Cronaca / Bergamo Città
Sabato 30 Novembre 2024
Politecnico delle Arti, ecco i fondi per la sede: dal Mur 9,4 milioni
FORMAZIONE. Ora può ripartire il progetto per accorpare Conservatorio e Accademia di Belle Arti. Berta: «C’è bisogno di consolidare la struttura».
La notizia parte dagli uffici del ministero in tarda mattinata di venerdì 29 novembre e arriva a Bergamo a stretto giro: il bando del Ministero dell’Università e della Ricerca relativo ad «interventi di edilizia e acquisizione di attrezzature didattiche e strumentali destinate alle istituzioni Afam» ha stanziato per il Politecnico delle Arti di Bergamo circa 9 milioni e mezzo di euro (per l’esattezza 9.401.356 euro). È la notizia che si aspettava da mesi, uno spartiacque tra il presente e il futuro dell’Istituto, un destino legato a doppio filo all’esito del bando che il Mur aveva annunciato per la fine di luglio e che è arrivato con l’ufficializzazione dello stanziamento di oltre 321 milioni destinati alle istituzioni dell’Alta Formazione artistica, musicale e coreutica (Afam), di cui fa parte il Politecnico delle Arti.
Conservatorio e Belle Arti insieme
Il sogno della sede unica dove riunire le due anime dell’Istituto - il Conservatorio Donizetti e l’Accademia di Belle Arti Carrara – può dunque prendere forma: un progetto, al quale si sta lavorando da tempo, già esiste, così come sarebbero già stati individuati anche gli spazi, nell’ambito di una trattativa «riservatissima», all’interno dell’ex convento dei Celestini in Borgo Santa Caterina, un complesso sufficientemente grande da contenere entrambi i rami della scuola, che oggi ancora è divisa nelle sedi di piazza Carrara e via don Palazzolo. Si aspettavano solo i fondi dello Stato, per un’operazione stimata intorno ai 6,5 milioni di euro. Ora questi soldi arriveranno, mentre le altre risorse serviranno a potenziare la parte amministrativa.
Il nodo del personale amministrativo
Ma è sulla sede unica che si stanno concentrando le attenzioni: «Gli accordi presi fino ad oggi sono coperti da una clausola di riservatezza – conferma il presidente Giorgio Berta –. Il progetto sarà molto impegnativo e complesso, perché abbiamo una necessità assoluta di consolidare la struttura». Una questione di spazi, certo, perché nel frattempo cresce anche il numero delle richieste, ma ce n’è anche un’altra legata al personale: «Stiamo lavorando in emergenza perché siamo sottodimensionati – spiega Berta –. Da tutto l’anno ci manca gran parte dell’organizzazione amministrativa e speriamo che adesso ci venga riconosciuto ciò che è necessario per una gestione il più possibile efficace. Questi fondi rappresentano soprattutto il riconoscimento del grande lavoro che stiamo facendo. Abbiamo un direttore della ragioneria in gamba, ma con un incarico ad interim, e ci manca il direttore amministrativo».
Il secondo anno accademico del Politecnico delle Arti si è aperto con 800 allievi, tra Conservatorio (circa 550) e Accademia di Belle Arti: «Quando si cresce c’è bisogno di spazi e i fondi del ministero sono un’opportunità in più per rendere concreto un progetto che avevamo già in mente – dice la direttrice Daniela Giordano –. È un modo per valorizzare e far crescere ancora questa istituzione. Il trend è già positivo, oltre alle iscrizioni sta crescendo anche l’offerta formativa, con l’attivazione di nuovi corsi».
La passione per le arti cresce
«Le Afam sono i luoghi dove la passione per le arti si trasforma in professione e in cultura - ha detto Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca –. Questi enti sono le nostre “università” italiane delle arti, in grado di valorizzare il nostro patrimonio culturale e di proiettarlo nel futuro».
Nel 2025 il ministero intende organizzare gli Stati Generali dell’alta formazione artistica. «Oggi con le nuove tecnologie, il digitale e il tema dell’intelligenza artificiale, le imprese hanno ancora bisogno del guizzo artistico – ha detto Alessandra Gallone, consigliera del ministro Bernini con delega all’Alta formazione artistica –. La notizia, poi, dei fondi al Politecnico delle Arti mi riempie il cuore, perché si aggiunge a tanti altri progetti per l’internazionalizzazione, la disabilità e i dottorati di ricerca che stanno facendo crescere questo istituto».
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