Prove Invalsi, gli strascichi della pandemia. I risultati dei test ancora inferiori al 2019

SCUOLA. Bergamo sopra la media nazionale, ma pesa l’effetto «long Covid» sulle competenze: in calo gli esiti alle primarie, meglio gli studenti delle secondarie. Note dolenti matematica e italiano. Bene l’inglese. L’approfondimento su L’Eco di Bergamo di domenica 3 marzo.

La pandemia è finita, le sue conseguenze no. L’onda lunga dell’emergenza, del lockdown, della didattica a distanza si legge ancora nelle competenze degli studenti, specie per l’italiano e la matematica. Lo si coglie passando in rassegna i dati bergamaschi delle prove Invalsi dell’anno scolastico 2022/2023, svolte nella primavera dello scorso anno: nelle scuole primarie i risultati sono in costante calo rispetto al pre-Covid, mentre nelle scuole secondarie l’ultimo anno non ha visto cali eccessivi, seppur i valori rimangano mediamente ancora al di sotto di quelli del 2019. Non è certo una peculiarità bergamasca, ma una tendenza in atto in tutto il Paese, e anzi gli studenti della provincia di Bergamo confermano performance superiori alla media nazionale (specie alle superiori).

Primarie in difficoltà

È nel primo ciclo formativo, quello delle scuole primarie, che i risultati paiono più allarmanti. I test 2023 tra gli alunni bergamaschi del secondo anno di primaria hanno dato un punteggio medio di 196 sia in italiano sia in matematica, con una traiettoria di ulteriore discesa. Le conseguenze sono più difficoltà a comprendere un testo e a far di calcolo, anche nella vita di tutti i giorni. In quinta primaria cala anche la performance nell’inglese, seppur nove studenti bergamaschi su dieci raggiungano il livello richiesto.

Medie a due velocità

Dalle scuole secondarie in poi, i dati Invalsi si leggono in termini di percentuale degli studenti che raggiungono i «livelli obiettivo»: viene indicata la «quota» di alunni che possiedono le competenze ritenute fondamentali in quella classe. Tra gli studenti bergamaschi di terza media, ce la fanno circa due su tre nelle materie «classiche»: ha quelle competenze il 66% degli alunni per quel che riguarda l’italiano e il 65% per la matematica. Numeri alla mano, a differenza delle scuole primarie non c’è un particolare peggioramento recente, quanto una tendenza più lineare, ma il gap rispetto alle valutazioni del pre-Covid è lampante. Fa eccezione l’inglese, perché i risultati odierni pareggiano sostanzialmente quelli del pre-Covid: nella lettura raggiunge il «livello-obiettivo» l’87% degli studenti nell’ascolto il 77%.

Superiori, timida inversione

Sempre comparando il 2023 col 2022, nelle materie «classiche» c’è un’unica classe che ha fatto meglio dei colleghi dell’anno precedente: accade tra gli studenti della seconda superiore, dove nel 2023 il 71% dei bergamaschi ha centrato il «livello obiettivo» in matematica contro il 70% di chi ha fatto il test nel 2022. I dati confermano anche alle superiori la linearità degli ultimissimi anni, in maniera simile alle medie. Ma, anche qui, il solco col 2019 è sempre ben evidente. Il «contropiede» arriva dall’inglese, e sempre dai ragazzi che lo scorso anno si sono diplomati: in quelle classi la competenza di lettura migliora rispetto al 2022 ed è sostanzialmente in linea col 2019 mentre la competenza nell’ascolto vanta già 4 punti percentuali più del 2019.

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