Oltre 24mila studenti stranieri nelle scuole della Bergamasca

IL REPORT . Il 20% degli iscritti 2023/24 ha cittadinanza estera. Piccinini (Ufficio scolastico): «Percentuale destinata a crescere ulteriormente».

In gran parte sono nati e cresciuti in Italia, da tempo integrati nel tessuto sociale insieme alle loro famiglie. Ma c’è anche chi ha alle spalle un recente percorso migratorio e deve fare i conti con lo scoglio linguistico.

Nelle scuole bergamasche ci sono oltre 24mila studenti stranieri, la maggior parte dei quali frequentanti la primaria, come fotografa il recente monitoraggio dell’Ufficio scolastico territoriale di Bergamo. Sugli oltre 118mila iscritti all’anno scolastico 2023/24, il 20% ha infatti cittadinanza estera. «Il trend relativo alla presenza degli studenti stranieri nelle scuole bergamasche è tornato a crescere dopo la leggera flessione della pandemia – commenta Katia Piccinini, referente per gli studenti stranieri dell’Ufficio scolastico territoriale di Bergamo –. Stiamo già vedendo gli effetti della denatalità sulla scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado e nei prossimi anni, con la popolazione bergamasca che sta andando incontro a un sempre più netto calo demografico, la percentuale di studenti stranieri è destinata ad aumentare ulteriormente, anche in virtù del crescente numero di minori stranieri non accompagnati».

La sfida dell’integrazione

Nel 2016/’17 gli alunni con cittadinanza estera nelle scuole bergamasche erano 22.518, nel 2018/’19 23.107 e nel 2021/’22 23.100. Mentre adesso sono 24.241, di cui 16.104 nati in Italia (67%) e 8.137 all’estero (33%). «La Lombardia è la prima regione per numero assoluto di studenti stranieri, come certifica il recente report dell’Ufficio statistica del ministero dell’Istruzione e del Merito, pubblicato nell’agosto del 2023 e riferito all’anno scolastico 2021/2022: ben 225mila su un totale di un milione e 120mila studenti stranieri sono nella nostra Regione – prosegue Piccinini –. E la Bergamasca, in tal senso, è la quinta Provincia d’Italia per numero assoluto dopo Milano, Roma, Torino e Brescia».

Con le scuole che devono lavorare tanto sul versante della formazione quanto su quello dell’integrazione: «Le sfide, soprattutto per quanto riguarda gli studenti stranieri nati all’estero, sono contrastare il ritardo scolastico, accompagnare i passaggi, in particolar modo quello dalle medie alle superiori, adattare il programma e la valutazione, organizzare un orientamento efficace alla prosecuzione degli studi, prevenire segregazione e dispersione scolastica, specialmente negli alunni immigrati, quelli più a rischio abbandono, e coinvolgere le famiglie nel progetto educativo dei loro figli – dice Piccinini –. Ogni volta che arriva uno studente dall’estero si pone la questione dell’alfabetizzazione, ma anche quella di costruire percorsi d’integrazione che coinvolgano scuola e famiglie. La lingua è nevralgica in entrambi i casi, perché tutto passa da lì. Cruciali, in tal senso, i ruoli giocati dai docenti alfabetizzatori, figure che vanno aumentate, e dei mediatori culturali, professionisti in prima linea per favorire il dialogo con le famiglie facendo incontrare culture diverse».

Dietro ogni alunno ci sono infatti esigenze e bisogni diversi. «Il 60% degli studenti in arrivo dall’estero giunge in Italia per ricongiungimento famigliare, per raggiungere il genitore, spesso il papà, che da tempo lavora stabilmente sul territorio e che quindi è in grado di garantire una certa stabilità ai figli – dice Piccinini –. Il restante 40% arriva senza grandi mezzi materiali. Con le superiori iniziano anche gli spostamenti, che diverse famiglie faticano a permettersi, e per questo è cruciale il ruolo del territorio, a partire dai Comuni che mettono in campo i piani di diritto allo studio fornendo ad esempio il pullman per gli spostamenti. Il nostro territorio è particolarmente generoso e si fa sempre trovare pronto di fronte alle richieste d’aiuto, come nel caso dell’emergenza profughi ucraini. Dall’altro lato le famiglie straniere si affidano tantissimo alle scuole: c’è un grande rapporto di fiducia perché in esse vedono un presidio fondamentale per la didattica ma anche un riferimento a cui chiedere aiuto. Inoltre sono consapevoli del fatto che la scuola rappresenti, per i loro figli, uno strumento d’emancipazione, oltre che di prevenzione di situazioni a rischio sotto il profilo della delinquenza».

