Poste, in via Locatelli fuori uso il totem per prenotarsi. In coda con il biglietto scritto a mano

BERGAMO. I cittadini segnalano i disagi all’ufficio centrale: da luglio il sistema non funziona. Tutti in fila davanti agli sportelli. «Guasto importante, tempi lunghi per i pezzi di ricambio».

A 15 minuti dalla chiusura, sono decine le persone in coda agli sportelli delle Poste in via Locatelli. Tra le mani tutti hanno un bigliettino con scritto a penna il numero del proprio turno perché il totem delle prenotazioni non funziona e, quindi, bisogna recarsi al desk alla fine degli sportelli dove, sulla scrivania, si trova un blocchetto di fogli di carta con scritto a mano il numero del turno. È un cittadino a segnalare al giornale «l’assurda situazione in cui versa l’ufficio delle Poste centrali di Bergamo». «Da luglio il sistema di prenotazione dei turni agli sportelli, ha smesso di funzionare», racconta.

Alla sede centrale delle Poste di Bergamo la gente aspetta il proprio turno in coda, armata di pazienza: in fila (come un tempo) davanti agli sportelli perché lo schermo con il numero non funziona e nessuno lo chiama a voce.

La causa è «un guasto importante che ha bruciato tutta la linea e l’apparato» spiegano dalle Poste. I disagi in questi mesi sono stati parecchi. «La scena che si presenta allo sventurato che entra nel principale ufficio postale del centro – prosegue il cittadino – è surreale: schermi degli sportelli vuoti, totem delle prenotazioni spento, una folla di persone che non sanno cosa fare, di chi sia il turno, né quando possano recarsi ai pochi sportelli attivi. Quando va bene ci sono alcuni biglietti ritagliati e scritti a mano con dei numeri sopra, che non corrispondono ovviamente a nulla», spiega. Ieri mattina lo scenario è confermato. La gente aspetta il proprio turno in coda, armata di pazienza: in fila (come un tempo) davanti agli sportelli perché lo schermo con il numero non funziona e nessuno lo chiama a voce. «Nei giorni lavorativi – spiega un avvocato –va anche peggio, è il caos».

«Scusi, devo ritirare un pacco, dove prendo il numero?». «Lì, sulla scrivania» risponde una dipendente che cerca di gestire la coda e la richiesta dei cittadini alla ricerca di un turno. I numeri sul tavolo sono finiti. «Aspetti che li rifaccio», dice l’addetta. «Chi è l’ultimo?», chiede. «Io», risponde una signora in coda. «Che numero ha?», le viene chiesto. «Il numero 100», dice mostrando il foglietto scritto a mano. «Bene. Allora riprendiamo con il numero uno», porgendo il biglietto appena scritto ad una signora e scusandosi anche del gesto «alla buona». «Ma sono più di due mesi che qui non funziona niente» fa presente. La sedia dietro al desk delle informazioni viene presto lasciata vuota perché la dipendente deve occuparsi di altre incombenze. Le richieste, infatti, sono tante. E lei è da sola a gestire artigianalmente gli accessi con totem e schermi digitali fuori uso e ci sono solo due gli sportelli aperti per affrontare le pratiche postali.

Tra i clienti in coda ci sono anche tanti habitué delle Poste, che alla situazione ormai ci hanno fatto il callo. Ma resta l’amarezza: «Come si può fare un servizio così?». Le Poste assicurano che da lunedì mattina il servizio sarà ripristinato.

Sono, quindi, gli altri utenti in coda a spiegare ai nuovi arrivati come ottenere il numero che indica il turno. «Deve prendere il biglietto sul tavolo», spiega un signore a una ragazza. Dopo che tutti hanno il proprio foglio numerato sta alla responsabilità di tutti stare in coda e rispettare i turni di chi è prima di te. Ma non è così facile. In più, senza una chiamata diretta dagli sportellisti del numero il caos è ancora più acuito. C’è anche chi è un habitué delle Poste e alla situazione ormai ci ha fatto il callo. Ma resta l’amarezza: «Come si può fare un servizio così?», dice Daniel in attesa del turno. I disagi dovrebbero però essere agli sgoccioli. Le Poste rassicurano: «Da lunedì tutto funzionerà regolarmente». «C’è stato – spiegano – un guasto importante che ha bruciato tutta la linea e l’apparato. Per questo motivo e il periodo estivo di mezzo, ci è voluto più tempo per i pezzi di ricambio».

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