Pochi ufficiali giudiziari, rischio paralisi. Ultimatum degli avvocati: «Si intervenga»

GIUSTIZIA. Manca personale, l’Ufficio notifiche potrebbe sospendere l’attività. Le associazioni forensi a Tribunale, ministro Nordio e politici: «Una soluzione entro il 10 luglio». De Sapia: «Situazione difficile, interlocuzioni in corso».

Un documento firmato da tutte le associazioni forensi bergamasche - per la prima volta riunitesi attorno a un tavolo in seduta comune – destinato alle istituzioni giudiziarie e politiche locali e nazionali, ministro Carlo Nordio compreso. È la mossa degli avvocati bergamaschi per chiedere una soluzione in merito alla «perdurante crisi» degli uffici giudiziari e delle cancellerie e in particolare dell’Unep (Ufficio notificazioni, esecuzioni e protesti del Tribunale cittadino), che ha paventato la sospensione delle attività a luglio (cioè, adesso) per mancanza di personale.

Così, mentre in Tribunale l’arretrato comincia a diminuire – come dicono le statistiche del ministero della Giustizia di cui abbiamo dato conto nell’edizione di ieri – e si va riducendo la durata dei processi, in parallelo se notifiche ed esecuzioni non funzionano a dovere ogni progresso della macchina della giustizia rischia di essere vanificato. Ad esempio senza notifiche (una delle tante attività svolte dall’Unep), non è possibile avviare o far proseguire i procedimenti (sia civili che penali, amministrativi o in materia di lavoro) e, ancora, non è possibile far eseguire uno sfratto o un pignoramento. O una sentenza. Il tutto a danno del cittadino e della giustizia. «La paralisi degli uffici determina l’impossibilità stessa, ad esempio, di fare eseguire le sentenze, che se non applicate rimangono lettera morta. È in gioco il diritto costituzionale di difesa e di accesso alla giustizia», spiega Alessandro Corvino, presidente della Camera civile di Bergamo.

«Si convochi un tavolo»

La prima richiesta che viene fatta è quella «dell’immediata costituzione di un tavolo di lavoro permanente» (richiesta peraltro già avanzata, senza esito, dalla Camera Penale “Roberto Bruni” in aprile). Dagli avvocati anche una sorta di ultimatum: il tavolo sia costituito «entro il 10 luglio, termine da ritenersi essenziale». E viene anche chiesto che «il presidente del Tribunale e il dirigente amministrativo adottino con urgenza qualsiasi soluzione organizzativa e gestionale necessaria per scongiurare l’annunciata paralisi dell’Unep». Secondo i legali, «alla data odierna non risultano neppure programmate iniziative volte a far fronte ai gravissimi disservizi».

Capofila della richiesta l’associazione avvocati per la famiglia e i minori, Aiaf Lombardia «Milena Pini», sezione di Bergamo: «L’unità dell’avvocatura bergamasca su questo fronte è indice di una situazione al limite dell’insostenibilità - dice la referente Barbara Carsana –. Mi auguro che la mano tesa degli avvocati, offerta a chi di dovere per far fronte alla soluzione non più rinviabile di carenze strutturali, venga colta per quello che è: non solo un segnale di allarme, ma anche un’occasione di confronto costruttivo».

De Sapia: «Situazione difficile»

Interpellato, il presidente del Tribunale, Cesare de Sapia, ha replicato: «Il tavolo permanente, anche se non ancora operativo, c’è già. Siamo al corrente che si tratta di una situazione difficile e quotidianamente abbiamo interlocuzioni con l’Ordine degli avvocati per fare tutto quel che c’è da fare per far fronte ad una situazione causata, in prevalenza, da una grave mancanza di personale». Il documento vede la firma di tutte le associazioni forensi «anche in virtù del nostro ruolo di garanzia», dice Claudia Testa, referente territoriale di «Nuova avvocatura democratica» che spiega: «Conosciamo le criticità legate alla carenza di personale che affligge l’Unep, ma è innegabile che con una migliore organizzazione, e attivando le procedure telematiche, le condizioni in cui attualmente si trova ad operare l’ufficio potrebbero migliorare».

Lo stato di agitazione

«La Camera Penale è stata la prima a deliberare lo stato d’agitazione - sottolinea il presidente Enrico Pelillo - e lodevolmente tutte le altre associazioni si sono aggregate: è la prima volta che succede e questo è già un segnale. Auspichiamo un confronto costruttivo, per evitare che venga pregiudicato il sacrosanto diritto di difesa». Per la Camera Tributaria c’è la firma del presidente Michele Trovesi: «Ci sentiamo parte in questa grande battaglia. Da avvocati in appoggio ai colleghi, ma anche da cittadini perché questa situazione crea ripercussioni nella tutela dei diritti e delle garanzie». «La richiesta della costituzione di un tavolo congiunto consente di elaborare proposte condivise, che possano contribuire alla soluzione dei problemi, a tutela dei cittadini», aggiunge Stefania Baranca, presidente dell’Associazione provinciale forense. Tra i firmatari anche Aiga (giovani avvocati), Cammino (Camera nazionale avvocati per le persone, i minorenni e le famiglie), Ami (i matrimonialisti), Anf (Associazione nazionale forenze) e Ondif (Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia).

Le richieste degli avvocati

Tra le richieste dell’avvocatura: l’apertura delle cancellerie tutti i giorni della settimana, il ritorno all’organizzazione pre-Covid della cancelleria con l’abolizione della cancelleria centrale e l’introduzione di un sistema di prenotazioni online come avviene a Brescia, la digitalizzazione dei fascicoli del pubblico ministero e della sezione Gip-Gup. Sul fronte Unep, i legali chiedono di scongiurarne la paralisi, di ridurne il carico di lavoro limitando le notifiche a mano dei pignoramenti, l’attivazione di un portale telematico per consentire agli avvocati l’invio delle richieste di notifica e che sia introdotta, per gli ufficiali giudiziari, la possibilità di notificare via Pec e per gli avvocati di notificare in proprio i pignoramenti.

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