Non solo Città Alta per Bergamo Brescia 2023: a caccia di informazioni e segnaletica

CAPITALE DELLA CULTURA . I turisti si riversano in Piazza Vecchia e dintorni, ed è ancora un passaggio in gran parte «mordi e fuggi». Ci siamo messi nei panni dei visitatori: luci e ombre del «viaggio».

Metti un giro per Bergamo Capitale italiana della Cultura 2023 – dall’arrivo in città all’inevitabile approdo in centro storico – calandosi nei panni dei visitatori e provando a verificare quanto il sistema dell’accoglienza funzioni. Tra luci e qualche ombra, ecco il resoconto. A chi chiedono informazioni i turisti che si apprestano a un tour cittadino? Se arrivano alla stazione dei treni possono rivolgersi al cosiddetto «Ufo» e in centro storico all’ufficio di Visit Bergamo in via Gombito (sempre che li trovino a colpo sicuro) ma non è detto che i canali istituzionali siano i più utilizzati. Anzi. Spesso preferiscono affidarsi a internet, destreggiandosi tra siti web e Google maps. Affidabili sino a un certo punto, tanto è vero che non è raro imbattersi in visitatori, stranieri e italiani, in cerca di dritte. Le domande più ricorrenti? Dove è possibile parcheggiare l’auto, quando sono attive le Ztl, dove si prende la funicolare, come si raggiunge a piedi Città Alta, e dove sono le vie dello shoppin g. Volontari e stand opportunamente piazzati nei punti nevralgici del percorso sarebbero di aiuto. Prova ne è il fatto che le postazioni di «Bergamo city tour» sono spesso utilizzate come «infopoint» da utenti che non intendono prendere il trenino o il minibus ma piuttosto visitare la città in autonomia.

La segnaletica

Che fine ha fatto la segnaletica? Sul primo tratto del viale della stazione una parata di stendardi (in questi giorni rimossi per far posto alle bandiere tricolori in vista del 25 Aprile) ricorda che siamo Capitale italiana della Cultura; in piazza Vittorio Veneto spicca il totem con un «2023» al neon, sui bus e alle pensiline la scritta «Siamo capitale». Poi, più nulla. In Città Alta del logo della Capitale non c’è traccia. Eccezion fatta per qualche vetrofania. Se nelle vie di Procida totem e striscioni erano visibili ogni cento metri, con tanto di bandiere al vento nei punti panoramici dell’isola, e a Parma le strade del centro erano invase da gagliardetti e cartelloni– impossibile non notarli – il centro storico di Bergamo non reca traccia del titolo. E questo significa che il turista distratto non sarà intercettato, né invogliato a informarsi se non gli si sventolerà sotto il naso qualcosa che gli ricordi di essere capitato nella città che, insieme a Brescia, quest’anno propone centinaia di appuntamenti culturali.

Capitolo trasporti

La funicolare resta il mezzo più gettonato per raggiungere il centro storico. Basta vedere le code che si formano davanti alla stazione bassa. Nelle giornate di festa arrivano sino alla galleria Conca d’Oro . I disagi non mancano per chi attende di salire in vettura. Sotto il sole o la pioggia, una protezione non guasterebbe. La risalita in autobus ha meno fascino, tanto che le fermate raramente sono affollate, salvo quando la coda per la funicolare è così lunga da far desistere qualcuno. I taxi ci sono, ma non bastano per tutti. L’alternativa è raggiungere Città Alta «pedibus calcantibus». Percorrendo le scalette, poco segnalate eppure parecchio frequentate, o avviandosi lungo il viale che porta a Sant’Agostino. Spostarsi a piedi è l’ideale per chi si pone l’obiettivo di visitare il centro storico, lasciando l’auto in un parcheggio in città bassa (facile trovarli al completo) o nei parking periferici. A occhio, l’esotico tuk tuk sembra piacere più di trenino rosso e minibus.

I luoghi più visitati

Città Alta, ovviamente, fa man bassa. Piazza Vecchia e la Corsarola con il Campanone, Santa Maria Maggiore e la Cappella del Colleoni sono i monumenti più visti. I musei fanno il pieno nei giorni di festa e in occasione delle aperture straordinarie. Lo dimostra il successo riscosso dal Festival delle Luci, e le code in ingresso a mostre e musei nelle giornate festive (nel ponte di Pasqua si sono contate oltre 38mila presenze nei luoghi della cultura della città). Resta la difficoltà di ampliare il cerchio, di far conoscere il centro storico oltre la Corsarola. Basti l’esempio di via Arena, riscoperta proprio in occasione dell’apertura del tempietto di Santa Croce e del Palazzo della Mia, e poi tornata nel limbo, nonostante il suo indubbio fascino. Bergamo bassa si va affermando, paradossalmente, come meta di un turismo più selettivo e marcatamente culturale. Chi sceglie di visitare la Gamec e l’Accademia Carrara – dove, raccontano le guide, i gruppi da Nord e Centro Italia sono in aumento, oltre ai visitatori di prossimità e agli stranieri – , spesso si avventura anche alla scoperta degli itinerari lotteschi, ammirando le pale d’altare del Lotto nelle chiese di San Bernardino, Santo Spirito e San Bartolomeo, e non rinuncia a una passeggiata nel centro piacentiniano. La sensazione è che anche città bassa potrebbe godere di una migliore distribuzione dei visitatori, se opportunamente informati e indirizzati. Alla scoperta di luoghi meno noti ma non meno affascinanti e ricchi di storia.

La sensazione è che anche città bassa potrebbe godere di una migliore distribuzione dei visitatori, se opportunamente informati e indirizzati. Alla scoperta di luoghi meno noti ma non meno affascinanti e ricchi di storia

B&b e locali

Le presenze sono ancora in buona parte giornaliere ma chi si ferma un paio di notti nella Capitale della Cultura opta preferibilmente per i bed and breakfast o per le case vacanze, che in città sono numerosissime, in particolare in centro storico. Qui i locali dove rifocillarsi non mancano, piadinerie, take away, paninoteche e gelaterie hanno soppiantato ristoranti e negozi di altro genere, a cominciare dagli alimentari. Fanno il pieno anche i ristoranti, nonostante i prezzi non siano sempre a buon mercato.

La curiosità

Sono ben tre i bagni pubblici in centro storico: in via Mario Lupo, in Piazza Vecchia e alla Cittadella. I turisti ringraziano, non è più necessario entrare in un bar e ordinare un caffè per poi chiedere «Scusi, la toilette?». Il costo del biglietto d’ingresso varia: 30 centesimi per i bagni più decentrati, 90 per quello in Piazza Vecchia. Un rincaro che spesso fa sentire i turisti autorizzati a chiedere al custode qualche suggerimento «sul quel che c’è da vedere in Città Alta e sui locali dove mangiar bene senza spendere troppo».

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