombardia risultavano oltre 166mila cittadini in isolamento perché alle prese con l’infezione (circa 10mila i bergamaschi in isolamento). Appunto a fronte di 166mila infetti, «solo» 1.548 erano ricoverati in ospedale (circa due terzi dei ricoverati, tra l’altro, sono in ospedale a causa di un’altra patologia ma hanno incidentalmente il tampone positivo): meno dell’1% degli infetti lombardi necessita quindi di ospedalizzazione, la proporzione è simile anche per quanto riguarda la Bergamasca (meno di 100 ricoverati a fronte di 10mila positivi, all’incirca).

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