Poste, iniziano le chiusure estive. I sindacati: «Manca personale»

DA LUGLIO. Al via la rimodulazione oraria. Slp Cisl: «Chiusure per 614 giorni, c’è carenza di sportellisti». Poste Italiane: «Garantita presenza capillare».

Con l’inizio di luglio è iniziato anche il periodo di rimodulazione oraria delle Poste Italiane. Gli uffici di città e provincia, infatti, dai prossimi giorni di luglio a fine agosto attueranno in modi e tempi diversi le chiusure stagionali. Non tutti i 242 sportelli della Bergamasca, di cui 14 cittadini, saranno coinvolti. Come spiegato da Poste Italiane sarà garantita «una presenza capillare e continuativa degli uffici postali in provincia di Bergamo, orientando l’organizzazione in base alla domanda di servizi, in fisiologica flessione durante i mesi estivi. Gli unici interventi di rimodulazione oraria interesseranno un numero ridotto di uffici postali ciascuno per un periodo di tempo limitato. Per andare incontro alle esigenze dei cittadini, non sarà previsto alcun intervento sugli orari negli uffici postali dei Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti, né in quelli delle località turistiche».

«Mancano oltre 60 unità»

In totale però le chiusure nei prossimi due mesi saranno di 614 giorni, pari a 331 mattine e 283 pomeriggi (dati Slp Cisl Bergamo). Una situazione sulla quale è intervenuto Maurizio Scarpellini, segretario generale di Slp Cisl Bergamo, sottolineando la carenza di sportellisti per gli uffici. «Negli uffici di città e provincia – dice – la carenza del personale è facilmente stimabile in oltre 60 unità. E sono numeri che diamo sicuramente in difetto. La situazione è quasi sicuramente peggiore. E nel recapito (nella consegna della posta, ndr) le mancanze strutturali di portalettere vengono in qualche modo coperte con i tempi determinati, con ovvie ricadute sulla qualità del servizio, dal momento che i contratti temporanei, che rappresentano il 30% dei postini in servizio, non permettono per la brevità della durata di imparare a conoscere lavoro e territorio». La chiusura degli sportelli durante i mesi estivi «è ormai purtroppo strutturale – continua il sindacalista –, da tempo la situazione del personale in Poste Italiane richiederebbe rinforzi corposi e anche il ricorso massiccio al pensionamento ha contribuito non poco a creare la situazione in cui oggi ci troviamo».

Una situazione che vede una carenza anche di portalettere a tempo indeterminato. «I nostri appelli degli scorsi anni sono serviti a ben poco – conclude Scarpellini –. Oggi non si riesce a colmare ogni spazio e nemmeno a sopperire a tutto il lavoro che c’è: il centinaio abbondante di “tempi determinati” nel recapito non potrà mai essere una soluzione, e nella sportelleria ancora assistiamo a trasferimenti estivi di impiegati solitamente al lavoro in uffici grossi verso sportelli di piccoli paesi, dove è attivo un ufficio monoperatore. Così però, i disagi si spostano dagli uffici piccoli a quelli grandi. Noi continueremo a chiedere ancora numeri importanti di nuovo personale. Da settembre ripartiranno le stabilizzazioni per il recapito e ci saranno anche nuove assunzioni dall’esterno. Confidiamo che questa nuova infornata possa aiutare a diminuire il problema».

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