Nuove tensioni nel carcere di Bergamo: detenuto aggredisce quattro agenti

IN VIA GLENO. Prima ha dato in escandescenze. Poi, quando la polizia penitenziaria ha provato a placarlo, si è scagliato contro alcuni agenti malmenandoli fino a rendere necessario il ricorso alle cure mediche. Nella casa circolandariale un incotnro anche con la sindaca Elena Carnevali.

Nuovi momenti di tensione al carcere di Bergamo nella giornata di sabato 21 settembre, come riferito nella giornata del 24 settembre dall’Fns Cisl: protagonista del parapiglia un detenuto che già alcuni giorni prima aveva aggredito un altro agente della polizia penitenziaria, causandogli lesioni con cinque giorni di prognosi, e che ha poi causato nuovi disordini, colpendo e provocando escoriazioni anche ai danni del comandante di reparto, per un totale di quattro agenti della polizia penitenziaria.

«Ormai si assiste a un trend di evidente recrudescenza dei casi di aggressione nei confronti di personale della polizia penitenziaria, è una situazione il cui perdurare è da ritenersi inammissibile»

«Si tratta di un ennesimo caso di follia posto in essere da un detenuto che, presumibilmente, rientra nell’ampia platea dei soggetti affetti da disturbi psichiatrici, affatto incline al rispetto delle regole penitenziarie – spiega Toni Sole, segretario generale aggiunto dell’Fns Cisl Bergamo -. Ormai si assiste a un trend di evidente recrudescenza dei casi di aggressione nei confronti di personale della polizia penitenziaria, è una situazione il cui perdurare è da ritenersi inammissibile».

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Circa un mese fa, il 25 agosto, un detenuto era riuscito ad arrampicarsi sul tetto del cortile destinato al passeggio, mentre alcuni detenuti nelle celle avevano incendiato dei materassi.

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L’incontro con la sindaca Carnavali

Nella mattinata la sindaca Elena Carnevali e l’assessora alle politiche sociali Marcella Messina hanno incontrato a Palazzo Frizzoni il direttore del carcere di Bergamo, Antonina D’Onofrio, per fare il punto sulla situazione attuale dell’istituto penitenziario.

«La casa circondariale di via Gleno risente attualmente del sovraffollamento, ospitando 565 detenuti (a fronte di una capienza regolamentare di 319 posti) tra cui una considerevole presenza di giovani adulti. Questi ultimi rappresentano la sfida più rilevante in termini di percorso di recupero e richiedono un’attenzione particolare e mirata - spiegano da Palazzo Frizzoni -. Il carcere, intitolato a Don Resmini, non rappresenta una istituzione ai margini della città ma una comunità di persone che nell’espiare la pena intraprendono un percorso di riabilitazione individuale».

Progetti all’insegna del reinserimento sociale

Durante l’incontro, sono stati confermati i progetti già in corso che vedono il coinvolgimento dell’amministrazione comunale e di diversi enti del territorio. Tra questi, il laboratorio “Ricucendo”, il centro diurno per detenuti con difficoltà relazionali e di adattamento, il laboratorio di scrittura, tutti finalizzati a stimolare il senso di responsabilità delle persone detenute in vista del reinserimento nella comunità.

È stato inoltre discusso l’ampliamento delle possibilità di inserimento lavorativo delle persone detenute, nell’ambito delle misure previste dall’ordinamento giudiziario, nei servizi cimiteriali oltre a nuove possibilità di impiego all’interno del Comune, tenendo conto delle capacità dei singoli. Inoltre, si stanno concludendo le convenzioni con il servizio bibliotecario interno al carcere, oltre a possibili sviluppi all’interno del futuro appalto del servizio di pulizia stradale e raccolta ecologica.

«Resta fondamentale la collaborazione con il territorio per ampliare le opportunità di lavoro al fine di favorire il reinserimento sociale e rafforzare la funzione rieducativa e riabilitativa dei detenuti, coinvolgendo attivamente le comunità in un dialogo continuo con il carcere»

È stata poi evidenziata le difficoltà in cui versa la polizia penitenziaria, che si trova in una condizione di sottodimensionamento a fronte di un numero così elevato di detenuti.

«Il direttore della casa circondariale ha quindi evidenziato e condiviso l’importanza di rafforzare i progetti di sostegno psicologico, soprattutto per i giovani adulti - spiegano dal Comune di Bergamo -. Resta fondamentale la collaborazione con il territorio per ampliare le opportunità di lavoro al fine di favorire il reinserimento sociale e rafforzare la funzione rieducativa e riabilitativa dei detenuti, coinvolgendo attivamente le comunità in un dialogo continuo con il carcere».

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