Nuovi medici, a rilento il reclutamento dei 176 specializzandi

La situzione. Tanti i bergamaschi (1.800 invece in Lombardia) in attesa da luglio della ripartizione dei posti che è stata pubblicata solo lunedì sera. Il ritardo del reclutamento degli specializzandi in Italia coinvolge 16mila figure.

È il passo fondamentale per entrare in ospedale e iniziare la propria carriera professionale. La burocrazia, però, anche stavolta ci mette del suo. L’«arruolamento» degli specializzandi in Medicina prosegue a passo lento: così lento che, per il concorso di quest’anno, sono slittati in là i tempi.

Si è così creato un limbo per quasi 16mila giovani medici in tutta Italia: 1.800 sono lombardi, 176 bergamaschi. In breve. Dopo la laurea in Medicina, uno step fondamentale è la specializzazione. La prova del concorso per accedere al nuovo «ciclo» di specializzazioni si è tenuta nel mese di luglio: le graduatorie sono state stilate subito, e se la ripartizione dei posti fosse uscita già ad agosto, come inizialmente ipotizzato, i giovani medici avrebbero avuto circa un mese per definire la scelta della scuola di specializzazione in cui intendevano entrare (sulla base dei punti ottenuti nel concorso), che poi sarebbe stata formalizzata a partire dal 5 settembre. Invece la ripartizione dei posti (cioè il numero di borse di studio disponibile per ogni università) è stata comunicata solo nella serata di ieri. Proprio perché consapevole di questo ritardo nella suddivisione dei posti, il ministero dell’Istruzione già lo scorso venerdì aveva emanato un decreto che posticipava l’apertura della fase di scelta a giovedì 8 settembre (dalle 17) fino a lunedì 19 settembre. Ciò ha comportato conseguenze su scelte professionali che divengono scelte di vita, se si decide di andare a studiare (e lavorare) lontano da casa.

Le associazioni

Sul tema si sono mosse le associazioni degli specializzandi in tutta Italia, lamentando una situazione di stallo che comporta disagi per migliaia di giovani medici: «Nonostante i continui solleciti avvenuti in questo ultimo mese, e le rassicurazioni ricevute, siamo costretti a constatare come il tema della formazione medica specialistica sia costantemente trattato con superficialità, tanto da portare a ritardi anche quest’anno: questo non è più tollerabile», lamenta Federspecializzandi.

Lo scoramento si rileva anche su scala locale. «È un problema che è stato giustamente sollevato e che comporta grossi problemi, è evidente – commenta Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo –. È l’ennesimo capitolo di cattiva gestione: è urgente una soluzione, è insostenibile che si vada così per le lunghe. Ci sono in gioco scelte professionali e personali dei giovani medici». Negli anni della specializzazione (in media dura cinque anni, con differenze a seconda di alcune particolari brache) i giovani medici affiancano l’attività didattica a quella clinica: gli specializzandi sono determinanti anche per l’attività quotidiana degli ospedali. Nel decreto, il ministero specifica comunque che «lo spostamento della fase di scelta non inficia in alcun modo il regolare avvio delle attività didattiche, la cui data di inizio rimane invariata al 1° novembre 2022».

Negli anni della specializzazione (in media dura cinque anni, con differenze a seconda di alcune particolari brache) i giovani medici affiancano l’attività didattica a quella clinica: gli specializzandi sono determinanti anche per l’attività quotidiana degli ospedali

Il numero di borse di specializzazione è tra l’altro aumentato notevolmente negli ultimi anni, per risolvere quel «collo di bottiglia» che impediva a molti giovani laureati di accedere ai corsi di specializzazione: i posti erano molto inferiori al numero di candidati, ora la forbice si è quasi del tutto assottigliata. «Quel problema si sta risolvendo, c’è stato un lavoro importante di apertura dell’accesso alle specialità – conferma Marinoni –. La programmazione andrebbe però ancora migliorata, lavorando meglio sui fabbisogni delle singole specialità, perché c’è il rischio che alcune aree siano trascurate. L’esempio è per la medicina di emergenza-urgenza (la specializzazione che porta a lavorare in pronto soccorso, ndr): il discorso di programmazione non può però prescindere dalla creazione di fattori che rendano più attrattive queste specializzazioni, a partire dalle retribuzioni, dai carichi di lavoro, dalle condizioni di lavoro».

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