Pensionata riceve bollette da 5mila euro. Adiconsum: errore nel contratto

IL CASO. La donna, 86 anni, avrebbe barrato la casella «business». Locati: rigidità di A2A. La replica di A2A: «È dotata di un misuratore di grosso calibro con consumi elevati e arretrati di sei mesi».

La cifra è da capogiro: 5mila euro, divisi in due bollette. Lo sarebbe per tutti, a maggior ragione per chi si trova in situazioni di fragilità. È capitato a una donna bergamasca di 86 anni, con grave invalidità, che si è rivolta ad Adiconsum per provare a «sanare» le ultime fatture recapitate da A2A per la sua fornitura di gas. Perché questa cifra così alta? Secondo Eddy Locati, operatore di Adiconsum che ha seguito la vicenda, la bolletta esorbitante sarebbe dovuta al fatto che, all’atto della firma del contratto, la donna «ha barrato la casella sbagliata»: ha optato cioè per «la tariffa business, pur abitando da sola in casa e non avendo alcuna attività». In passato, Adiconsum aveva «già denunciato la vicenda di quella signora (sempre cliente di A2A, ndr) che è stata costretta a restituire un bonus di fronte alla inflessibilità della società e nonostante agli sportelli della stessa avessero cambiato l’offerta senza “ricordare” alla cliente che sarebbe incorsa in tale sanzione. Situazione, tra l’altro, capitata anche a un altro cliente. Ora A2A si rende protagonista di un’altra “rigidità” che riteniamo fuori luogo e sicuramente non in linea con i corretti rapporti con i consumatori».

Contattata per una replica nella giornata di venerdì 6 dicembre, A2A sta approfondendo la situazione sollevata da Adiconsum

La vicenda è emersa solo ora, dopo le ultime fatture decisamente salate, anche se il contratto è stato sottoscritto da più di dieci anni: proprio questa distanza temporale, secondo Adiconsum, ha fatto sì che negli archivi di A2A non ci sia più la copia originale. Di fronte alla richiesta di chiarimenti, «A2A – sostiene Adiconsum – ci ha riferito che non può far altro che considerare valido quel contratto, e quindi è necessario pagare». È stata così avviata la procedura di conciliazione presso Arera, l’autorità di regolazione dell’energia, ma senza i risultati attesi: «Non abbiamo ricevuto alcuna disponibilità a calcolare, a partire dalle due fatture contestate di circa 5mila euro complessivi, la spesa con contratto domestico, e ciò ci ha costretti a prendere atto di un mancato accordo – conclude Eddy Locati –. Anche in questo caso non possiamo che contestare questa assurda rigidità aziendale». La famiglia dell’86enne è intenzionata ad avviare un’azione legale.

La replica di A2A: consumo elevato

«Il debito maturato dalla cliente nei confronti di A2A Energia non è imputabile alla tipologia del contratto sottoscritto ma al consumo elevato che da sempre caratterizza la sua fornitura servita anche da un misuratore di grosso calibro - elementi non tipici di un’utenza domestica condominiale. La fornitura, infatti, non è ascrivibile a quest’ultima tipologia. È bene inoltre precisare che le bollette in questione riguardano più di 6 mesi di servizio a fronte di consumi reali ricevuti dal distributore locale, responsabile della misurazione dei consumi stessi. Distributore che rimane il medesimo a prescindere dalla società di vendita scelta dal cliente.

Si ricorda che per la fornitura di gas naturale, come in questo caso, la distinzione tra uso domestico ed altro uso non è rilevante ma è determinante il consumo che caratterizza la fornitura: sia le tariffe di distribuzione sia le imposte applicate vanno a riempimento degli scaglioni di consumo definiti dalla norma.

A comprensione della bontà del contratto sottoscritto si evidenzia che applicando le tariffe vigenti sul mercato tutelato durante il medesimo periodo di fatturazione - così come definite dall’Autorità di settore - la cliente avrebbe sostenuto un costo maggiore rispetto a quanto previsto dal contratto se sottoscritto sul mercato libero. In questo caso, essendo il contratto a prezzo fisso, la cliente è stata tutelata dalle importanti fluttuazioni a rialzo dei prezzi, causate dalla crisi energetica europea. Contrariamente a quanto indicato, A2A Energia ha presentato alla cliente diverse proposte conciliative ma nessuna delle opzioni è stata accettata. A dimostrazione della disponibilità e della serietà della Società, si conferma l’attuale validità delle proposte».

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