Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 13 Maggio 2020
Procura, in arrivo Chiappani
«Il più idoneo per Bergamo»
Nella giornata di mercoledì 13 maggio il plenum del Csm dovrebbe ratificare l’incarico all’attuale procuratore di Lecco dopo la proposta all’unanimità della V Commissione.
Il giudice Antonio Angelo Chiappani, attuale procuratore della Repubblica a Lecco, «risulta certamente il magistrato più idoneo, per attitudini e merito, al conferimento dell’ufficio di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo».
Antonio Chiappani è il migliore candidato possibile per il posto lasciato vacante dallo scomparso e rimpianto Walter Mapelli alla direzione della Procura di Bergamo, scrive la V Commissione del Csm nella relazione con cui motiva la proposta di assegnare al procuratore di Lecco l’ufficio di Piazza Dante già formulata all’unanimità a febbraio. Una trentina di pagine come biglietto da visita, firmate dal consigliere relatore Marco Mancinetti, che dovrebbe indurre il plenum del Csm a ratificare oggi la «nomina» di Chiappani a Bergamo affidandogli il ruolo ricoperto dall’aggiunto Maria Cristina Rota, facente funzione dall’aprile del 2019. Citando i precedenti pareri attitudinali del Consiglio giudiziario della Corte d’Appello di Milano, del novembre scorso, e quello più datato del Consiglio giudiziario di Brescia, la relazione del Csm tratteggia la figura di un «magistrato veramente esperto, perfettamente padrone sia della materia penalistica sostanziale e processuale che delle tecniche di investigazione e argomentazione, profuse con sagacia, impegno e acume in settori particolarmente complessi quali quelli da lui indagati»,. Il riferimento è alle carriera trentennale interamente svolta in Procura: entrato in magistratura nel 1983, Chiappani ha lavorato fino al 2014 alla Procura di Brescia, come sostituto, alla Dda dal ’94 al 2002, prima di essere nominato procuratore a Lecco. Nel suo vasto curriculum indagini sulla criminalità organizzata, il traffico di armi, lo sfruttamento della prostituzione minorile e il caporalato, con il primo caso di riduzione in schiavitù nel distretto di Brescia. Tra i casi più noti affrontati, il sequestro Soffiantini, un filone dell’inchiesta della strage di piazza della Loggia a Brescia, le indagini sulle connessioni a Brescia e a Cremona di cellule locali col terrorismo jihadista e il sistema di finanziamento islamico tramite money-transfer, il cosiddetto «hawala-Hindi», scoperto a Brescia nell’ambito delle indagini sugli attentati di Mumbay nel novembre del 2009. Nella relazione di accompagnamento per il plenum, il relatore del Csm sottolinea le attitudini organizzative e direttive di Chiappani, l’elevata produttività, «la notevole professionalità, la grande capacità e la vasta esperienza» mostrate alla guida della Procura di Lecco e in ogni caso nelle funzioni di magistrato requirente (sostanzialmente il pm) ricoperte in via esclusiva in 35 anni di carriera. L’esperienza è tra le chiavi della scelta di Chiappani rispetto agli altri tre candidati (erano originariamente nove) alla guida della Procura. Tra questi Enrico Pavone, già sostituto a Bergamo dal ’98 al 2009 e attualmente pm a Milano.
Sposato, nonno di recente, amante dei gialli, chi conosce Antonio Chiappani lo descrive come aperto ed espansivo, a volte fumantino. Dovesse essere ratificata dal plenum, la sua nomina a Bergamo rinnoverebbe una curiosa storia di incroci con Walter Mapelli, vicario a Lecco prima del suo arrivo e poi procuratore a Bergamo dove ora Chiappani dovrebbe raccoglierne l’eredità.
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