Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 23 Maggio 2022
Piscine Italcementi, la denuncia: «Docce che perdono». La replica: «Stiamo sistemando»
Botta e risposta Paganoni: «Quanti sprechi d’acqua». Baruffi: «Inconveniente tecnico, interventi in corso». Valutazioni per il project financing. Dal 2 giugno apre l’estivo.
Le docce che grondano, gli scarichi intasati. Il consigliere comunale (di maggioranza) Simone Paganoni fa le pulci alle piscine Italcementi, con video e foto postate sui social. In particolare, nella seconda puntata del suo reportage sul campo, denuncia: «In molti si chiedono, e me lo chiedo anche io, come sia possibile che, con la crisi idrica in cui siamo (e con il caro bollette che ci colpisce), ci siano le docce della piscina Italcementi che grondano acqua (bollente) da settimane, senza che nessuno intervenga?». Attilio Baruffi, presidente di Bergamo Infrastrutture (la società di Palafrizzoni che gestisce gli impianti sportivi), accoglie la critica «come segno di attenzione e stimolo».
E precisa: «È un inconveniente tecnico, di cui eravamo a conoscenza: la situazione è monitorata con attenzione, e stiamo intervenendo per porre rimedio. Non vogliamo sminuire la segnalazione, ma, per quanto ci è stato comunicato, le perdite non erano così copiose: in qualsiasi centro sportivo si può verificare un inconveniente tecnico». Baruffi ribadisce che «evitare sprechi è un imperativo: non solo per salvaguardare l’acqua, bene prezioso, ma anche per non generare costi diretti sulla società e indiretti sul socio, che è il Comune». Per risparmiare, «col caldo abbiamo anche spento la caldaia negli orari di chiusura».
Il futuro
Il Cda di Bergamo Infrastrutture è concentrato sulla stagione estiva. «Meteo permettendo – annuncia Baruffi – apriremo le piscine esterne il 2 giugno, al più tardi la prima settimana del prossimo mese». La chiusura degli impianti indoor sarà anche l’occasione per fare una verifica più puntuale della parte interna: «Valuteremo le eventuali manutenzioni da programmare, e daremo seguito alle delibere già adottate, come il potenziamento dell’impianto di illuminazione della palestra». Difficile dire se i guasti segnalati da Paganoni siano conseguenza della vetustà della struttura. «Del futuro delle piscine di Italcementi si parla da prima di questo Cda. È in itinere la valutazione della proposta di project financing che l’assessore Loredana Poli ha illustrato in Consiglio comunale (un’operazione che oscilla tra i 10 e i 14 milioni di euro di investimento da parte del privato, ndr) – aggiorna Baruffi –. La procedura, sottoposta alla disciplina degli appalti pubblici è lunga e complessa, verifiche puntuali sono in corso. Difficile sbilanciarsi su una data per l’avvio dei lavori». Qualche certezza in più c’è appunto sul servizio estivo: «I prezzi e le formule resteranno in linea con quelli del passato, più convenienti di quelli sul mercato».
Non ci saranno Cre («Ma gli spazi, previa verifica, sono a disposizione delle associazioni che ce li chiederanno») e i corsi sono in forse: «Mancano istruttori qualificati che garantiscano continuità».
Non ci saranno Cre («Ma gli spazi, previa verifica, sono a disposizione delle associazioni che ce li chiederanno») e i corsi sono in forse: «Mancano istruttori qualificati che garantiscano continuità». In base alla richiesta, sarà valutato anche se mantenere la prenotazione degli slot per il nuoto libero. In fase di aggiudicazione la gestione del bar: «Ci sono i presupposti perché vada a buon fine». Entro fine giugno Bergamo Infrastrutture (che ha tre «core business»: l’operazione immobiliare di via Quarenghi, le reti di distribuzione di acqua e gas e appunto gli impianti sportivi) dovrà approvare il bilancio, sempre in equilibrio precario proprio per i costi della parte sportiva, con le piscine Italcementi punta dell’iceberg. Ogni anno l’impianto natatorio genera circa 500mila euro di perdite, ai quali vanno aggiunti 150mila euro che il Comune eroga annualmente per calmierare le tariffe e 190 mila per la manutenzione periodica necessaria per compensarne l’obsolescenza. «Non bisogna dimenticare – ricorda Baruffi – la funzione sociale degli impianti sportivi, a cui il Comune tiene molto. Durante la pandemia, ad esempio, abbiamo continuato a funzionare per l’allenamento degli atleti agonistici. Un aspetto da bilanciare con la parte economica».
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