Operazione anti bracconaggio, sequestrati anche medicinali per «dopare» i tordi

Maxi operazione in tutta Italia e anche a Bergamo. Oltre a una serie di illeciti impressionanti, i denunciati detenevano anche medicinali per indurre il canto a esemplari maschi per anticipare i tempi fisiologici.

Nei giorni scorsi si è conclusa l’operazione denominata «Turdus aureus», nell’ambito di una complessa attività investigativa condotta dal Reparto Operativo–Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno degli Animali del Raggruppamento Carabinieri Cites, unitamente dal Gruppo Carabinieri Forestale di Perugia e dal Centro Anticrimine Natura di Udine. Nella fase conclusiva ha visto impegnati 131 carabinieri forestali, che hanno operato in diverse regioni italiane.

L’operazione in Bergamasca

L’operazione ha interessato anche la Provincia di Bergamo con un soggetto indagato destinatario di misure cautelari. I carabinieri forestali di Bergamo, hanno sequestrato 17 esemplari vivi di avifauna con marcaggio contraffatto, amovibile o assente.

Sequestrati inoltre strumentazione informatica, documenti, strumentazione utile alla contraffazione dei marcaggi e marcaggi già contraffatti pronti per essere usati su esemplari catturati per celarne l’illecita provenienza.

I provvedimenti e i sequestri nel resto d’Italia

Le perquisizioni sono state eseguite nei confronti di 5 soggetti residenti in Toscana, 2 in Lombardia, 2 in Campania e 5 in Umbria, hanno portato al sequestro di denaro contante per 141 mila euro. Sono stati sequestrati, inoltre, 164 esemplari morti di avifauna appartenente a specie protetta e particolarmente protetta e 763 esemplari vivi appartenenti alle specie di tordi, merli e cesene privi di anello identificativo o con anello alterato, che sono stati affidati alle cure di centri di recupero animali selvatici, con finalità di riabilitazione propedeutica alla loro liberazione.

Denaro, armi abusive e medicinali dopanti

I carabinieri forestali hanno inoltre rinvenuto e sequestrato in diversi siti perquisiti l’attrezzatura utilizzata per la manomissione e contraffazione degli anelli di marcaggio, (pinze, punzoni, macchine calibrate per produzione di anelli, cunei, punteruoli, fustellatrici, presse, martelletti, lime); sequestrati 2.396 anelli identificati inamovibili e pronti all’utilizzo, 48 reti da uccellagione, 6 richiami acustici a funzionamento elettromagnetico, 3 coppi di cattura e 3.224 munizioni di vario calibro.

Nel corso dell’attività, uno degli indagati è stato arrestato per detenzione abusiva di armi clandestine, ex art 967 cp e artt. 3 e 23 L. 110/75, perché trovato in possesso, all’interno della propria abitazione abilmente occultato, di un fucile da caccia con matricola abrasa.

Sequestrati anche medicinali dopanti

Nel corso delle perquisizioni, sono stati sequestrati ingenti quantitativi di medicinali dopanti e strumenti medicali di somministrazione degli stessi (siringhe e pinze chirurgiche). Si tratta di farmaci con principi attivi a base di derivati del testosterone, capaci di indurre l’attività canora degli esemplari maschi anticipando il momento fisiologico.

Ai soggetti destinatari dei provvedimenti di perquisizione, coinvolti a vario titolo e in concorso continuato tra loro (art 81) nelle complesse dinamiche del traffico illegale di avifauna sul quale indagano i Carabinieri Forestali coordinati dalla Procura di Udine, sono stati contestati i reati di associazione per delinquere (art 416), sostituzione di persona (art. 494 c.p.), frode in commercio (art. 515), maltrattamento di animali (art. 544 TER), furto e furto aggravato (artt. 624 e 625), ricettazione (648), riciclaggio ed impiego in attività economiche o finanziarie di denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto (648 BIS e 648 ter), uso abusivo di sigilli e strumenti veri (art. 471), detenzione abusiva di armi, alterazione di armi, armi clandestine detenzione illegale di munizioni.

Gli esemplari di avifauna, catturati prevalentemente in natura dai nidi, generavano ingenti guadagni – il valore di mercato di un esemplare “da richiamo” può raggiungere anche 300 euro riciclati nell’ultima fase della filiera, per un giro di affari di centinaia di migliaia di euro.

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