
( foto Bedolis)
L’OPERA. Dopo lo stop forzato a causa dell’esondazione del Morla i lavori procedono. La fine slitta di un mese. L’impresa: «Cantiere complesso, il tetto entro luglio».
Al netto del mese di pausa forzata per l’esondazione del Morla lo scorso settembre (e conseguente ritardo accumulato), il cantiere per la nuova Gamec procede, giunto al primo solaio, dopo il completo sventramento della struttura. Il fine cantiere slitta di poco, da marzo ad aprile 2026, nel rispetto dei limiti fissati dal Pnrr, ovvero il 30 giugno 2026 . Ma sarà una corsa contro il tempo perché arrivati al tetto, obiettivo che dovrebbe essere centrato per luglio, si dovrà poi metter mano a tutta la parte impiantistica e alle finiture, su una superficie di circa seimila metri quadri.
A fare il punto della situazione sulla complessa metamorfosi del Palazzetto dello sport, futura Galleria d’arte moderna e contemporanea, è la «Manelli impresa» di Bari, al lavoro nel cantiere di via Pitentino. L’impresa, che si dice «orgogliosa di contribuire a questa ambiziosa rigenerazione urbana» non nasconde «le numerose difficoltà affrontate, tra cui la complessità del terreno, la posizione centrale in città, e le problematiche idrogeologiche derivanti dalla presenza della Roggia Morla.
La struttura della nuova Gamec sorgerà, infatti, parzialmente sopra il tombamento della roggia, rendendo indispensabile un intervento significativo di rinforzo strutturale, che è stato completato in anticipo rispetto al cronoprogramma». Condizione ingegneristica nota, la cui potenziale fragilità si è palesata con l’esondazione dello scorso settembre quando la piena del Morla ha trascinato con sé le impalcature che erano state poste lungo il sedime del torrente per le lavorazioni. La «Manelli» sottolinea l’attenzione sul tema, ricordando «i sistemi di protezione, tra cui una sonda posizionata a monte della roggia che monitorava l’innalzamento del livello dell’acqua, inviando un allarme a una centralina che attivava una sirena e inviava notifiche a cinque numeri telefonici predefiniti».
Definiti con il Comune di Bergamo alcuni aspetti (a partire dai costi) relativi agli interventi realizzati in corso d’opera, l’impresa sottolinea che «il cantiere procede a ritmo sostenuto con le attività di demolizione, quasi concluse. La fase di impermeabilizzazione della fondazione è stata completata, segnando un importante traguardo. Attualmente, i lavori si concentrano sulle elevazioni del piano - 1, sulla posa del solaio del piano 0 e sull’elevazione del corpo scala ovest. Queste attività procedono con precisione, delineando sempre più chiaramente la forma della futura Gamec». Tappa cruciale, si diceva, il tetto: «L’obiettivo è raggiungere, entro gli inizi di luglio, la posa dei prefabbricati di copertura, per poi avviare le attività di rifinitura architettonica interna».
In estate si dovrebbe quindi delineare il nuovo volto della Gamec, edificio dalla forma ellittica progettato dall’ingegner Eynard negli anni Sessanta. La sua trasformazione in galleria d’arte costa al Comune di Bergamo 18 milioni di euro, di cui 6 milioni finanziati dal Pnrr. Ma si toccano i 20 milioni di euro, con i 2 milioni di euro stanziati dalla Giunta nel nuovo Piano delle opere pubbliche per realizzare la nuova piazza, il parcheggio e lo spostamento a sud della bretellina che collega via Pitentino a via Battisti, lavori che partiranno tra giugno e luglio di quest’anno.
Da Palafrizzoni l’assessore al Patrimonio Francesco Valesini conferma che «il lavoro procede, tutti i soggetti coinvolti sono molto motivati e consapevoli dell’importanza dell’opera che si sta realizzando. Dovremo affrontare un lavoro intenso, con un obbligo di consegna dettato dal Pnrr. Una volta realizzata la nuova struttura, avremo sette mesi di tempo per lavorare sugli impianti e le finiture. Contiamo di chiudere per aprile 2026». Il progetto, messo a punto dallo studio C+S di Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini, prevede spazi espositivi triplicati (6mila metri quadri, contro gli attuali 2.300). A caratterizzare la struttura rinnovata, la «lanterna centrale», «una struttura in carpenteria metallica sospesa dall’alto, che ospiterà sale espositive con una conformazione unica – si sofferma la “Manelli impresa” dettando le prossime tappe del cantiere -. Il rinforzo dei pilastri perimetrali è un’altra fase cruciale, che garantirà la solidità e la durabilità dell’edificio». Sul vecchio campo da gioco saranno realizzati nuovi solai, si ricaverà inoltre un grande foyer. L’obiettivo finale è chiaro anche all’impresa: «Siamo consapevoli dell’importanza di questo progetto per Bergamo – afferma Claudio Bolignano, direttore del cantiere per la Manelli – . Stiamo lavorando con impegno e responsabilità per dare vita a un luogo che sarà un punto di riferimento per la città. Non si tratta solo di un museo, ma di uno spazio vivo e dinamico che dialoga con la comunità».
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