Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 01 Dicembre 2023
Niente chef, all’ex monastero di Astino la scuola del design e dell’innovazione
CASCINA CONVENTO. L’Istituto di interaction design di Copenaghen apre un centro di alta formazione . Bombardieri (Mia): etica e impatto sociale i valori
La scritta «Scuola di formazione in alta cucina e hotellerie» è stata cancellata ieri sul cartello da cantiere della Cascina Convento di Astino. Al suo posto, il presidente della Fondazione Mia Fabio Bombardieri e la ceo e cofondatrice del CIID, Copenhagen Institute of Interaction Design, Simona Maschi, hanno aggiornato la nuova destinazione, con la nuova dicitura: ad Astino troverà sede la «Scuola internazionale di alta formazione di design, interazione sociale e ambientale».
Aprirà a settembre
Ieri il via libera dal collegio di vigilanza dell’accordo di programma su Astino e qualche ora dopo, la presentazione alla stampa, con la volontà, spiega il presidente Bombardieri, «di annunciare subito questa novità. Per noi è un momento importante». Il CIID aprirà i battenti a settembre 2024, ma sul sito Internet (www.ciid.dk) già sono aperti i termini per le candidature (entro il prossimo 11 gennaio), con 24 posti per il prossimo anno (48 su 2025). Fondazione Mia lavorerà a spron battuto per completare i lavori sulla Cascina Convento, predisponendo aule ma soprattutto laboratori, perché qui si inventeranno soluzioni per risolvere i problemi di tutti i giorni, utilizzando la tecnologia. Con un «plus»: la biodiversità e l’ecosistema di Astino. Questo ha fatto la differenza nella scelta della sede del prestigioso istituto. Spiega ancora Bombardieri: «Da anni lavoriamo sul futuro di Astino, abbiamo avviato cantieri e valorizzato il sito con tante iniziative. Molto è cambiato da quando Astino ha vinto il Premio Paesaggio d’Europa 2021, perché soprattutto all’estero è cambiato il livello di conoscenza su questo luogo. E mentre stava riprendendo il lavoro sulla scuola di alta formazione in cucina, nel settembre 2022 ho ricevuto una telefonata dal sindaco (Giorgio Gori, ndr) su questa nuova possibilità. Sono due le parole che mi hanno colpito, etica e impatto sociale, valori di fondo che sono importanti anche per la nostra Fondazione, nata nel 1265».
Da Copenaghen a Bergamo
Nella Cascina Convento si studierà l’interaction design, la progettazione dell’interazione tra esseri umani e prodotti digitali, qualcosa che l’Istituto continuerà a fare anche a Copenaghen e che in passato ha sperimentato a Ivrea, nella scuola fondata da Olivetti e Telecom Italia. Ci sarà un corso annuale, le «Pop-up schools» della durata di una settimana, esperienze che cercheranno spunti sul territorio. All’ultimo piano della Cascina, ci sarà un incubatore di idee che, ad Astino, assume una definizione più «naturalistica», un «nest» (nido). Tra le collaborazioni del CIID ci sono Enel, Google, Lego, Meta e Volvo. L’auspicio del sindaco Giorgio Gori è che «questa scuola possa diventare un fattore di innovazione del territorio. L’assessorato di Marcella Messina ha già iniziato a immaginare un’applicazione della tecnologia, di come possa essere utile alle persone fragili. Mi piace pensare che nella rete di collaborazioni ci sia anche il Patronato San Vincenzo, con cui CIID ha già parlato. L’etica di questo progetto è che si debba provare, partendo dai bisogni delle persone, a ridurre il più possibile l’impatto su questo pianeta malandato. La tecnologia è lo strumento».
«La Mia ha colto la scommessa»
Gori ringrazia la Mia «per aver colto questa scommessa» e ricorda l’impegno della Fondazione nella grande opera di restituzione del complesso di Astino, per «circa 24 milioni di euro. Era un luogo completamente abbandonato che rischiava di essere perduto». Il sindaco non tralascia di ricordare la difficoltà nel trovare «una sostenibilità economica del progetto, mantenendo una fruizione pubblica. Le ipotesi sulla scuola di alta cucina sono sfumate, anche perché abbiamo scoperto che ce n’erano tante e quella di Astino rischiava di non avere così successo». Poi l’incontro con Simona Maschi, ceo dell’Istituto con sede a Copenaghen, dove il governo dal 2019 ha stretto le maglie sulle politiche migratorie. Da qui la necessità di trovare una nuova sede per ospitare i corsi a cui partecipano studenti da tutto il mondo: «Abbiamo avuto in uno stesso corso una ragazza di 16 anni e una signora giapponese di 82, celebriamo le diversità – sottolinea Maschi –. Qui verrà chi si vuole formare per un futuro più rigenerativo, sia per le persone che per il pianeta. Trovandoci in uno dei posti più inquinati d’Europa, vorremmo ad esempio supportare le aziende nella transizione ecologica. La scuola sarà un luogo aperto, ogni settimana ci sarà la possibilità di assistere alle lezioni. Abbiamo bisogno di vivere con la città: andremo nelle scuole, ospedali, in aeroporto». Tra i docenti ci sarà anche Massimo Banzi, «papà» di Arduino, la piattaforma attraverso la quale è possibile programmare software di robotica e Intelligenza artificiale: «Sto aspettando con ansia il mio primo giorno di scuola – dice –. La mia azienda è partita da Ivrea e ancora oggi alcune componenti di Arduino vengono costruite lì. Spero che un mio studente generi la prossima Arduino prodotta a Bergamo». C’è entusiasmo tra gli imprenditori del territorio: «Confido – dice PierDamiano Airoldi, fondatore e ceo di Magnetic Media Network che farà da adviser per la scuola – che questa possibilità venga colta dalle aziende, che devono farsi trovare preparate davanti alle nuove tecnologie».
L’ok del collegio di vigilanza
Tutto è pronto anche a livello «burocratico». Ieri il via libera del collegio di vigilanza su Astino, a cui ha partecipato l’assessore all’Ambiente Stefano Zenoni: «Dal 2017 seguo i lavori al tavolo dell’accordo di programma, di cui fanno parte la Provincia, il Parco dei Colli, Fondazione Mia, Fondazione Valle d’Astino e Regione. Tutti i membri hanno recepito questa nuova destinazione, abbiamo anche parlato del castello dell’Allegrezza, dove nascerà un presidio di studio sul territorio, protocollo che vede anche la partecipazione del ministero della Cultura. Con la sede del CIID, arriviamo a una felice conclusione: il recupero di Astino è il recupero di una porzione importante di territorio».
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