Picchia la compagna anche davanti ai figli minori, in carcere 53enne

L’ENNESIMA VIOLENZA. Prima le aggressioni verbali, poi le botte, anche davanti ai figli minorenni. Tensioni continue sfociate anche in un’aggressione mentre la coppia si trovava in ospedale con la figlia piccola. Un uomo di 53 anni è stato arrestato e trasferito in carcere.

Ha avuto il coraggio di denunciare il suo compagno di 53 anni, italiano, per le violenze subite in tanti anni: una donna residente nella Bassa Bergamasca si è rivolta ai carabinieri e dopo la denuncia era stata collocata in una struttura protetta.

Dal 2013 aggressioni verbali, poi fisiche

Secondo quanto verificato, le aggressioni verbali erano iniziate dal 2013, coincidenti con l’inizio della convivenza tra i due. Con la nascita della loro figlia, nel 2014, l’uomo, in diverse occasioni, picchiava la compagna senza neanche preoccuparsi della presenza della bimba che assisteva quindi ai maltrattamenti.

L’uomo talvolta scriveva sullo specchio appannato del bagno la frase «Vi ammazzo tutti»

Continue liti e minacce

Le liti erano frequenti e, in varie occasioni, scaturivano da incomprensioni sull’educazione degli altri due figli conviventi, avuti dalla donna da un precedente matrimonio, all’epoca dei fatti minorenni. Figli che hanno spesso assistito alle aggressioni subite dalla mamma, ma non sono mai intervenuti, intimoriti dall’atteggiamento dell’uomo che e li aveva anche minacciati di morte, scrivendo talvolta sullo specchio appannato del bagno la frase «Vi ammazzo tutti».

Un’aggressione in ospedale

Un clima di tensione e paura, di violenza e di controllo: accadeva infatti che l’uomo controllasse il telefonino della vittima, talvolta sottraendoglielo. Tra gli episodi anche un’aggressione all’interno di un ospedale. L’uomo avrebbe sferrato pugni sul viso davanti alla bimba minorenne, in occasione di una visita medica. Le urla della bambina in quel caso hanno attirato il personale sanitario che era riuscito ad allontanare l’uomo.

Le confidenze della bambina

Ultimamente la donna, acquisita maggiore consapevolezza dei rischi per la sua incolumità, non era più disposta a sottostare. Tale comportamento ha però ulteriormente incattivito il compagno mentre la bambina ha iniziato a confidare ai parenti cosa accadeva a casa. Il giudice per le Indagini preliminari, ha quindi deciso per la custodia cautelare in carcere dell’uomo.

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