PostePay, occhio alle mail truffa
Adiconsum: «Vi rubano i dati»

Segnalate all’associazione dei consumatori false mail delle Poste che chiedono i dati dei conti per poi svuotarli.

«Negli ultimi periodi ci siamo trovati diversi casi di persone che si sono viste prelevare dal conto i soldi senza aver disposto alcun pagamento». A segnalarlo è Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo: «Alcuni utenti, intestatari di una PostaPay Evolution, si sono visti arrivare un messaggio nella propria casella di posta elettronica che ricordava in tutto e per tutto una comunicazione ufficiale di Poste Italiane.

Nell’ultimo caso da noi seguito, addirittura l’email era compatibile con una richiesta di ricollegamento al numero telefonico fatta in filiale, ma il prelievo di 900 euro è stato dirottato su un conto a Malta». Nella mail si richiedevano alcuni dati inerenti il conto, attraverso un link che riportava ad una pagina che assomigliava nella grafica al portale ufficiale di Poste Italiane ma che, di fatto, era un sito fake gestito da truffatori che, una volta ottenuti i dati richiesti, utilizzavano quanto in loro possesso per svuotare i conti e portare a termine la frode».

Sono stati resi noti proprio nei giorni scorsi i dati dell’attività 2019 della Polizia postale, che conferma l’aumento di truffe e frodi informatiche: nell’anno appena trascorso gli agenti hanno effettuato 448 indagini, contro le 255 del 2018, con 100 denunciati, quasi il doppio del 2018. «Nei casi di phishing, ovvero di mail ed sms sospetti – prosegue Busi – l’unica cosa da fare è non aprire link e pagine a cui le stesse rimandano, perché altro non sono che tentativi degli hacker di entrare nel sistema degli utenti. Nel dubbio, sempre meglio contattare l’Ente o l’Istituto che risulta essere il mittente: Poste Italiane, le banche o gli enti statali non inviano mai email per la riattivazione di account o il cambio della password. Un’altra truffa diffusa a macchia d’olio recentemente è quella relativa a vendite e acquisti da un rivenditore straniero. È capitato infatti che molti utenti venissero contattati da venditori che, adducendo scuse di varia natura, chiedessero loro gli estremi dalla carta, i documenti di identità e una somma da accreditare ad una fantomatica banca straniera».

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