
(Foto di Bedolis)
LA MOBILITAZIONE. Martedì 5 dicembre l’agitazione contro la manovra e in difesa del Ssn in crisi ha fatto saltare parecchie attività. I sindacati: «Adesione forte, senza risposte continueremo». Le strutture riprogrammano le prestazioni.
L’adesione è stata alta: oltre il 60% in Lombardia secondo i sindacati, con punte più alte in alcune strutture, e un dato nazionale che arriva all’85%. La conseguenza – tenuto conto della normativa sulla precettazione che garantisce comunque una presenza di personale per far fronte alle urgenze – è che martedì 5 dicembre negli ospedali sono «saltate» parecchie attività. È stata infatti la giornata dello sciopero di medici, infermieri e altri professionisti sanitari, in protesta contro la manovra e la carenza delle risorse, e «per difendere il Servizio sanitario nazionale».
Già nei giorni precedenti gli ospedali avevano avvisato l’utenza dei possibili disagi. Che si sono verificati, provvedendo comunque alle urgenze e attività «salva-vita». Nel frattempo le strutture hanno riprogrammato le prestazioni.
Per Stefano Magnone, segretario regionale dell’Anaao-Assomed Lombardia, sindacato dei medici ospedalieri, «questo sciopero è un bel segnale, con una forte adesione. Non è uno sciopero di categoria, ma per difendere un Servizio sanitario in profonda crisi. Se non avremo risposte, continueremo a far sentire la nostra voce». «Siamo giunti a una situazione non più tollerabile», il commento di Monica Trombetta, segretaria regionale di Nursing Up, sindacato degli infermieri.
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