Ospedale Papa Giovanni, eccellenza nell’intelligenza artificiale: interventi alle coronarie più sicuri ed efficaci

Il convegno Imaging intracoronarico, il Papa Giovanni dimostra a Parigi con un video i vantaggi dell’intelligenza artificiale.

L’ausilio di un nuovissimo sistema avanzato di imaging endovascolare delle coronarie in uso al Papa Giovanni rende più efficace e sicuro l’impianto degli stent in caso di stenosi coronariche particolarmente calcifiche. È la tesi di uno degli incontri in agenda al Congresso europeo di Cardiologia interventistica EuroPCR 2022 a Parigi. La dimostrazione pratica si è avvalsa della registrazione video di un intervento di angioplastica coronarica nelle sale operatorie dell’ospedale di Bergamo.

Intelligenza artificiale al servizio della medicina

Il sistema di intelligenza artificiale mostrato in azione a Parigi è utilizzato da oltre un anno dalla cardiologia interventistica del Papa Giovanni XXIII, il primo ospedale in Italia a farne uso ed attualmente disponibile in soli nove centri italiani. La metodica rappresenta un’evoluzione della classica Oct (tomografia a coerenza ottica). Una sonda in grado di emettere una luce a infrarossi consente al cardiologo di visualizzare la coronaria «in vivo». Le informazioni vengono istantaneamente elaborate da un sistema di intelligenza artificiale, che riproduce le immagini intravascolari ricostruendo la coronaria del paziente con dettagli ad altissima risoluzione che consentono di distinguere le placche aterosclerotiche a seconda della loro natura (calcifica, fibrotica o lipidica).

Le placche calcifiche nelle coronarie

Il sistema si rivela particolarmente utile in caso di placche calcifiche, più rigide e difficili da trattare. Il calcio che riveste internamente le arterie può essere paragonato a un vero e proprio strato di cemento, che va «fratturato» prima dell’angioplastica per consentire un’adeguata espansione dello stent che viene successivamente impiantato. Il nuovo sistema OCT con l’ausilio dell’intelligenza artificiale consente rapidamente di quantificare e misurare la distribuzione del calcio, al fine di scegliere i sistemi più efficaci per modificarlo e guidare il cardiologo interventista durante le varie fasi dell’intervento.

Le immagini da Bergamo a Parigi

Le immagini del filmato girato a Bergamo, proiettato nel corso di un simposio presieduto da Emanuele Barbato, presidente della società europea di Cardiologia Interventistica, mostrano un intervento avvenuto con successo ad aprile su un paziente del Papa Giovanni, con operatori il cardiologo Paolo Canova, presente anche a Parigi per illustrare il caso, e il direttore Cardiologia 2 – diagnostica interventistica, Luigi Fiocca.

Imaging intracoronarico, il Papa Giovanni dimostra a Parigi con un video i vantaggi dell’intelligenza artificiale.. Video di Ufficio Stampa

«Il problema delle calcificazioni coronariche è sempre più attuale e spesso presente in pazienti d’età più avanzata e più fragili – ha spiegato Paolo Canova ai colleghi presenti al simposio -. Trattare coronarie calcifiche rende l’intervento più complesso e talvolta anche più rischioso proprio per la necessità di modificare il calcio prima d’impiantare uno stent. L’utilizzo di un sistema d’imaging intracoronarico addestrato a riconoscere e quantificare il calcio può realmente consentirci di pianificare l’intervento garantendo ai nostri pazienti il migliore esito clinico».

«L’attenzione costante all’innovazione tecnologica è uno dei fattori che permettono di offrire risposte sempre più appropriate ai nostri pazienti - ha sottolineato Fabio Pezzoli, direttore sanitario del Papa Giovanni XXIII -. Ma oltre alla tecnologia, contano le competenze dei professionisti»

«L’attenzione costante all’innovazione tecnologica è uno dei fattori che permettono di offrire risposte sempre più appropriate ai nostri pazienti - ha sottolineato Fabio Pezzoli, direttore sanitario del Papa Giovanni XXIII -. Ma oltre alla tecnologia, contano le competenze dei professionisti. Ecco perché è importante offrire un contributo in un appuntamento internazionale prestigioso come quello di Parigi. È anche grazie al confronto con i colleghi medici e ricercatori di altri Paesi, una tradizione che da circa cinquant’anni portiamo avanti in ambito cardiovascolare, che si consolida la crescita professionale dei nostri medici».

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