Più di 10 mila visitatori con il Fai, incantati da torri e monasteri

LE GIORNATE DI PRIMAVERA . Boom di accessi a Urgnano che ha riaperto i suoi tesori dopo 18 anni. Piacciono la Casa-Museo Bortolo Belotti di Zogno e i luoghi dei minatori a Pradalunga.

Più di 10mila persone hanno approfittato, sabato 23 e domenica 24 marzo, dell’apertura di tanti scrigni d’arte, in occasione delle Giornate Fai di Primavera. Boom di presenze a Urgnano, che ha riaperto i suoi tesori dopo 18 anni: l’ultima (e unica) volta era stata nel 2006. In campo anche un’ottantina di ragazze e ragazzi della scuola media che hanno fatto da narratori all’interno della chiesina quattrocentesca della Trinità. Lunghe code per salire i 235 gradini e i 54 metri della torre campanaria del Cagnola, ma anche per scoprire il convento dei padri Passionisti alla Basella. Un flusso continuo, infine, alla Rocca Albani dove è stata eccezionalmente aperta la Stanza delle Quattro Stagioni.

A Zogno più di 1.900 ingressi tra Palazzo Rimani, sagrestia, battistero, casa parrocchiale e chiesa della Confraternita del Santissimo Sacramento. Il museo di San Lorenzo si è trasformato temporaneamente nel Museo delle Arti Gabanelli (Mag) in un viaggio tra oltre 2.700 pezzi storici e artistici. E poi l’apertura della maestosa Casa-Museo Bortolo Belotti e del monastero dell’Annunciata.

In questi due giorni 1. 787 accessi a Pradalunga, dove sono stati aperti tre dei suoi luoghi più iconici: il Laboratorio-Museo delle Pietre Coti (555 accessi), il santuario della Beata Vergine della Forcella (506) e Villa Morina, aperta in via esclusiva dai proprietari, con 726 visite. A fare da ciceroni, ancora una volta, sono stati gli studenti dell’indirizzo turistico dell’istituto Andrea Fantoni Clusone, con 40 volontari del Fai e 31 del Comune.

Record di presenze, più di 2mila, anche a Bergamo città che ha aperto Palazzo Moroni e il Collegio Baroni.

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