Pgt, via libera in anticipo di una seduta
Gori: «Casa e verde, le basi per il futuro»

PALAZZO FRIZZONI . Contrarie le opposizioni, ma il Piano che ridisegna la città nei prossimi dieci anni passa. Il sindaco: «Per una città inclusiva, attrattiva e sostenibile».

Il nuovo Piano di governo del territorio, che tratteggia il futuro urbanistico della città per i prossimi dieci anni, è stato approvato giovedì 11 aprile dal Consiglio comunale. Contrarie le opposizione: Fratelli d’Italia, Lega, Bergamo Ideale, 5 Stelle (Forza Italia assente, anche se il capogruppo Gianfranco Ceci mercoledì annunciava voto contrario). E dopo le dichiarazioni «colorite» delle passate serate, spazio alla sobrietà. Dopo le risposte già date ai consiglieri nelle passate sedute, l’assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini non prende parola. In conclusione interviene però il sindaco Giorgio Gori, «per ringraziare personalmente tutte le persone che hanno lavorato a questo documento, Giunta e uffici, che proietta Bergamo in una dimensione in cui le tre parole chiave, attrattività, sostenibilità e inclusività, sono tradotte in modo concreto». Il sindaco ricorda il tema «della casa, fondamentale per affrontare il tema demografico» e quello del verde: «Non so quante città possono vantare quasi la metà della città, 20 km su 40 km, a verde protetto. Mi riconosco profondamente in questo lavoro, sono felice che possa rappresentare una prospettiva di lavoro per chi verrà dopo».

La discussione

Il clima è comunque da piena campagna elettorale. Non mancano le sottolineature, come quella di Massimiliano Serra, Pd, sui tempi (la maratona, iniziata lunedì, doveva terminare questa sera): «Mi aspettavo che l’opposizione avrebbe usato questa occasione per cercare di dimostrare di essere una alternativa credibile all’amministrazione Gori. Invece il dibattito è stato deludente e scarno, tanto da ritenere opportuna la cancellazione di una seduta di Consiglio». Ieri è stata l’occasione per Luisa Pecce (Lega, assente mercoledì) di ribattere all’assessore Valesini: «Cerca di ridicolizzare gli interventi delle minoranze dicendo che ci siamo persi in mille rivoli per nascondere l’incapacità di affrontare le questioni – tuona la leghista –. Ma ho una lista di obiezioni al piano, poco omogeneo e strutturato, svuotato di strumenti come i piani di zona, senza indicazioni specifiche per la capacità edificatoria. Con la scusa della semplificazione si allargano le maglie della discrezionalità e aumenta il potere della Giunta. Non c’è amore per la nostra Bergamo e i risultati li vedremo negli anni». Nessuno degli emendamenti proposti dalla Lega viene accolto e Stefano Rovetta attacca: «Le osservazioni dei cittadini sono state tante, gli eventuali ricorsi al Tar saranno un grosso problema per il bilancio».

«Qualsiasi emendamento o proposta della minoranza ha sempre trovato un muro – aggiunge Danilo Minuti, Bergamo Ideale –. Il Pgt sarà oggetto di campagna elettorale, andremo a vedere cosa ne pensano i cittadini». Ida Tentorio (Fratelli d’Italia) torna sul tema delle altezze e ricorda «quell’edificio bianco previsto in asse con viale Papa Giovanni nel progetto Porta Sud, alto 16 piani, una cinquantina di metri. C’è ancora, non c’è più, si sta pensando di abbassarlo? Tutto il progetto è solo un grande schizzo per vincere il premio (internazionale, ricevuto dal gruppo Vitali, lo scorso febbraio, ndr)?». Positivo anche il voto di Apf con Oriana Ruzzini che tocca casi specifici: «Non esiste un Pgt di destra o sinistra, è vero, ma esiste una differente visione di città. La destra propone di fare una clinica privata a Colognola nel complesso delle suore Sacramentine, mentre boccia il progetto del Sacro Cuore, con la casa della comunità, che è sanità pubblica. Lo stop al consumo di suolo e la promozione della sanità pubblica sono evidentemente temi che alla destra non interessano». E ancora Denise Nespoli, Lista Gori: «È un piano che rispecchia e riassume la visione dell’amministrazione in questi 10 anni. Con questo Pgt si inverte il paradigma, si mettono i cittadini al centro prima dei numeri, degli indici di costruzione, senza definire a priori le funzioni urbanistiche».

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