Più 100 e meno 60: in cinque anni migliorano i voti della maturità

I DATI. In Bergamasca attribuite anche quasi il doppio delle lodi rispetto al 2019. Ghilardi: recupero delle competenze dopo gli anni difficili della Dad.

Gli studenti bergamaschi, di anno in anno, sono sempre un po’ più bravi. I risultati della maturità dell’anno scolastico 2023-2024 nella nostra provincia lo certificano: i 7.986 ragazzi e ragazze impegnati nell’esame di Stato hanno nel complesso voti migliori non solo rispetto ai «colleghi» della tornata precedente, ma anche e soprattutto di quelli che hanno affrontato l’esame prima del Covid. Aumentano le lodi, aumentano i 100, gli studenti promossi con il tanto sospirato «sessanta» sono sempre meno. Frutto di un impegno maggiore o di una migliore qualità dell’insegnamento? Docenti più morbidi nelle valutazioni o prove più semplici? Le combinazioni tra i fattori possono essere varie, ma quel che resta sono i numeri.

Il confronto con l’anno scorso

Largo ai «secchioni», verrebbe da dire. Le eccellenze, ovvero quegli studenti che hanno conseguito il 100 o il 100 e lode all’esame di maturità quest’anno sono circa 430 in termini assoluti. I «100» circa 350, i «100 e lode» circa 80. E pesano, in percentuale, più dello scorso anno scolastico. Gli studenti «top», quelli che portano a casa la menzione d’onore, sono l’1,05% del totale, un anno fa erano lo 0,9%. Chi ha preso 100 oggi è il 4,36% della popolazione dei «maturi», di poco sopra il 4,3% di un anno fa. Sono un po’ meno invece coloro che prendono un voto alto, tra 91 e 99: l’8,84% del totale, mentre l’anno precedente rappresentavano il 9,89%. Ma diminuisce anche - ed è un fatto positivo, perché significa che il dato si è travasato in fasce di voto più alte - la platea di chi passa «per un pelo» con il minimo dei voti. I «60» erano il 7,10% nel 2023, oggi sono il 6,73%. Di meno anche quelli che prendono un voto basso (tra il 61 e il 70): nel 2023 furono il 32,04%, oggi sono il 31,91%.

In linea con la Lombardia

La provincia bergamasca non sfigura anche nel confronto con le altre province lombarde. I numeri sono pressoché in linea, ma rispetto alla media regionale si può evidenziare comunque qualche miglioramento. Bergamo ottiene risultati migliori per quanto riguarda la percentuale di studenti che prendono 60: in Lombardia sono il 6,8%, a Bergamo il 6,73%. Stessa cosa per quelli che ottengono fra 61 e 70: in Lombardia il 32% del totale, qui il 31,91%. Per quanto riguarda gli «studenti modello», se i 100 in Lombardia sono il 4,3%, nella nostra provincia sono appena più alti con il 4,36%, dove tuttavia sono lievemente inferiori i 100 e lode: a fronte di un dato regionale dell’1,1%, qui si arriva all’1,05%.

I n Italia «manica più larga»

Rispetto al dato nazionale, si conferma invece la tradizione di voti ben più di manica larga al Sud e al Centro. Detto che a Bergamo solo l’1,05% riesce a prendere la lode, la media nazionale tocca invece il 2,6% di votazioni «top». Lo stesso vale per i 100: da noi sono il 4,36%, nel Paese la media sale a un livello molto più alto: il 7,2%. E pure i «bravissimi», quelli tra 91 e 99, da noi sono di meno: l’8,84%, mentre in Italia l’11,2%. Praticamente uno su dieci. Analizzando le fasce inferiori, nella Bergamasca chi esce con il 60 è il 6,73%, in Italia solo il 5%. E se da noi si diploma con un voto tra il 61 e il 70 il 31,91% del totale (quindi uno studente su tre), in Italia si scende al 26,9% (quasi uno studente su quattro).

Il confronto con 5 anni fa

Ma è nel confronto con i dati di cinque anni fa, quelli dell’ultima maturità prima della bufera del Covid (anno scolastico 2018/2019), che emerge il miglioramento degli studenti bergamaschi. Nel 2019 i 60 furono il 7,2%, oggi sono scesi al 6,73% . Il dato che spicca di più è però il miglioramento nella fascia di voto medio bassa 61-70: allora furono il 35,8% del totale, ora pesano «solo» per il 31,91%, con un evidente travaso verso le fasce di voto migliori. Positivo infatti il bilancio sui massimi: le lodi 5 anni fa erano solo lo 0,6% mentre oggi sono l’1,05%. I 100 erano il 3,2%, ora sono il 4,36%. I voti alti, tra il 91 e il 99, si attestano ora all’8,84% quando nel 2019 furono l’8,5%.

Nei licei i voti più alti

Ma quali sono le scuole dove si registrano i voti più alti e più bassi? Per le lodi, quasi il 60% arrivano dai licei, il 30% circa dagli studenti degli istituti tecnici e solo un 10% dagli istituti professionali. Proporzione molto simile per i 100: quasi il 50% dai liceali, circa il 30% dai tecnici e un 20% dai professionali. Discorso inverso per i voti più bassi. I 60 arrivano al 40% dai tecnici, per un altro 40% dai professionali e solo per un 20% dai licei. I voti da 61 a 70 sono invece così distribuiti: 25% dai licei, 35% dai tecnici e 40% circa dai professionali.

«Recupero a pieno regime»

Come si può spiegare il miglioramento evidenziato quest’anno? Secondo Claudio Ghilardi, dirigente scolastico del Liceo Sarpi e presidente provinciale dell’Associazione nazionale presidi si sono progressivamente consolidati gli apprendimenti dal post Covid in poi. «Osserviamo un rientro a pieno regime del percorso ordinario di apprendimento e il superamento delle lacune accumulate negli anni del Covid» afferma il preside del Sarpi, secondo cui la prova del fenomeno arriva dai risultati delle prove Invalsi. «Hanno accertato che c’è stato un recupero delle competenze rispetto agli ultimi anni. La Dad è stata una modalità insufficiente e inadeguata di apprendimento: non si può prescindere dalla relazione umana in presenza».

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