Ottavia Piana: «Traumi importanti, ma è stata molto forte». Il recupero potrebbe essere lungo

LE CONDIZIONI DI SALUTE . Dalle viscere del «Buoeno Fonteno» al «Papa Giovanni XXIII».

La speleologa 32enne Ottavia Piana, rimasta bloccata quattro giorni all’interno dell’Abisso Bueno Fonteno a causa delle ferite causate da una caduta improvvisa durante una esplorazione, è arrivata in ospedale a Bergamo mercoledì prima dell’alba.

L’elicottero decollato da Sondrio, abilitato al volo notturno, la aspettava in aria all’imbocco delle gallerie, in un luogo impervio sopra l’abitato del piccolo comune sebino. A terra, insieme agli speleologi del Cnsas e al Soccorso alpino orobico, anche l’èquipe dell’eliambulanza, che dopo il cambio di barella ha recuperato la ferita tramite una manovra con il verricello.

Il lavoro dell'Areu a Bueno Fonteno

Le condizioni di salute all’arrivo in ospedale

Arrivata a Bergamo intorno alle 5, la speleologa è stata sottoposta a tutti gli esami del caso e lo staff medico del Papa Giovanni XXIII ha valutato le sue lesioni. Cadendo di schiena da un’altezza di circa sei metri si è fratturata diverse ossa tra la schiena e il busto . Traumi anche agli arti inferiori, come già avevano anticipato i medici che l’avevano soccorsa e tenuta costantemente monitorata durante la lunga risalita dalle grotte: quello messo peggio sarebbe un femore, che potrebbe necessitare di un intervento chirurgico.

Le testimonianze di medici e infermieri

Considerato l’accaduto, però, le sue condizioni restano stabili e non si trova in pericolo di vita. Nell’ultimo tratto di risalita nell’èquipe medica c’erano il dottor Luca Pilo e l’infermiera Sara Trasciatti, 28 anni: «Essendo quasi coetanea di Ottavia sono riuscita a entrare in empatia con lei – racconta –. Era contenta una volta uscita dalla grotta, specie nel rivedere il fidanzato. Quando dovevamo spostarla da una barella all’altra si è perfino scusata per il fatto di non essere collaborativa a causa delle lesioni, le abbiamo risposto che era già stata fin troppo d’aiuto resistendo per così tanto tempo. Ma soprattutto si ricordava il mio nome: continuava a chiamarmi, questo mi ha fatto molto piacere».

Abisso Bueno Fonteno, il racconto del salvataggio della speleologa Ottavia Piana. Video di Massimo Sonzogni

A descrivere la forza di Ottavia è stato anche Pilo, medico arrivato dalla Sardegna: «Era davvero provata, ma molto carica – racconta –, sentire il vento freddo che arrivava dall’esterno le ha dato uno sprint adrenalinico dopo momenti di sconforto, dove si è reso necessario un conforto a livello psicologico durante la risalita. Ha subito un trauma importante, che richiede ospedalizzazione in più punti dopo più di 80 ore in grotta». Il recupero, ha azzardato una stima il medico, potrebbe durare non mesi, ma anni.

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