Primi tamponi dopo i test in città
L’incidenza dei positivi intorno al 3%

Eseguiti in totale 440 tamponi nella prima giornata: i casi positivi hanno un’incidenza intorno al 3%.

Eccoli, i primi positivi che arrivano dalla campagna di monitoraggio promossa dal Comune di Bergamo per testare gratuitamente 50 mila persone. Sono 13 persone risultate positive prima ai test sierologici e in seguito anche al tampone nasofaringeo. Rappresentano il 3% dei 440 tamponi già eseguiti. Solo due sono i casi effettivi, gli altri sono classificati come «debolmente positivi».

Una distinzione importante alla luce dello studio del San Matteo di Pavia che ha evidenziato come i debolmente positivi - secondo i ricercatori - «abbiano una quantità di virus così bassa e degradata da non poter contagiare».Si tratta di persone clinicamente guarite dal Covid-19, cioè senza più sintomi, ma ancora positive al tampone. Ora tutti, indistintamente, saranno presi in carico da Ats per la sorveglianza attiva, come da protocollo. A questi 13 bergamaschi potrebbero però aggiungersene altri 4, che dovranno ripetere il test perché risultato dubbio.

Per capire il reale impatto di questi primi positivi è bene spiegare il contesto e soprattutto il numero totale dei tamponi eseguiti finora per ricostruire l’incidenza della positività. I 13 casi infatti si riferiscono alla prima tornata di tamponi eseguiti venerdì. In totale sono 440, quindi si può dire che solo il 3% del totale risulta positivo. È solo una prima percentuale che potrebbe variare con il passare dei giorni. Già con gli esiti (attesi per mercoledì) dei 775 tamponi eseguiti lunedì si avrà un quadro consolidato. Allargando l’incidenza dei positivi al numero dei test sierologici svolti finora, gli scenari possibili sono due. Il primo, prudenziale, porterebbe alla scoperta di poco più di 100 nuovi casi positivi su tutte le 50 mila potenziali persone testate con i sierologici. Il secondo scenario, meno ottimistico, porta la stima tra i 300 e i 350 nuovi casi. Molto dipende anche dalle persone che decideranno di eseguire il test: ad oggi sono circa 14 mila. Un bacino destinato ad allargarsi da giovedì, quando verrà estesa la campagna anche agli over 64.

Proprio sui casi positivi che arriveranno dai tamponi post test sierologici è intervenuto il direttore generale di Ats Massimo Giupponi, che ospite di BergamoTV ha spiegato: «I dati dei positivi non devono spaventarci. Ci saranno anche nelle prossime giornate, perché facendo tanti tamponi è chiaro che emergono i positivi. Comunque solo per lo più debolmente positivi. Si tratterà di capire che significato hanno in termini di possibilità di trasmettere il virus».

Nel frattempo la stessa Ats ha iniziato a lavorare a un piano d’azione per l’autunno in collaborazione con tutti gli ordini professionali e i rappresentanti dei sindaci. Il punto di partenza è «l’Unità di governo delle reti territoriali per il Covid», la forma di raccordo delle reti che ha consentito di ottenere importanti risultati durante l’emergenza: dal reperimento dell’ossigeno ai Covid hotel. «A partire da quell’esperienza - spiega Giupponi -, che ha messo a sistema le competenze di ciascun componente favorendo sinergie, tutti i partecipanti hanno deciso di mantenere questo modus operandi in vista dell’autunno. Sono state individuate sette reti di intervento in cui coinvolgere i diversi stakeholders che hanno manifestato la loro disponibilità a collaborare con Ats: assistenza territoriale, sorveglianza, vaccinazioni, ossigenoterapia e farmaci, RSA/strutture sociosanitarie/degenze intermedie, comunicazione e approvvigionamenti/logistica. Ogni rete ha un referente dell’Agenzia di Tutela della Salute come punto di riferimento».

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