Nuovo sottopasso alla Trucca, Rfi: «Aprirà a giugno 2025»

IL CANTIERE. Sostituirà il passaggio a livello di via Martin Luther King in città, una delle zone interessate dalle opere per il raddoppio Bergamo-Ponte.

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Le sbarre del passaggio a livello sono ormai sollevate dal 5 febbraio: non hanno più bisogno di abbassarsi, i treni non passano e non lo faranno ancora per molto. Una rete arancione, tipica dei cantieri ferroviari, impedisce l’accesso ai binari, mentre la nuova viabilità provvisoria regola il traffico intenso dei pendolari automuniti.

Raddoppio, orizzonte 2026

La zona di via Martin Luther King, alla Trucca, è un altro dei pezzi del puzzle di cantieri di Bergamo: qui insiste un tratto del raddoppio Bergamo-Ponte (o Bergamo-Curno, visto quello che sarà il vero tratto con due binari), e accanto si sollevano gli spazi commerciali nelle ex segherie Beretta.

L’orizzonte del raddoppio – secondo «tempistiche confermate», anche in questo caso, da Rfi e Regione – volge al giugno 2026, quando dovranno essere finiti tutti i lavori, e poi al dicembre 2026, quando scatterà l’attivazione del nuovo servizio. Alcune opere vedranno però la luce prima: in via Martin Luther King, ha spiegato Rfi, «per giugno 2025 è prevista l’apertura del sottopasso che sostituisce l’attuale passaggio a livello». A lavorare sul raddoppio della linea è il raggruppamento composto da D’Agostino Angelo Antonio Costruzioni Generali e Segeco, le stesse che operano sul treno per Orio; la gara aggiudicata a luglio 2023 aveva un valore da 97 milioni di euro.

Curno, via le vecchie rotaie

Si procede in parallelo, come a cucire progressivamente i due lembi di questo potenziamento della rete. Mentre in via King si scava per il sottopasso, arrivando fino a una profondità di 7 metri, a Curno in via Fermi – a poca distanza da dove dovrà prendere forma la nuova fermata, quella all’incrocio con via Donizetti – si agisce su un altro fronte: si stanno togliendo le vecchie rotaie e le traverse. I macchinari procedono lungo quel che resta dei binari, e passo dopo passo le pinze «mordono» ciò che giaceva lì da decenni.

La «capacità teorica» della tratta passerà dagli attuali 4 treni all’ora a un picco di 10 treni all’ora nei due sensi di marcia

Che ne sarà, di tutto ciò che viene rimosso? Viene svolta una verifica per il riutilizzo di quei materiali: una parte, quella «servibile», potrà trovare reimpiego in ambito ferroviario; l’acciaio non più riutilizzabile, invece, sarà venduto a delle acciaierie. Intanto proseguono le bonifiche, la risoluzione delle interferenze, la rimozione delle piante. Quando tutto sarà finito, la «capacità teorica» della tratta passerà dagli attuali 4 treni all’ora a un picco di 10 treni all’ora nei due sensi di marcia.

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