Pensioni, l’Inps sperimenta le domande precompilate

LA NOVITÀ . A breve l’invio di lettere a un campione di 5mila utenti in Italia. Scettici i sindacati: rischio errori, meglio la consulenza personalizzata.

L’Inps semplifica l’accesso alle pensioni di vecchiaia, attraverso un nuovo processo di presentazione delle domande. La sperimentazione, annunciata sul portale istituzionale dell’Inps, partirà a breve: un primo campione di circa 5mila assicurati (in tutta Italia) prossimi alla pensione, iscritti alla gestione privata e alla gestione pubblica, riceverà dall’istituto una lettera, notificata anche sull’app Io e nell’area MyInps del portale, in cui saranno indicati percorso e modalità per accedere alla domanda di pensione precompilata (anche mediante l’utilizzo di un Qr-code), resa già disponibile dall’istituto, e per verificare l’estratto conto contributivo, posto a base di calcolo per la pensione.

La comunicazione inviata dall’Inps

La comunicazione verrà inviata, in una prima fase, ai soggetti di età pari o superiore a 66 anni e 9 mesi, a seguito di una verifica che il soggetto sia vicino a maturare il requisito di anzianità contributiva utile per la pensione di vecchiaia (tra i requisiti, 67 anni di età e 20 anni di contributi, ndr). Inoltre, per semplificare l’accesso alla futura pensione a coloro che compiono 65 anni nel mese di trasmissione, sarà inviata una comunicazione personalizzata con l’estratto conto e le indicazioni per segnalare eventuali errori. Oltre a questi canali, sarà trasmesso un messaggio di testo a chi ha fornito il cellulare, per informare dell’avvenuto invio della comunicazione. Il progetto dell’Inps mira a semplificare la presentazione della domanda di pensione con dati precompilati, gestire in maniera integrata la liquidazione delle prestazioni e indirizzare i pagamenti in modo corretto e tempestivo, nell’ambito del progetto del Pnrr per realizzare un hub di accesso alle prestazioni pensionistiche.

La reazione dei sindacati

Un piano accolto dai sindacati bergamaschi con qualche riserva: «La sperimentazione dell’Inps sull’automatizzazione è analoga a quanto già sperimentato per le pensioni di reversibilità – sottolinea Emmanuele Comi, direttore del patronato Inca Cgil Bergamo –. Siamo molto perplessi e, se già ponevamo dubbi sulla precompilazione da parte di un software Inps per le pensioni di reversibilità, quali la presenza di altri aventi diritto (figli minori o maggiorenni studenti o inabili), ancora di più ne poniamo adesso. Un simile processo potrebbe comportare la negazione di altri diritti della platea di pensionandi. Se il pensionando avesse versamenti su altre casse previdenziali, l’automatizzazione rischia di escludere la possibilità di totalizzare o cumulare le contribuzioni, lasciando dei contributi versati senza che possano dare diritto a una prestazione. Inoltre, considerando l’aumento del numero dei contribuenti che potrebbero trarre un vantaggio da un’opzione al contributivo, non sappiamo come opererà la nuova procedura Inps in questi casi. La maggioranza delle situazioni potrebbe essere gestibile anche in via automatica, ma una consulenza personalizzata resta la scelta migliore».

«È sempre meglio avere un rapporto tra le persone, ascolto degli utenti e competenza di chi offre il servizio – osserva Giacomo Meloni, segretario generale della Fnp Cisl Bergamo (pensionati) –. È bene che le persone siano avvertite del rischio che si prendono qualora non abbiano competenze digitali o specifiche in materia pensionistica. Chi ha 67 anni e 20 anni di contributi può beneficiare della pensione di vecchiaia, ma non è sufficiente se non ci sono determinate condizioni economiche, cioè che la pensione sia almeno una volta e mezzo superiore al minimo in vigore. Siamo nella transizione digitale, ma anche se non si hanno difficoltà particolari nella pratica pensionistica è sempre consigliabile rivolgersi al sindacato o al patronato per dubbi e chiarimenti».

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