Piove, ma ancora non basta. Le autobotti sempre in azione

Siccità. Rischio moderato a Val Brembilla e in alcune frazioni della Val Brembana e Seriana. Bertocchi, ad di Uniacque:«Non siamo ancora usciti dall’emergenza, autunno secco».

Qualche pioggia, seppur non abbondante, si è vista negli ultimi due mesi. Da qualche giorno, poi, le temperature sono in calo. E ad alta quota sono arrivate anche le prime timide nevicate. Eppure, torna a crescere la preoccupazione per la siccità nella Bergamasca.

A mostrare bene la non facilissima attuale situazione orobica sono i dati forniti dal gestore del servizio idrico integrato Uniacque nel consueto report settimanale sulla siccità, che per le prima volta dopo diverse settimane, torna a segnalare – all’interno dei comuni gestiti da Uniacque – situazioni in cui il rischio è moderato (secondo i tre scenari individuati proprio da Uniacque di rischio: da ordinarioa moderato a elevato, quello moderato indica che la risorsa è disponibile a condizione di ridurre gli usi non essenziali).

Si spera nella neve invernale, altrimenti l’estate 2023 sarà ancora più critica

«Il problema evidente – dichiara Pierangelo Bertocchi, ad di Uniacque – è che non sta piovendo. O meglio, le poche piogge a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi non hanno risanato una situazione critica. A settembre, vista la fine dell’estate e le previsioni meteo fatte dagli esperti, avevamo comunicato ai comuni la possibilità di revocare l’ordinanza sul “risparmio idrico e limitazioni per l’uso dell’acqua potabile”, che avevamo suggerito invece di emettere durante l’emergenza. E la situazione stava rientrando. Ma da allora ad oggi di temporali davvero importanti non ce ne sono verificati. Anche la pioggia della notte di venerdì scorso, seppur abbondante, non basta». Le piogge attuali, quindi, risultano alla fine solo una goccia nell’oceano di carenza di acqua che le sorgenti bergamasche stanno affrontando. «Di fatto – spiega – è come se non piovesse. Se è vero che non siamo più nella situazione di emergenza come questa estate, è vero anche però che siamo preoccupati, perché in alcune zone andiamo con le botti, e in alcuni territori anche due volte a settimana».

Le zone attualmente maggiormente critiche sono le stesse che hanno mostrato le maggiori criticità a inizio dell’emergenza estiva. A essere infatti di nuovo zone segnalate a rischio moderato (nell’ultimo report di Uniacque) sono il comune di Val Brembilla e alcune frazioni dei comuni di Albino, Gandellino, Gandino, Oneta, Trescore Balneario, Nembro, Zogno e Alzano Lombardo. «Sono proprio le stesse zone più critiche a inizio emergenza, dove ci sono le sorgenti più piccole e che, non piovendo, non accumulano acqua. Le piogge verificatesi ultimamente non sono utili, perché piove poco o troppo in troppo poco tempo e l’acqua non fa in tempo a essere assorbita e accumulata. Per vedere qualcosa in queste sorgenti deve piovere almeno per una settimana, continuativamente e bene. Val Brembilla ad esempio non l’abbiamo mai abbandonata con le autobotti. E gli altri territori critici ora sono prevalentemente frazioni piccole e più alte, dove le sono sorgenti piccole e con la siccità non sono mai state rimpinguate adeguatamente. E ora fan fatica».

«C’è bisogno di neve»

Alla luce dell’ultimo report, Uniacque, come quest’estate, suggerisce e invita tutte le aree, frazioni e Comuni a rischio moderato di emettere di nuovo l’ordinanza per il contenimento dei consumi. Ma è il sindaco poi a dover recepire l’invito e decidere se emettere o no un’ordinanza. «Avevamo suggerito – specifica – di togliere le ordinanze a settembre sperando di uscirne, ma così non è stato. Certo, non siamo nell’emergenza idrica estiva ma non possiamo dire di esserne usciti. La speranza era che l’autunno ci aiutasse, ma non si vede né il grande freddo, né la neve e nemmeno la pioggia. Non sta veramente piovendo a sufficienza».

«Avremmo bisogno di più acqua – conclude Bertocchi –. Così come della neve. L’acqua delle piogge infatti non penetra tutta nel terreno, mentre la neve resta sul posto e man mano si scioglie e piano piano penetra. E fa la differenza, perché resta tutta. Quindi serve davvero. Tanto è vero che uno dei primi e principali motivi da cui è partita la siccità di questa estate era la mancanza di neve registrata nei mesi precedenti».

La speranza per la Bergamasca (ma non solo), quindi, è che piova presto e a lungo e che sia un inverno con abbondanti nevicate. O il rischio concreto è che la prossima estate si torni a dover far fronte a una emergenza idrica lunga e complicata, probabilmente ancora più complicata di quella di questo 2022, visto gli strascichi che questa, non ancora veramente finita, sta ancora causando.

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