Polizia locale, no del ministero all’uso del bastone distanziatore

SICUREZZA. Gandi: non risolveva tutti i problemi, ma era uno strumento in più. E la Lega torna all’attacco: «In via Novelli la situazione è indecorosa».

La polizia locale non potrà dotare i suoi agenti del bastone distanziatore, per parare eventuali colpi inferti dalla persona fermata. Dal ministero dell’Interno è arrivato il «niet» dopo che Palafrizzoni, attraverso la Prefettura, lo aveva interpellato per chiedere un chiarimento rispetto al giudizio, né positivo né negativo, espresso nel 2019 dal Banco di prova, ente che autorizza (o meno) l’utilizzo del prototipo scelto dall’amministrazione di turno. Si tratta del bastone «Ghost» (che non è un manganello), lo stesso in uso dalla polizia locale di Brescia che, sostiene il Banco, avrebbe un margine di pericolosità (calcolato nel 5%) se

usato in modo improprio. Nella giornata di sabato 1 giugno, al parco della Malpensata, luogo simbolo sul fronte della sicurezza, l’assessore Sergio Gandi ha voluto spiegare «che se gli agenti della polizia locale non hanno il bastone distanziatore non è una scelta dell’amministrazione. Il tema della strumentazione degli agenti torna con una certa frequenza nel dibattito politico. Pensavo di riuscire a dotare gli agenti del bastone distanziatore prima della fine del mandato, ma non ce l’ho fatta». Gandi è sorpreso della risposta del governo. «Pensavo ad alcune prescrizioni sull’utilizzo ma non a un no. C’è una discrasia tra il ministero e Regione, ma anche tra le diverse amministrazioni comunali. C’è chi se ne è dotato in modo unilaterale, io ho scelto il canale istituzionale, coinvolgendo Questura e Prefettura, non tornerei mai indietro».

L’iter

La vicenda risale al 2019, quando il Consiglio comunale, con una delibera proposta dalla maggioranza, rigettava il taser, optando però per il distanziatore. Ricorda Gandi: «Non avremmo mai adottato il taser nel rispetto del Consiglio comunale, anche se è una decisione su cui si può tornare. La legge regionale dice però che agli operatori della polizia locale possono essere dati strumenti di autotutela quali il bastone distanziatore e lo spray urticante. Il primo passo fatto ormai anni fa, è stato sottoporre lo strumento scelto, “Ghost”, da tempo utilizzato a Brescia, al Bando di prova di Gardone Val Trompia. Ma il parere sulla natura difensiva e non offensiva dello strumento è stato sibillino. Il Banco sostiene che la probabilità di letalità è trascurabile se il soggetto non è affetto da patologie, ma non esclude che il colpo possa provocare lesioni più o meno gravi. Il margine di rischio è del 5%». Gandi parla di «parere incomprensibile. Perché anche se lancio una bottiglietta di plastica addosso a qualcuno posso fare male». Circa un anno fa il Comune ha allora chiesto alla Prefettura di porre un quesito al ministero dell’Interno. La risposta è arrivata lo scorso 20 maggio, dieci mesi dopo: «Atteso che il Banco di prova non ha escluso la valenza offensiva del prototipo, il ministero ha espresso parere contrario – spiega l’assessore –. Il bastone distanziatore non è la soluzione ai problemi dell’ordine pubblico in stazione, ma è un elemento in più per gli agenti. Non li avremmo dati a tutti, ma ai Nisu, il Nucleo di sicurezza urbana sì, perché c’è chi reagisce in maniera violenta al fermo. Diamo la giusta proporzione alle cose, ma è giusto che questa risposta del ministero si sappia». La sicurezza è un tema caldo della campagna elettorale in corso.

Ancora tema caldo

La Lega parla di «promesse tardive del centrosinistra. La nostra città, ancora governata dalla Giunta Gori, sconta una politica che per 10 anni si è rivelata incapace di decisioni efficaci e risolutive e ha prodotto un evidente peggioramento del degrado in una fascia sempre più ampia del territorio cittadino». A riprova un video che riprende i fatti indecorosi avvenuti alle 22 di venerdì in via Novelli, proprio di fronte alla caserma dei carabinieri. «La situazione ha del paradossale –osservano i consiglieri comunali della Lega Alberto Ribolla, Luisa Pecce ed Enrico Facoetti –. Negli ultimissimi mesi la realtà di via Novelli è rapidamente e ulteriormente peggiorata, con assembramenti, spaccio, prostituzione, minacce ai residenti». E non va meglio, secondo loro, nelle zone stazione - Malpensata - Quarenghi-Bonomelli -Paglia. «I residenti sono esasperati. Con che credibilità Elena Carnevali e il suo entourage possano presentare ai cittadini il programma per i prossimi 5 anni in tema di sicurezza».

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