Professore picchiato da uno studente, «Raffica di pugni in testa»

ILCASO. Sergio Orlandi, 60 anni, di Fara d’Adda, insegna alle medie di Inzago. L’agguato con un complice: «Mi ha detto: qui non siamo a scuola»

«Come sto ora? Mah, un po’ meglio. Mi sto riprendendo. E per fortuna sono riuscito a darmela a gambe, altrimenti non so come sarebbe finita». Sergio Orlandi, 60 anni, di Fara d’Adda, è un musicista jazz molto conosciuto, oltre che, da una dozzina d’anni, insegnante alle scuole medie a Treviglio, Terno d’Isola, Bariano, Treviolo. Da quest’anno scolastico è docente di Educazione musicale alle Medie di Inzago, nel Milanese. E proprio nella piazza di quel paese, attorno alla mezzanotte di venerdì scorso, 28 febbraio, è stato malmenato da un quattordicenne, suo studente di terza media, e da un altro ragazzo, forse maggiorenne, che era con lui.

«Mi hanno picchiato mentre ero in auto»

«Sono stati una furia – spiega Orlando, che da qualche mese si è trasferito a Inzago anche a vivere –: ho preso una raffica di pugni in faccia mentre ero ancora seduto in macchina. Ero di ritorno da una serata dedicata a Enzo Jannacci al cineteatro Gavazzeni di Seriate e mi ero fermato in piazza a Inzago per fare due parole con un assessore che conosco in un vicino bar. Mi devono aver visto e, aspettato che tornassi all’auto, appena ci sono salito mi hanno avvicinato. Io ho anche abbassato il finestrino per salutarlo. “E ora come la mettiamo? Qui non siamo a scuola”, mi ha detto. E poi hanno aperto la portiera. Avevo già acceso l’auto, che si è spenta: pensavo solo a proteggermi dalla raffica di pugni. Poi sono riuscito a rimettere in moto e ad allontanarmi. Per fortuna. Intorno non c’era nessuno».

«Avevo già acceso l’auto, che si è spenta: pensavo solo a proteggermi dalla raffica di pugni. Poi sono riuscito a rimettere in moto e ad allontanarmi. Per fortuna. Intorno non c’era nessuno».

Il prof si è portato all’ospedale di Melzo per farsi medicare: venti i giorni di prognosi per una frattura composta tra naso e mandibola, sul lato sinistro del viso. «A scuola rientrerò giovedì e saprò se sono stati presi provvedimenti nei confronti dello studente – aggiunge l’insegnante –: per il momento la dirigenza dell’istituto non ha voluto informare su questo aspetto. Nel contempo devo ammettere che sono rimasto davvero colpito dalla solidarietà che mi è arrivata praticamente da tutti: i miei colleghi insegnati, i ragazzi delle varie classi, dal comitato dei genitori, dall’amministrazione comunale e dai miei colleghi musicisti. Ho iniziato a insegnare a Inzago quest’anno e mi sono subito trovato bene. Anzi, mi trovo bene, nonostante questo episodio».

«Nessuna paura a tornare a scuola»

Con lo studente in passato c’erano stati screzi? «Soltanto richiami del tipo: “Stai zitto per favore o basta fare confusione”. Un classico quotidiano per un insegnante. Invece ora salta fuori che un docente, dal nulla e per nulla, può venire aggredito in modo così brutale, tanto da dover scappare. Paura a tornare in classe? Assolutamente no. È il mio lavoro e mi piace trasmettere la passione per la musica ai ragazzi. Fino a una dozzina d’anni fa ero solo musicista, ma poi, con la crisi del settore, ho affiancato questa attività all’insegnamento e sono contento di aver preso questa decisione. Anche questo episodio non mi ha certo fatto cambiare idea, anzi».

Orlandi ha un curriculum di tutto rispetto: diplomato trombettista al conservatorio di Bergamo, è stato per sette anni prima tromba all’orchestra della Rai, ha collaborato con nomi come Barry White e Renato Zero ed è stato turnista per Franco Battiato e Francesco Guccini. E poi l’impegno a Bergamo nell’associazione musicale «Suonintorno» di Stefano Bertoli, «dove ho una big band di appassionati che hanno tra i 15 e gli ottant’anni: una meraviglia davvero».

Presentata denuncia ai carabinieri

Sul piano legale, Orlandi ha sporto denuncia per l’aggressione ai carabinieri di Cassano d’Adda. «Sono passati ormai dieci giorni e mi sto riprendendo sul piano fisico: ho ancora qualche livido e qualche bernoccolo, che andranno via – spiega ancora il prof –. Sul piano psicologico, certo, sarà più difficile e lunga». Giovedì mattina Orlandi sarà di nuovo in cattedra e tornerà davanti ai suoi studenti delle tre classi di prima, seconda e terza media. «La passione per la musica e per l’insegnamento mi farà superare tutto questo – conclude Orlandi –: ma è chiaro che un episodio del genere non può passare sotto silenzio».

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