Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 05 Febbraio 2025
Poca neve, Serio e Brembo con riserve idriche a metà
EMERGENZA ACQUA. Con le ultime precipitazioni in Lombardia deficit ridotto dal 30 al 25%. Reduzzi: i due fiumi senza grandi laghi, essenziali le nevicate.
Nonostante le piogge e le nevicate di gennaio, il deficit idrico che a inizio anno in Lombardia era del 30% (1.856 milioni di metri cubi di acqua disponibili contro i consueti 2.670) si è ridotto di poco: l’ultimo bollettino di Arpa Lombardia rivela che manca ancora il 25% di acqua (2.348 milioni di metri cubi di acqua contro i 3.157 solitamente registrati a fine gennaio).
I numeri
In particolare a essere carente è la componente idrica del manto nevoso: rispetto alla media del periodo 2006 – 2020, siamo sotto a livello regionale del 42%, ma i bacini idrici dei due grandi fiumi bergamaschi, il Serio e il Brembo, stanno anche peggio: sulle loro montagne manca il 45% e il 51% di neve.
«Sono fiumi – sottolinea Mario Reduzzi, il direttore del Consorzio di bonifica della Media pianura bergamasca e direttore dell’Associazione dei Consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue lombardi (Anbi) – che a differenza di Adda e Oglio non possono contare su grandi laghi in cui accumulare acqua, quindi è essenziale che in inverno la neve si accumuli il più possibile sulle cime delle loro vallate».
«La neve che cadrà a marzo, aprile o anche più avanti si scioglierà velocemente; per noi, è molto più preziosa la neve di dicembre e gennaio, che ghiaccia, si accumula e rimane a lungo; ma nei mesi passati le precipitazioni sono state avare»
«Questa prima parte di inverno – aggiunge Reduzzi – ha visto la neve accumularsi soprattutto sulla fascia alpina, e non su quella prealpina che caratterizza la nostra provincia». C’è un altro elemento meteorologico che il direttore di Anbi invita a tenere presente: «La neve che cadrà a marzo, aprile o anche più avanti si scioglierà velocemente; per noi, è molto più preziosa la neve di dicembre e gennaio, che ghiaccia, si accumula e rimane a lungo; ma nei mesi passati le precipitazioni sono state avare. Ora rimane febbraio, che è una via di mezzo tra l’inverno e la primavera: prima nevica, meglio è».
«Non è allarme»
Nonostante questo, Reduzzi invita a mantenere la calma: «Parlare di allarme mi sembra eccessivo», ma ammette che «la situazione va tenuta monitorata e sotto controllo». Stesso atteggiamento da parte di Uniacque, la società che gestisce il ciclo idrico provinciale e che non riscontra per ora nessuna criticità nell’approvvigionamento e nella distribuzione dell’acqua potabile. I cambiamenti climatici hanno abituato a cambi repentini di scenari.
«Il nostro mandato – conclude Reduzzi –, è quello di garantire la corretta irrigazione dei campi agricoli in pianura: così abbiamo chiesto agli agricoltori di indicarci entro fine febbraio le previsioni sul loro fabbisogno idrico. Vedo che molti hanno una posizione attendista, che riflette l’esperienza negativa del 2024, quando dopo un inverno estremamente secco era seguita una primavera estremamente piovosa che aveva scompaginato tutti i loro piani. Chiediamo però uno sforzo affinché entro questo mese ci dicano, almeno indicativamente, cosa e quando pensano di seminare in modo che anche noi possiamo iniziare a programmare l’erogazione».
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