I diversi ordini

Nelle scuole materne, elementari e medie della Bergamasca uno studente su quattro non è di nazionalità italiana: su 78.603 iscritti totali all’anno scolastico 2023/24, ben 18.880 (24%) hanno una cittadinanza estera. Di questi, 13.013 (69%) sono nati in Italia, mentre 5.867 all’estero (31%). La percentuale di studenti stranieri Nai (neo arrivati in Italia nel corrente anno scolastico) è del 20,5%. Nel dettaglio, il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana si trova nelle scuole primarie, dove sono ben 10.157, il 24% del totale (gli iscritti sono 40.906). In proporzione, però, la percentuale più alta si registra nelle scuole dell’infanzia (29,5%), con 2.281 studenti stranieri su un totale di 7.732 iscritti. Alle medie invece gli alunni con cittadinanza non italiana sono 6.442: proprio nella scuola secondaria di primo grado si registra una significativa percentuale di nati all’estero, pari al 34,2%.

Nelle scuole secondarie di secondo grado, ovvero le superiori, ci sono 5.361 studenti stranieri, che rappresentano il 13% del totale degli iscritti (40.305). Di questi 3.091 (58%) sono nati in Italia e 2.270 (42%) all’estero. Con una percentuale di Nai dell’11,3%. «Gli studenti stranieri scelgono soprattutto gli Istituti statali tecnici e professionali, circa il 65% di loro opta per questo percorso di studi – spiega Piccinini –. Il 25% sceglie i licei. Infine il 10% gli IeFP Istruzione e formazione professionale, ma di questi la quasi la totalità è formata da studenti immigrati».

Ambiti e nazionalità

La maggior concentrazione di studenti stranieri si registra in quelli che l’Ufficio scolastico territoriale cataloga come Ambito 5 (la Bassa) e 3 (l’area che va da Seriate alla zona dei laghi).

«La geografia regionale dice che il maggior numero di stranieri e immigrati si trova in provincie come Milano, Bergamo, Brescia, Pavia, Lodi e Cremona, caratterizzate da un elevato tasso d’interconnessione grazie alle infrastrutture – rileva Piccinini –. La dislocazione è quella del lavoro: nella Bassa ci sono tanti stranieri che lavorano nelle imprese del territorio, soprattutto nel campo della logistica, ma anche che fanno i pendolari verso aziende delle province limitrofe». Per quanto riguarda l’anno scolastico in corso, nella Bassa si trova il 32% degli studenti stranieri frequentanti gli istituti comprensivi, mentre la metà degli alunni delle superiori nati all’estero (il 47%) è nella zona tra Seriate e i Laghi. Bergamo e alcuni Comuni dell’hinterland sono invece classificati nell’ambito 4: «La presenza di stranieri in città tiene conto dei quartieri facilmente accessibili, lontano dal centro si arriva anche oltre il 50% di stranieri . Uno studente straniero su tre, nelle scuole cittadine dell’infanzia, primaria e medie, è nato all’estero e ha quindi alle spalle un recente percorso migratorio». Le nazionalità straniere maggiormente rappresentate nelle scuole bergamasche sono quelle di Marocco, Albania, Romania, Senegal, India, Pakistan, Bolivia ed Egitto. «Da due anni, per chiare ragioni geopolitiche, assistiamo ad aumenti degli studenti ucraini soprattutto nel primo ciclo di studi», spiega Piccinini.

Le ex scuole serali

Il monitoraggio dell’Ufficio scolastico territoriale tiene conto anche delle scuole superiori di secondo livello, le ex serali, dove gli studenti iscritti nella Bergamasca per il 2023/24 sono 1.003, di cui il 38% (381) stranieri. Di questi la quasi totalità (86%) è nata all’estero. «Sono in prevalenza adulti che studiano per il diploma, è un dato molto bello perché racconta di un’integrazione positiva e di un mondo lavoro che consente la formazione», commenta Piccinini. Infine gli studenti itineranti, di cittadinanza italiana o straniera, sono 128, di cui 86 nella scuola primaria e 42 in quella secondaria di primo grado.

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