Pfizer e Moderna, c’è un cambio in corsa. Possibili richiami a 42 giorni

Il Cts raccomanda di prolungare la seconda dose. Per la Lombardia valutazioni a breve sulle prenotazioni. Nulla dovrebbe cambiare per chi ha già le date fissate.

La notizia è arrivata nel tardo pomeriggio di mercoledì, e potrebbe scombussolare le agende delle prenotazioni delle vaccinazioni: una circolare del ministero, in cui si trasmette il parere del Cts, Comitato tecnico scientifico, sull’estensione dell’intervallo tra le due dosi dei vaccini a mRna (Pfizer-BionTech e Moderna) sancisce che è «raccomandabile» il prolungamento nella somministrazione del richiamo, fissandolo «nella sesta settimana della prima dose». In sostanza, il secondo vaccino per chi ha già ricevuto una somministrazione Pfizer BionTech si sposta da 21 giorni a 42, e per chi ha fatto Moderna, da 28 a sempre 42.

Il Cts rileva che «la somministrazione della seconda dose entro i 42 giorni dalla prima non inficia l’efficacia della risposta immunitaria» e che «la somministrazione di entrambi i vaccini conferisce già efficace protezione rispetto allo sviluppo di patologia Covid-19 grave in un’elevata percentuale di casi (maggiore dell’80%)».

Priorità a chi rischia

Ma il Cts aggiunge anche, ed è qui che va trovata probabilmente la chiave per lo slittamento delle seconde dosi, che «in uno scenario in cui vi è ancora necessità nel Paese di coprire un elevato numero di soggetti a rischio di sviluppare forme gravi o addirittura fatali di Covid-19 si configurano condizioni in cui è opportuno dare priorità a strategie di sanità pubblica che consentano di coprire dal rischio il maggior numero possibile di soggetti nel minor tempo possibile». In pratica, la raccomandazione del Cts mette l’Italia sulla strada intrapresa da altri Paesi: a fronte di forniture di vaccini non puntuali e a quantitativi non corrispondenti a quanto programmato, si sceglie di immunizzare quanti più cittadini possibile almeno con una prima dose.

Ma ora cosa succede? In Lombardia, dove si è già arrivati ad aprire le prenotazioni per la fascia 19-49 anni con una esenzione con patologia (e continuano in parallelo le somministrazioni per gli over 70, over 60 e over 50 con almeno una patologia) voci accreditate dalla Regione vedono nella circolare la possibilità di ampliare la prima dose di vaccinazione a più persone da subito, mentre si parla di valutazioni organizzative nei prossimi giorni sullo slittamento delle seconde dosi.

L’orientamento, per tutta Italia, sarebbe di mantenere la data già fissata per il richiamo a quanti hanno già ricevuto la prima dose, mentre si terrà conto della circolare nei nuovi appuntamenti: saranno comunque, anche per questo caso, le singole Regioni a valutare.

A maggio 17 milioni di dosi

Lo slittamento a 42 giorni per i richiami Pfizer e Moderna unito all’arrivo di 2,1 milioni di dosi Pfizer in consegna da ieri (e altre 360 mila dosi Moderna arriveranno domani nell’hub di Pratica di mare oggi), uniti all’annuncio del generale Francesco Figliuolo sull’arrivo tra 15 e 17 milioni di dosi a maggio, potrebbe dare come esito pratico una sostanziosa spinta alla vaccinazione di massa. Mettendo a disposizione quante più dosi possibili a quelle categorie che non hanno ancora ottenuto il vaccino: non a caso il Cts rimarca che «rimane una quota significativa di soggetti non vaccinati che, per connotazioni anagrafiche o patologie concomitanti, sono a elevato rischio di sviluppare forme di Covid-19 gravi o fatali».

Per la Bergamasca, intanto, per questa settimana il tetto delle vaccinazioni è fissato sulle 10 mila al giorno (oltre il target originario di 8.500, ma nei giorni di stress-test si è toccata quota 20 mila), e ieri sono arrivate ben 45.600 nuove dosi: nel dettaglio 14.040 Pfizer all’Asst Bergamo Est (che questa settimana ha una media di oltre 2.500 vaccinazioni al giorno, e già fissate per il 17 maggio un picco di 3.500 per le prime dosi), 22.200 all’Asst Bergamo Ovest e 9.360 all’Asst Papa Giovanni di Bergamo, che, per questa settimana, ha in programma 16.707 vaccinazioni tra prime e seconde dosi (la scorsa settimana ne sono state eseguite 21.320, 8 mila nei giorni di giovedì e venerdì).

Casi domiciliari non risolti

Intanto, a livello lombardo, mentre il consigliere regionale Pd Samuele Astuti rimarca che per i pazienti costretti a letto a domicilio l’emergenza vaccini non è finita, chiedendo alla Regione « di attivarsi al più presto per chiudere la campagna domiciliare», molti cittadini stanno ancora aspettando il via alle prenotazioni per i 50-59enni senza patologie: la prima data era il 30 aprile, poi si è ventilata l’ipotesi di metà maggio, infine questa settimana, in concomitanza di nuove forniture. Ora, la circolare che raccomanda i richiami a 42 settimane dalla prima dose, potrebbe rendere disponibili più vaccini e quindi l’ipotesi che le prenotazioni per i 50enni si possano sbloccare a brevissimo sembra plausibile.

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