![L’ex convento dei Celestini di Borgo Santa Caterina: qui potrebbe traslocare il Conservatorio L’ex convento dei Celestini di Borgo Santa Caterina: qui potrebbe traslocare il Conservatorio](https://storage.ecodibergamo.it/media/photologue/2025/2/15/photos/cache/politecnico-delle-arti-per-il-conservatorio-si-punta-allex-convento-dei-celest_3fd43f9a-eb0d-11ef-9032-03330b513a87_1920_1080_v3_large_libera.webp)
(Foto di Bedolis)
IL RISIKO DELLE SEDI . L’obiettivo è chiudere l’acquisto entro metà aprile, per non perdere i 9,5 milioni di euro che il Mur ha stanziato per la ristrutturazione. Per l’Accademia di Belle Arti c’è invece l’ipotesi Gamec, che verrà liberata nel 2026 con il trasloco nell’ex Palazzetto dello sport.
Per dirla in musica, il ritmo è «andante sostenuto». Dopo qualche pausa, infatti, la partitura è ripresa vivace. Il Politecnico delle Arti punta a concludere l’acquisto dell’ex convento dei Celestini entro metà aprile, per farlo diventare la nuova sede del Conservatorio. L’immobile non viene mai nominato perché è al centro di un «patto di riservatezza», ma è ormai noto che, nel risiko delle sedi, si guardi al complesso di Borgo Santa Caterina. Una composizione su più fronti, che mira a dotare di spazi più adeguati l’istituzione di alta formazione Afam, in forte crescita dopo la fusione dell’istituto superiore di studi musicali «Donizetti» e l’Accademia di Belle Arti «Carrara», rimasti però ognuno a «casa» propria.
Le scadenze sono serrate e manca ancora qualche passaggio formale. «Ma si tira dritto», assicura Giorgio Berta, presidente del Politecnico delle Arti. Per non perdere i 9,5 milioni
a fondo perduto stanziati dal Mur (e solo in piccola parte già erogati), l’acquisto dell’immobile «deve essere concluso entro quattro mesi dalla comunicazione della concessione del contributo», cioè entro metà aprile. «Dopo una prima posizione del Mef (il ministero delle Finanze), per il quale l’operazione d’acquisto pareva non poter essere possibile perché richiedeva un finanziamento, a seguito delle intense interlocuzioni di fine 2024, l’istruttoria si è chiusa positivamente ed è arrivato il via libera all’operazione, anche se manca ancora il provvedimento ufficiale che contiamo di ricevere a breve», Berta aggiorna la situazione. I 9,5 milioni di euro stanziati dal ministero dell’Università e della ricerca sono infatti vincolati alla ristrutturazione dell’ex convento di Borgo Santa Caterina, il cui valore d’acquisto è invece stimato in 6 milioni di euro.
«Chiederemo un finanziamento di 5 milioni a Cassa depositi e prestiti, il resto lo metterà il Politecnico. Appena arriverà il provvedimento ufficiale del Mef, procederemo all’acquisto», ribadisce Berta. Con la proprietà degli ex Celestini (le Suore Sacramentine) è già stato sottoscritto un contratto preliminare che scade però il 31 marzo. «La controparte si è già dimostrata comprensiva delle difficoltà burocratiche incontrate, concedendoci delle proroghe. Confidiamo che ci vengano incontro ancora, se necessario», mette le mani avanti Berta. Quel che è certo è che negli spazi dell’ex convento (4.800 metri quadrati) si trasferirà solo il Conservatorio, ora in affitto in uno stabile di via Palazzolo, di proprietà delle Suore Poverelle. «Con il tasso di crescita dei nostri iscritti, del 20% annuo, i nuovi spazi potranno ospitare solo il Conservatorio – osserva Berta –. Il contratto d’affitto di via Palazzolo scade nel 2028 e bisogna tenerne conto, ci vorranno due-tre anni per la ristrutturazione dell’immobile che acquisteremo, quindi con i tempi siamo in linea».
Tramontata l’ipotesi della sede unica, cosa ne sarà invece dell’Accademia di Belle Arti? Per ora in una proprietà del Comune, lascito del conte Carrara e data in comodato al Politecnico, si ventila un possibile trasferimento negli spazi dell’attuale Gamec (che dal 2026 traslocherà a sua volta nell’ex Palazzetto dello sport di via Pitentino). «Per ora c’è stato solo qualche abboccamento puramente informale e conoscitivo», assicurano sia dal Politecnico sia dal Comune. In pratica non c’è stato ancora nessun approfondimento sul versante dei costi e degli spazi (degli adeguamenti sarebbero infatti necessari), anche se di fatto l’ipotesi c’è. Attualmente Palafrizzoni contribuisce con 480mila euro annui alle spese di gestione del Politecnico (300mila per il Conservatorio e 180mila per l’Accademia delle Belle Arti), fondi che in futuro (l’opzione è al vaglio) potrebbero servire per l’ammortamento delle rate del mutuo dell’acquisto dell’ex convento dei Celestini.
«L’obiettivo è migliorare ancora di più l’offerta per i nostri studenti, che attualmente sono 800 su 40 corsi – commenta Berta –. Le richieste di iscrizione per il Conservatorio, ad esempio, l’anno scorso sono state 600, a fronte di 550 posti. Il Politecnico va bene ed è solido, il Bilancio è assolutamente positivo, l’avanzo supera i 3 milioni di euro. Abbiamo vinto anche una serie di bandi del Pnrr, per un importo complessivo di 1,3 milioni di euro, per progetti legati a internazionalizzazione, digitalizzazione e benessere psicologico».
La «crescita impetuosa» è stata accompagnata però anche da qualche problema di tipo amministrativo, a cui si sta cercando di rimediare: «A breve – annuncia Berta – usciranno i bandi per la ricerca di un direttore amministrativo stabile (ora è ad interim), un responsabile di ragioneria e un assistente legale. Figure fondamentali, di cui a oggi il Politecnico è sprovvisto».
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